martedì 5 giugno 2018

pc 5 giugno - Il fascio ministro della polizia dall'Italia alla Tunisia ha le mani grondanti di sangue!

Nelle ultime 48 ore vi è stata una catena di eventi che mostra in bella vista la natura reazionaria del governo fasciopopulista 5stelle-Lega ed il cambio di passo attuale di marcia (spedita) verso il moderno fascismo.
All'indomani dell'insediamento il neo-fascioministro della polizia Salvini si reca in Sicilia, simbolo della frontiera della Fortezza Europa da difendere dalla fantomatica invasione, qualche ora prima Soumaila Sacko ragazzo di 29 anni del Mali viene ucciso a fucilate. Soumaila come tanti altri giovani "extracomunitari" aveva affrontato un viaggio inimmaginabile attraversando deserti, mari, la guerra civile libica per vivere del proprio lavoro, infatti si trovava nella Piana di Gioia Tauro lavorando come bracciante ed era anche attivo da un punto di vista sindacale per difendere i propri diritti.
La prima reazione della stampa è stata "ucciso forse per furto". Ormai è "naturale" ed istintivo associare il "negro" al crimine.

Il giorno dopo molti giovani come Soumayla principalmente tunisini si imbarcano con la stessa speranza per arrivare in Italia e per scappare dalla Tunisia. Quasi contemporaneamente un'altra barca di migranti salpa dalla Turchia verso la frontiera europea più vicina: la Grecia. Entrambe le imbarcazioni saranno inghiottite dal mare...

Tunisia: il paese di cui questi giovani rappresentavano la speranza del cambiamento con la grandiosa rivolta popolare del 2010/2011 mettendo in fuga il dittatore Ben Ali. Il paese in cui invece ha vinto la Restaurazione (altro che modello di democrazia per il Nord Africa come si sbandiera a destra e a "sinistra" e come dichiarato dallo stesso Salvini) imponendo a quegli stessi giovani di continuare a vivere nella miseria, nella disoccupazione, di subire le stesse quotidiane angherie della stessa polizia (uscita intatta dalla Rivolta), spesso ragazzi laureati che dopo tanti sacrifici nella capitale (dove si concentrano le principali università) sono costretti a tornare nei loro villaggi dell'entroterra e poltrire a casa tra Tv e facebook abbrutendosi e non dando sfogo ai propri legittimi (bi)sogni di giovani.
Alcuni di essi con la speranza nel cuore decidono di fare il salto: ulteriori sacrifici per racimolare il denaro necessario per la traversata (spesso all'insaputa di parenti e amici) e imbarcarsi verso l'agognata Italia/Europa.

Sappiamo cosa li aspetta avuta la fortuna di arrivare vivi: pregiudizi, razzismo, doppio sfruttamento e
ricatto sul lavoro in quanto "clandestini" da quegli stessi imprenditori che poi vengono a "investire" in Tunisia.
Sappiamo che tutto questo si aggraverà di 10 volte e più nella "Terza Repubblica" e "nell'Italia del cambiamento" di Salvini/Di Maio e di tutti i "bravi cittadini onesti" che hanno votato la sicurezza e la disciplina...
Il barcone con circa 160 persone (in maggioranza tunisini) salpa dal piccolo arcipelago delle isole Kerkennah (al largo della città di Sfax e naturalmente proteso verso Lampedusa) e poco dopo la barca ha un'avaria e affonda, ad oggi sono stati ripescati 48 corpi tra cui alcuni bambini.
Poche ore dopo la tragedia il fascioministro rilascia alla stampa le sue dichiarazioni infami presso l'hotspot di Pozzallo rievocando ancora una volta l'immaginario dei criminali/terroristi che si imbarcano con l'obiettivo di "invadere" l'Italia.
L'Italia imperialista con il suo nuovo governo fascio-populista non solo miete le sue prime vittime in casa, ma continua a rendere il Mediterraneo un cimitero smascherando tutte le falsità e ipocrisie del "Mediterraneo come ponte di culture" e così via.

Subito il ministro degli esteri tunisino si è detto "incredulo" delle parole di Salvini, il governo tunisino ha richiamato l'ambasciatore italiano per protesta, ricordando allo stesso tempo "la lunga cooperazione e collaborazione tra i due paesi nel contrasto dell'immigrazione clandestina", Salvini ha aggiunto a cio' che presto si recherà in Tunisia per incontrare il suo omologo.
Il teatro dell'ipocrisia: il governo tunisino è il principale responsabile in casa delle continue stragi che avvengono al largo delle coste tunisine. Lo scorso 8 ottobre una corvetta della marina militare tunisina aveva speronato una barca proprio al largo delle isole Kerkennah provocando 30 morti.
Adesso il governo coglie l'assist di Salvini per mostrarsi indignato con queste mosse di diplomazia formale quando al contrario, borghesia compradora tunisina e borghesia imperialista italiana sono legate a doppio filo nel "contrasto all'immigrazione clandestina" (ovvero all'uccisione di centinaia di migliaia di uomini e donne), nello sfruttamento di manodopera tunisina nei due paesi, in Tunisia tramite enormi agevolazioni fiscali a imprenditori italiani (imprenditori è una parola grossa, spesso veri e propri falliti in Italia che riescono a "restare sul mercato" solo grazie a queste condizioni vantaggiose in Tunisia) che pagano una manodopera simile qualitativamente a quella italiana 1/6 rispetto a quest'ultima; in Italia sappiamo e abbiamo già detto circa Soumaila e i braccianti agricoli, ma è anche emblematico il settore della logistica.
Il neo ambasciatore italiano in Tunisia, Lorenzo Fanara, dovendo rendere conto al ministro degli affari esteri tunisino, si è arrampicato sugli specchi farneticando che "le dichiarazioni di Salvini sono state estrapolete dal loro contesto" riaffermando che i due paesi continueranno a collaborare per combattere l'immigrazione "clandestina".1

Quindi nessun fumo negli occhi!
I due paesi con i loro rispettivi governi continueranno a "collaborare" contro l'interesse dei popoli e dei lavoratori di entrambi i paesi!

Il Forum Tunisino dei Diritti Economici e Sociali, in un comunicato del 3 Giugno scorso circa questo naufragio afferma: "Si esorta il governo tunisino a rinunciare all'approccio securitario verso l'emigrazione non regolamentare [...]. Questo contesto drammatico deve ugualmente condurre a rivedere le modalità della cooperazione con l'Unione Europea fondata soprattutto sulla sicurezza e la chiusura delle frontiere. Non si possono rinviare indefinito politiche di sviluppo che tengano conto delle aspirazioni della gioventù alla dignità e alla giustizia sociale".2
L'infame ministro della polizia è il principale mandante morale e responsabile politico dell'assassinio del giovane lavoratore Soumayla.
L'infame ministro della polizia, il cui partito di appartenenza ha rubato milioni e milioni, sputando sui cadaveri dei giovani tunisini e dei giovani migranti in generale, in uno Stato veramente democratico non andrebbe di certo in giro a scorazzare vomitando le sue sentenze razziste; Salvini dovrebbe essere estradato in Tunisia non di certo per consegnarlo nelle mani della sua "controparte" ma per essere giudicato dai familiari delle vittime e dei dispersi che in questo momento attendono nella città di Sfax con la morte o la speranza nel cuore le notizie o i corpi dei loro cari...







Giustamente ieri alla manifestazione per denunciare l'assassinio di Soumayla, un immigrato lavoratore, rivolgendosi al ministro infame, ha detto: "per noi non c'è mai stata nessuna pacchia, adesso la pacchia è finite per te!"
E' proprio questo il punto, anche nel nostro campo è necessario un cambio di passo adeguato all'attacco senza quartiere che il nuovo governo ha già incominciato contro lavoratori, immigrati, donne e giovani.
È positivo che alla prima discesa da ministro in Sicilia, Salvini sia stato subito contestato ovunque si sia recato, ma cio' non è sufficiente, di fronte a questo governo che già semina barbarie dal primo giorno di insediamento, è necessaria una guerra quotidiana su tutti i fronti e "casa per casa".


È necessario spazzare via tutto l'humus razzista/xenofobo/islamofobo/omofobo su tutti i piani: culturale/ideologico/politico.
La base elettorale di questo governo va combattuta quotidianamente su tutti questi fronti: non è più possibile tollerare i soliti luoghi comuni sugli stranieri o sugli omosessuali dal panificio, al bar e così via. Tutta la sfera pubblica deve diventare campo di battaglia per accumulare le forze contro questo governo e questo Stato che producono solo barbarie.
Il movimento antifascista deve risotterare tutte le armi necessarie: innanzitutto o è militante o non è, ma cio' non basta; è necessario un antifascismo a 360 gradi militante, sociale e culturale per essere all'altezza e respingere l'offensiva reazionaria anch'essa articolata e variegata.
Ma anche il miglior gruppo antifascista coerente, i compagni più bravi in questo, devono capire che essere antifascisti non basta!
Se non si rovescia questo Stato e non si costruisce un nuovo Stato socialista in cui sono i lavoratori ad esercitare il potere politico, questa barbarie (di cui abbiamo avuto un "piccolo" esempio in questi 3 giorni) non si arresterà mai.
Ovviamente questo non è un compito facile ma è possibile se si costruiscono gli strumenti necessari per questa guerra prolungata che necessità di un partito comunista come reparto organizzato della classe operaia, di un Fronte che unisca tutte le lotte disperse geograficamente e per settori sociali e di una forza combattente: unica garanzia di sopravvivenza e vittoria contro gli attacchi e l'avanzata del nemico.

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