Avevamo
già scritto del tentativo, il 24 maggio scorso, di
allontanare dal centro di accoglienza al Gill Hotel di Grottaglie,
gestito dalla Associazione Salam, 4 migranti, cui era stato riconosciuto
il diritto alla protezione e il permesso di soggiorno per ragioni
umanitarie.
Questi,
come tutti gli altri migranti affidati a questa Associazione, non
ricevono il pocket money da 3 mesi, uno di loro e in credito verso
l'Associazione anche di un mese di retribuzione per del lavoro prestato.
L'uscita dal Gill Hotel, in questa situazione, significa essere
abbandonati, senza né cibo, nè alloggio, né risorse per procurarseli, in
spregio al diritto alla protezione che pure gli è stato riconoscuto.
Abbiamo richiesto l'intervento della Prefettura per sospendere
l'allontanamento almeno fino a quando ai migranti non saranno
corrisposte tutte le spettanze loro dovute e trovare una soluzione
per assegnarli a uno SPRAR o altra struttura di seconda accoglienza.
Per
una settimana è sembrato che il tentativo fosse rientrato, in realtà
abbiamo poi saputo che fin da allora ai 4 era stata sospesa la
somministrazione dei pasti.
Ma
il 4 giugno la polizia è tornata al centro e allontanato d'autorità i
4, che ora sono fuori dall'Hotel, privati anche delle loro poche cose,
rimaste chiuse a chiave nelle loro stanze.
Prefettura, Polizia e Associazione si rimbalzano la reponsablità di questo ulteriore intervento.
Siamo intervenuti nuovamente, per sollecitare una soluzione, ma tutti dicono di aver già fatto quanto potevano e dovevano.
In realtà li riteniamo tutti corresponsabili di una inaccettabile ingiustizia!
È inaccettabile
che un'Associazione, che pure non lesina gli sforzi per imbarcarsi in costose operazioni commericiali
e d'immagine, a livello nazionale e internazionale, non trovi i mezzi
per pagare puntualmente ai migranti ad essa affidati la miseria di 2.5
euro al giorno che è l'unica risorsa su cui possono contare e scarichi
sui migranti le sue difficoltà finanziarie.
È inaccettabile
che
la Prefettura prenda a pretesto nuove e contraddittorie disposizioni
ministeriali sulla documentazione dei costi per sospendere i pagamenti
alle Associazioni che gestiscono l'accoglienza, nonostante i fondi
siano disponibili, e si preoccupi solo del rispetto dei termini dei
periodi di accoglienza dei migranti, senza provvedere fattivamente a
garantire loro il diritto alla protezione, anche quando riconosciuto.
È inaccettabile
che la Polizia operi bucraticamente, senza tener conto delle conseguenze gravi delle loro azioni per le persone coinvolte.
Gli operatori dell'associazione Babele, nella manifestazione di qualche
giorno fa si domandavano c'è ci sia un disegno politico dietro la
situazione di difficoltà in cui tutti gli operatori dell'accoglienza
sono costretti.
È
ben chiaro - rispondiamo noi - che dietro i ritardi nei pagamenti,
l'inopinato attivismo della polizia c'è il segno politico del nuovo
governo e in particolare del ministro degli Interni, con i suoi
quotidiani proclami, che fanno del problema dell'immigrazione il volano
di una politica interna ed estera aggressiva, razzista e reazionaria,
avviata da Minniti.
Per
questo occorre chiamare tutti i migranti, gli antirazzisti, a
riprendere la mobilitazione e la lotta per fermare questo disegno; una
lotta in cui i migranti siano il soggetto centrale!
La iniziamo a fare a partire da una assemblea in cui annunceremo nuove iniziative giovedi 7 giugno ore 18 presso la sede dello Slai cobas per il sindacato di classe, via Rintone 22.
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