Contro l’isolamento e i trasferimenti punitivi
Sabato 23 giugno presidio davanti al carcere di Carinola
Sabato 23 giugno presidio davanti al carcere di Carinola
Il senso di questa mobilitazione è quello di dare continuità e sostegno
alle lotte sia collettive che individuali affrontate da tanti/e
detenuti/e contro le sistematiche vessazioni inflitte dal DAP, dalle
direzioni carcerarie e dalle guardie all’interno delle mura. E, in
particolare, contro isolamento e trasferimenti punitivi che combinati
tra loro mirano ad impedire ogni tipo di comunicazione e relazione sia
all’interno che verso l’esterno. Condizioni queste che, di fatto, si
traducono troppo spesso in anticamera di pestaggi e “suicidi”.
Ma la nostra presenza anche sotto questo carcere nasce, ancora una volta, dalla volontà di ribadire che ogni forma di isolamento e differenziazione, dal 41 bis al 14 bis nati come emergenziali e quindi
temporanei, in realtà sono trattamenti divenuti “normali” per “sedare” chi non si adegua alle regole imposte dal carcere; affermazione questa, da leggersi con tutta la discrezionalità che il DAP ha la facoltà di esercitare.
L’eccezione che diventa norma, l’emergenza che diventa quotidianità, sono le regole che governano questa società e quindi il carcere, in tutte le sue declinazioni, dal 41 bis punta dell’iceberg del sistema carcerario con una ricaduta a pioggia in ogni altro regime e/o circuito penitenziario.
La decisione di andare davanti al carcere di Carinola nasce, inoltre, dal trasferimento di Maurizio Alfieri da Poggioreale evidentemente dettata della volontà di sabotare l'impegno nel costruire solidarietà e lotta contro l'isolamento e la tortura.
Un caso emblematico di una situazione generale che riguarda migliaia di prigionieri/e che pagano con l’isolamento e il blocco della comunicazione, associati a sistematici trasferimenti punitivi a centinaia di chilometri di distanza dai luoghi di origine, la difesa della propria e dell’altrui dignità.
E’ dal 2013 che Maurizio viene sballottato da un carcere all’altro e posto in regime di 14 bis (isolamento punitivo) a seguito di denunce di pestaggi eseguiti da guardie a danno di diversi detenuti o per aver preso parte a proteste e lotte all’interno delle carceri. Il percorso è stato lungo: da Tolmezzo a Spoleto, da Milano-Opera a Napoli-Poggioreale e, infine, a Dicembre 2017, a Carinola. E ogni trasferimento ha avuto l’obbiettivo di chiuderlo nel silenzio, ostacolando la comunicazione e la solidarietà che superano ogni muro.
Nonostante, infatti, dal 2013 quello di Carinola non sia più definito un carcere di massima sicurezza ma invece adibito a media sicurezza e custodia attenuta, il compagno sostanzialmente è sottoposto allo stesso controllo e alle medesime restrizioni (non ultima per esempio quello della censura sulla posta) applicate a Poggioreale, il carcere tristemente famoso per le celle lisce e i continui soprusi e pestaggi. Riportiamo qua sotto alcuni stralci di una lettera di Maurizio che spiega, più di mille parole, come questo carcere non abbia comunque perso la sua vocazione originaria e il motivo del suo trasferimento nel carcere di Carinola.
“Anche io sto bene, perché faccio sempre ginnastica, ma sono nervoso dopo 20 mesi di isolamento, dal 16 ottobre 2016 e qui sono solo da 5 mesi…
Qui picchiano i detenuti, lo hanno fatto con Pasquale, Vincenzo, Emilio, Carmine e molti altri. Invece, nelle sezioni vogliono e pretendono che i detenuti nell’ora della conta si mettano in piedi e sull’attenti. Le guardie si vantano che Poggioreale è secondo dopo di loro per i pestaggi.
Per picchiare vengono in assetto antisommossa, con caschi, manganelli e scudi (la squadretta).
Dite ai compagni di urlare al megafono a tutti i detenuti di ribellarsi, di non sottostare agli abusi dei secondini… È importante che dicano questo al megafono e dite anche che a me vogliono tenermi isolato perché sanno che mi ribello su questi abusi…
Il 27 aprile sono andato al Trib. Di Sorv. perché il Mag. di Sorv. ha accettato il mio reclamo al rigetto di trasferimento da parte del D.A.P. e mi ha detto che è un mio diritto essere trasferito vicino ai miei cari/e. Ha fissato un’altra udienza il 4 giugno…
Oggi, il 17.05.18 mi hanno detto che posso andare in palestra due volte a settimana, logicamente solo e sono così dal 1° gennaio, senza socialità, al passeggio solo”.
Sabato 23 giugno saremo davanti al carcere di Carinola contro l’isolamento, la censura e i trasferimenti punitivi per sostenere e dar forza ai tanti Maurizio che si trovano nelle cayenne italiane.
Ma la nostra presenza anche sotto questo carcere nasce, ancora una volta, dalla volontà di ribadire che ogni forma di isolamento e differenziazione, dal 41 bis al 14 bis nati come emergenziali e quindi
temporanei, in realtà sono trattamenti divenuti “normali” per “sedare” chi non si adegua alle regole imposte dal carcere; affermazione questa, da leggersi con tutta la discrezionalità che il DAP ha la facoltà di esercitare.
L’eccezione che diventa norma, l’emergenza che diventa quotidianità, sono le regole che governano questa società e quindi il carcere, in tutte le sue declinazioni, dal 41 bis punta dell’iceberg del sistema carcerario con una ricaduta a pioggia in ogni altro regime e/o circuito penitenziario.
La decisione di andare davanti al carcere di Carinola nasce, inoltre, dal trasferimento di Maurizio Alfieri da Poggioreale evidentemente dettata della volontà di sabotare l'impegno nel costruire solidarietà e lotta contro l'isolamento e la tortura.
Un caso emblematico di una situazione generale che riguarda migliaia di prigionieri/e che pagano con l’isolamento e il blocco della comunicazione, associati a sistematici trasferimenti punitivi a centinaia di chilometri di distanza dai luoghi di origine, la difesa della propria e dell’altrui dignità.
E’ dal 2013 che Maurizio viene sballottato da un carcere all’altro e posto in regime di 14 bis (isolamento punitivo) a seguito di denunce di pestaggi eseguiti da guardie a danno di diversi detenuti o per aver preso parte a proteste e lotte all’interno delle carceri. Il percorso è stato lungo: da Tolmezzo a Spoleto, da Milano-Opera a Napoli-Poggioreale e, infine, a Dicembre 2017, a Carinola. E ogni trasferimento ha avuto l’obbiettivo di chiuderlo nel silenzio, ostacolando la comunicazione e la solidarietà che superano ogni muro.
Nonostante, infatti, dal 2013 quello di Carinola non sia più definito un carcere di massima sicurezza ma invece adibito a media sicurezza e custodia attenuta, il compagno sostanzialmente è sottoposto allo stesso controllo e alle medesime restrizioni (non ultima per esempio quello della censura sulla posta) applicate a Poggioreale, il carcere tristemente famoso per le celle lisce e i continui soprusi e pestaggi. Riportiamo qua sotto alcuni stralci di una lettera di Maurizio che spiega, più di mille parole, come questo carcere non abbia comunque perso la sua vocazione originaria e il motivo del suo trasferimento nel carcere di Carinola.
“Anche io sto bene, perché faccio sempre ginnastica, ma sono nervoso dopo 20 mesi di isolamento, dal 16 ottobre 2016 e qui sono solo da 5 mesi…
Qui picchiano i detenuti, lo hanno fatto con Pasquale, Vincenzo, Emilio, Carmine e molti altri. Invece, nelle sezioni vogliono e pretendono che i detenuti nell’ora della conta si mettano in piedi e sull’attenti. Le guardie si vantano che Poggioreale è secondo dopo di loro per i pestaggi.
Per picchiare vengono in assetto antisommossa, con caschi, manganelli e scudi (la squadretta).
Dite ai compagni di urlare al megafono a tutti i detenuti di ribellarsi, di non sottostare agli abusi dei secondini… È importante che dicano questo al megafono e dite anche che a me vogliono tenermi isolato perché sanno che mi ribello su questi abusi…
Il 27 aprile sono andato al Trib. Di Sorv. perché il Mag. di Sorv. ha accettato il mio reclamo al rigetto di trasferimento da parte del D.A.P. e mi ha detto che è un mio diritto essere trasferito vicino ai miei cari/e. Ha fissato un’altra udienza il 4 giugno…
Oggi, il 17.05.18 mi hanno detto che posso andare in palestra due volte a settimana, logicamente solo e sono così dal 1° gennaio, senza socialità, al passeggio solo”.
Sabato 23 giugno saremo davanti al carcere di Carinola contro l’isolamento, la censura e i trasferimenti punitivi per sostenere e dar forza ai tanti Maurizio che si trovano nelle cayenne italiane.
Giugno 2018, Campagna “Pagine contro la tortura”
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