L'estate
dei braccianti africani quest'anno inizia il 4 giugno con l'apertura
del dormitorio temporaneo, organizzato e sorvegliato all'interno
dell'area della ex caserma Filippi, di fianco al viale alberato del
Foro Boario dove l'anno scorso sorgeva Guantanamò, baraccopoli
occupata e autogestita.
Il
progetto PAS (Prima Accoglienza Stagionali) prevede un'area
attrezzata esterna e un unico camerone con 184 letti a castello nuovi
di zecca per un totale di 368 posti a dormire, non pensato certo per
garantire privacy e riservatezza. Ma, ormai è risaputo, “loro”
sono abituati a vivere ammassati come animali e si adegueranno! Al
dormitorio si affiancherà il sistema dell'accoglienza diffusa già
sperimentato gli anni scorsi: sarà gestito dalla Caritas che, dopo
aver tolto le castagne dal
fuoco al comune nel triennio 2014-2016 con
il “Campo Solidale” al Foro Foario, quest'anno farà un servizio
ai datori di lavoro ospitando chi avrà dei contratti più lunghi.
Coldiretti metterà a disposizione qualche container a Saluzzo e
Lagnasco come fa ormai da anni: nessuna novità per la potente
organizzazione che rappresenta la maggior parte degli imprenditori
agricoli, brillante per assenza circa l'ospitalità in azienda e per
omertà sul trattamento riservato ai lavoratori.
Per
la prima volta anche a Saluzzo, come succede in altri luoghi
d'Italia, Rosarno in particolare, ad inizio stagione
l'amministrazione comunale si fa carico direttamente del contenimento
e disciplinamento dei lavoratori migranti attraverso la consueta
forma “campo”, considerata l'unica soluzione possibile al
problema. E' giusto e normale che centinaia di migranti vivano
all'interno di luoghi chiusi e sorvegliati, lontano dalla vista delle
comunità locali, braccia sempre disponibili per il lavoro nei campi.
Il
costo del progetto è di circa 300.000 Euro, per la maggior parte
concessi dalla regione Piemonte e dalle banche, per “fare un
servizio al comparto agricolo” ha dichiarato il sindaco; comparto
agricolo formato da grandi aziende che, nonostante le lamentazioni
sugli eventi meteorologici, le malattie delle piante, l'andamento dei
mercati, macinano milioni di euro e continuano a speculare sugli
ultimi e più deboli anelli della catena, i piccoli produttori e i
lavoratori.
La
Lega lo ha chiamato “centro sociale” dove gli immigrati
trascorreranno le vacanze estive (!), qualcuno lo ha confuso con un
“centro di accoglienza” per i profughi; “dormitorio per
stagionali” lo chiamano gli estensori del progetto, rigorosamente
temporaneo.
A fine stagione tutti se ne dovranno andare (se te ne vai prima ti
pagano anche il viaggio) perchè per i migranti la casa non è un
diritto, per loro al massimo un dormitorio che è già tanto rispetto
ad una tenda o una baracca. Meglio mettere subito le cose in chiaro:
d'inverno a Saluzzo non c'è lavoro quindi vadano altrove, non
importa dove, sarà un problema per qualcun altro. Chi è costretto a
passare da un ghetto all'altro per sopravvivere non può neanche
immaginare di potersi fermare in un luogo, avere un po' di stabilità
e una residenza reale, indispensabile per il rinnovo del permesso di
soggiorno, l’assistenza sanitaria, etc.... Per chi vive in
condizioni simili parlare di integrazione suona veramente come una
beffa.
L’organizzazione
è affidata ad una cooperativa che dovrà garantire la sorveglianza
24 ore su 24 e il rispetto del regolamento che i migranti dovranno
sottoscrivere all’ingresso; ognuno di loro sarà munito di
tesserino di riconoscimento. Orari di apertura e chiusura.
All’interno del campo interverrà anche la CGIL, ma solo per la
mediazione culturale e non per l’attività sindacale, evidentemente
non gradita ai padroni.
Il
sistema si regge sul principio che i migranti non possono
auto-determinarsi, anzi, nel momento in cui si organizzano da soli
rappresentano, come minimo, un problema. Le istituzioni e il terzo
settore sanno a priori ciò di cui essi hanno bisogno, non è
necessario prevedere forme di consultazione o partecipazione; devono
provvedere a contenerli, gestirli, controllarli, trasferirli in altre
strutture o allontanarli, reprimerli se necessario.
Un
sistema spersonalizzante, che non tiene minimammente conto dei
bisogni individuali e porta alla sottomissione e
all’infantilizzazione, che crea dipendenza e non autonomia. Pur in
condizioni estreme, la formidabile esperienza di autogestione
all’interno del campo abusivo di Guantanamò l’anno scorso, 700
persone che hanno convissuto pacificamente sulla base di un patto
sociale non scritto e non imposto a/da nessuno, non andrebbe
dimenticata e nemmeno sottovalutata.
Quei
muri e quel dormitorio esageratamente grande sono la rappresenzazione
dell’incapacità di pensare qualcosa di diverso dopo tanti anni.
Infine
c’è la sorveglianza,
l’obiettivo principale e dichiarato di tutta l’operazione, altro
che percorsi di emancipazione e diritti. Muri ferrati proteggeranno
la terra di nessuno dove gli anni scorsi c’era Guantanamò, al fine
di impedire il sorgere di un campo abusivo a fianco di quello
istituzionale come altrove in Italia. Una piccola porta di accesso al
campo presidiata permetterà l’entrata e l’uscita disciplinata
dei lavoratori in bicicletta. Impianto di videosorveglianza e accordo
con la Prefettura per intensificare i controlli diurni e notturni
delle forze dell’ordine. A sentire le dichiarazioni di questi
giorni tutta l’area sarà dunque blindata, per garantire ordine e
legalità e, ovviamente, proteggere i cittadini. Perché bisogna
parlare anche alla pancia della gente e inseguire Lega e razzisti sul
loro terreno in vista delle elezioni comunali del prossimo anno. Così
non si fa altro che alimentare la paura e condannare i migranti ad un
eccesso di isolamento ed esclusione.
Mentre
tutto intorno le frontiere si chiudono per chi se ne vuole andare,
spinto da un insopprimibile desiderio di libertà, anche Saluzzo,
dunque, chiude i suoi migranti in un recinto protetto dal filo
spinato. Uomini…lavoratori…e ancora una volta nessuno osa parlare
di sfruttamento, che è il cuore del problema (la legalità vale solo
per i migranti e non per i padroni).
Porte
aperte e ponti, non muri!
Saluzzo,
4 giugno 2018
Comitato
Antirazzista Saluzzese
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