giovedì 14 luglio 2016

pc 14 luglio - La santa inquisizione anti Notav scatena la caccia 'alla strega' - tutti uniti gridiamo EDDI libera!

Incastrata dalla tesi: “Ha avuto un ruolo attivo nel blitz No Tav”

Depositata la motivazione della sentenza contro la studentessa condannata per concorso morale


L’episodio risale al 14 giugno 2013: i manifestanti invasero il piazzale della ditta Itinera di Salbertrand




14/07/2016
torino
«Ci siamo diretti verso la stazione per poter prendere il treno... improvvisando un piccolo corteo e bloccando di fatto la viabilità sulla strada... In quel momento arrivavano due camion e gli attivisti si sono disposti davanti alzando lo striscione mentre altri sventolavano le bandiere No Tav e gridavano slogan contro le ditte coinvolte nel cantiere.(…) dopo una decina di minuti…abbiamo interrotto il blocco del traffico permettendo ai camion e ai veicoli in coda di passare dirigendoci alla stazione».
PAROLE AUTOACCUSATORIE
Ecco qui le frasi della tesi di laurea di Roberta Chiroli, 29 anni, ex studentessa all’Università Ca’ Foscari di Venezia, che un mese fa le sono costate una condanna a due mesi di reclusione, per aver
«concorso moralmente» il 14 giugno 2013 alla commissione di due reati, aggregandosi ad un gruppo di attivisti No Tav: invasione della sede Itinera a Salbertrand, la società che fornisce calcestruzzo al cantiere di Chiomonte, e blocco temporaneo del transito ad un betoniera. Il giudice Roberto Ruscello ha depositato le motivazioni della sentenza, spiegando perché ha condannato Roberta, oggi residente in Gran Bretagna. Seguendo le argomentazioni dell’accusa, il giudice ha ricavato la sua responsabilità dalle frasi impostate con il pronome «noi», quasi «autoaccusatorie», a dimostrazione di un suo «ruolo attivo». Ed ha respinto il ragionamento della difesa, sostenuta dall’avvocato Valentina Colletta, che ha collegato la presenza tra i manifestanti alle ricerche per la tesi di laurea del corso di Antropologia, giustificando il comportamento di Roberta come «mera osservatrice» della protesta.
LA CONSAPEVOLEZZA
Ma Roberta, secondo il giudice, sarebbe stata doppiamente consapevole delle sue condotte illegali, tutte descritte nella sua tesi. Prima partecipando alla riunione «operativa» all’interno del campeggio studentesco di Venaus, dove si è pianificata l'azione di protesta. Poi accodandosi al corteo che ha dato vita al blitz nell’azienda. «I termini impiegati - scrive Ruscello - sono quindi chiari nell’illustrare che l’imputata partecipò alla manifestazione in oggetto con la piena consapevolezza del fatto che si sarebbe eseguito il blocco stradale poi effettivamente attuato e, prima di esso, l’occupazione simbolica della sede della Itinera». Per questi motivi aggiunge: «Appaiono indiscutibili, da un lato, la coscienza e volontà in capo all’imputata di aderire in via preventiva alla commissione dei reati e, dall’altro, la persistenza di tale atteggiamento soggettivo anche durante lo svolgimento della manifestazione ed in concomitanza della consumazione dei delitti in questione».

Al contrario, questo ragionamento ha portato all’assoluzione di una altra dottoranda, Franca Maltese, presente anche lei alla protesta per le stesse ragioni. Tutti i filmanti registrati in quel giorno la ritraggono in disparte, quale «mera osservatrice». E non al centro dell’azione come Roberta

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