Quando parlano di possibile
sciopero a settembre, vuol dire che si preparano a cercare di svuotare le
possibili lotte spontanee che nasceranno anche dalla politica di “lacrime e
sangue” che sarà tracciata nella finanziaria del governo.
Il giornale riporta la
notizia che i lavoratori in attesa di
contratto sono circa 12 milioni! Tra questi 3 milioni del pubblico impiego
che è fermo da 7 anni e 1,5 di metalmeccanici, e già questi numeri dovrebbero
far vergognare chi dice nello stesso tempo di avere la “maggiore
rappresentatività”, che bisogna intendere come rappresentatività degli
interessi dei padroni!
Alle belle parole,
dunque, che fanno tanto “sindacato” con cui “lanciano un appello a governo e
imprese, chiedendo una convocazione immediata; in mancanza di un segnale
positivo, il sindacato proseguirà la mobilitazione fino a settembre, quando un
nuovo attivo farà il punto dei tavoli aperti, chiusi e di quelli conclusi,”; “si
devono rinnovare i contratti, gli unici strumenti che possono garantire la
crescita dei consumi e attraverso questi il rilancio dell’economia.” Questo è
uno dei chiodi fissi appunto dei sindacalisti! “richiamando al proprio dovere
il governo e alle proprie responsabilità le imprese”. Alle belle parole fanno
di contrasto, appunto, l’intesa per il rinnovo del contratto dei lavoratori
dell’Ambiente che sono circa 40.000 e quello del Terziario. Quello dell’Ambiente
prevede “Tra i
punti qualificanti” come tiene a ricordare il giornale:
«l’aumento dell’orario di lavoro
settimanale da 36 a 38 ore» e questa sì che è una bella conquista!
La riduzione
dei «costi per il lavoro straordinario svolto entro certi limiti».
Due punti che secondo il quotidiano dei padroni
rappresentano «una decisa svolta nel
panorama contrattuale italiano».”
E certo! Aumento dell’orario di
lavoro e diminuzione dei costi! Che si vuole di più?
Ma ancora qualcosa si può fare, per
esempio prevedere “importanti penalizzazioni economiche a carico dei lavoratori”
quando i lavoratori si assentano per malattia.
Niente paura, tutto questo serve “Per
aumentare la produttività e l’effettivo lavoro…”. La produttività è l’ossessione
dei padroni fatta propria dai sindacati neocorporativi!
Con un altro piccolo sforzo
arriviamo ad un altro obbiettivo: “Per contrastare
la concorrenza sleale attraverso l’impropria applicazione nel settore di
altri contratti collettivi, è stato inoltre concordato un livello base per le
mansioni più elementari, nell’ambito dell’inquadramento del personale, inferiore del 20% rispetto all’attuale…”
A questo punto si potrebbe pensare che almeno da punto
di vista economico ci sarà qualcosa. Vediamo.
L’accordo prevede “un aumento a regime di 92 euro in
busta paga e di ulteriori 28 euro suddivisi tra diversi istituti di “welfare contrattuale”, da spalmarsi entro il 30 giugno 2019
(la vigenza è primo luglio 2016 e 30 giugno 2019). I 120 euro sono distribuiti
tra retribuzione e welfare contrattuale a totale carico dell’azienda come ad
esempio la previdenza complementare generalizzata, l’assistenza sanitaria
integrativa, il fondo di solidarietà bilaterale e il fondo salute e sicurezza.”
Quindi abbiamo, dopo anni di mancato rinnovo, 92 euro lordi
divisi in trance fino al 2019, una elemosina che svanisce al primo aumento di
qualsiasi cosa, e 28 euro che gestisce il padrone e di cui non si avranno più
notizie!
Se quella sull’Ambiente è una “intesa”,
ma che sarà sicuramente trasformata in firma di contratto, in un altro
comparto, quello del terziario, il contratto si è firmato. E qui il titolo è:
Aumento di 85 euro! Su questo torneremo con un altro articolo.
Nessun commento:
Posta un commento