Migranti, dopo la morte di un migrante, dolore a Ventimiglia mentre Genova cerca altri 500 posti ennesimo aereo partito con 200 migranti diretti all'hotspot di Taranto.
Una storia triste che arriva da una città dove la gestione del flusso dei migranti, e le loro condizioni, sono un caso nazionale.Il fronte caldo, qui nell'"altra Lampedusa" dove i richiedenti asilo arrivano da tutta Italia ma vengono respinti dalla Francia e rimangono bloccati, non è tanto la chiesa di Sant'Agostino dove è avvenuta la tragedia di ieri (una delle 4 parrocchie cittadine in cui la Caritas accoglie piccoli gruppi). Quanto più quella di Sant'Antonio, nel quartiere delle Gianchette, lungo il fiume Roja: dove da un mese viene data prima accoglienza a tutti i ragazzi in arrivo in città, ma la situazione è ormai sfuggita di mano. Sono quasi 1000 i migranti accampati: i locali non bastano più, c'è chi dorme in cortile, chi in strada, nel parcheggio lungo il fiume. In un container i servizi e le docce per tutti, mentre i pasti vengono forniti dalla Caritas, «800 ogni giorno, in una situazione logistica precaria», conferma Maurizio Marmo, direttore della Caritas della diocesi. Nei giorni scorsi una delegazione di medici dell'ambulatorio Città Aperta di Genova aveva percorso
l'accampamento, visitato 50 persone, segnalato la mancanza di medicinali. E i rischi per la salute dei migranti, e le epidemie che il caldo e lo stretto contatto possono ampliare.
Mentre a Genova si moltiplicano le notizie di arrivi (gli ultimi 50 alcuni giorni fa) di nuovi richiedenti asilo in Liguria, e la Prefettura pubblica un nuovo bando rivolto a cooperative e associazioni per trovare altri 500 posti (il bando scade il 27 luglio, servono 200 posti a Genova e 300 nei comuni della Città Metropolitana, per un appalto complessivo da 2 milioni e 677 mila euro), rimane insomma Ventimiglia l'emergenza regionale.
Perché la ricetta proposta dalla Prefettura di Imperia, l'apertura di un nuovo campo – una distesa di container da 6 posti letto ciascuno, gestita da Croce rossa, Unhcr e Caritas, che dovrebbe aprire a fine settimana nell'ex parco ferroviario Roja, poco più a monte della chiesa di Sant'Antonio – sembra non bastare: accoglierà, secondo le intenzioni, circa 200 persone. Le altre 800 già in città? E quelle che arriveranno? «Si spera che i posti aumentino – continua Marmo – Anche perché qui in chiesa continueremo ad accogliere solo piccoli gruppi, famiglie, ma non può durare così com'è l'accampamento». Sul quale incombe anche un'ordinanza di sgombero per ragioni igienico sanitarie.
,Un metodo che però fa gridare tanti (a partire dai militanti No borders) allo spreco di denaro pubblico per spostamenti inutili.
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