sabato 16 luglio 2016

pc 16 luglio - Speciale VERTICE NATO - IMPERIALISMO E GUERRA - 4

Questa è la quarta serie di articoli sul Vertice Nato di Varsavia che fanno parte di un numero speciale di proletari comunisti in uscita a luglio

NATO E IMMIGRAZIONE
Il Vertice Nato ha avuto più successo nel nuovo tentativo di affrontare la questione immigrazione.
Al Vertice di Varsavia Stoltenberg ha annunciato la nascente spedizione aera navale “Operation sea guardian”. L'operazione “Guardiano sul mare” non è che una trasformazione di una missione che già esiste da anni e che ora viene potenziata e rilanciata. Ed è una missione innanzitutto di intelligence, sorveglianza e identificazione, che dovrebbe svolgersi in collaborazione con la Marina libica sotto il comando del cosiddetto “Governo libico di unità nazionale”.
E' evidente che in tutta questa operazione l'Italia ha un ruolo centrale, ma che affrontiamo – come abbiamo già detto – in seguito.
Quello che la Nato ha deciso è la collaborazione con l'Unione Europea con l'altra operazione “Sophia”, in sostanza una guerra diretta contro l'Isis, che dovrebbe portare i mezzi navali europei a intervenire direttamente nei porti sempre con il pretesto di “neutralizzare le imbarcazioni dei trafficanti”. Si tratta, come giustamente scrive Human rights watch, di un “coinvolgimento della Nato nel controllo dei migranti, con pericoloso scivolamento verso la militarizzazione della crisi umanitaria”.

ANCORA SU NATO E EUROPA
Nel documento finale approvato al Vertice si scrive: “Di fronte alle sfide senza precedenti provenienti da Est e da Sud è giunta l'ora di dare nuovo impeto e nuova sostanza alla partnership strategica Nato-Ue”.
Questo capoverso rende l'idea del passo rappresentato dal Vertice, quello di identificazione tra Nato e
UE che superi la distinzione tra paesi europei e i loro interessi economici e finanziari e l'interesse generale rappresentato dalla Nato.
La crisi UE prodotta dal Brexit con il Vertice Nato viene baypassata, e il documento non è Usa-UE con i suoi 28 paesi, ma un documento concordato con Berlino, Parigi, Londra, col governo italiano a fare da valletto.
Questo compattamento comporta il rafforzamento della deterrenza, cioè delle forze nucleari in Europa e la presenza avanzata nella parte orientale dell'Alleanza. Così come viene raggiunto un compattamento, molto meno lineare e nitido, sul fronte meridionale.
La descrizione dei teatri di guerra e di intesa è finalizzata a ottenere un maggior investimento finanziario da parte dei paesi europei alla Nato stessa.
Quando si dice “Europa”, nella visione dell'imperialismo americano che la Nato principalmente interpreta, non c'è angolo dell'Europa che non debba essere incluso in una visione bellica. E questo vale sia per i paesi membri effettivi della Nato sia per quelli che ancora non lo sono.

Nei giorni successivi al Vertice vi è stato un Tavolo della Nato con Finlandia e Svezia, con la decisione di rafforzare la cooperazione con l'Alleanza attraverso esercitazione militari congiunte o la partecipazione a missioni. Cose peraltro già avvenute in altre occasioni ma. coerentemente alle decisioni del Vertice, questa volta i due paesi vengono indirizzati apertamente verso la cosiddetta “crisi del Baltico”, che peraltro è una invenzione della Nato, per chiamare questi due paesi a partecipare in qualche forma alla cintura aggressiva ai confini della Russia, e la Nato sa bene che questa non può che essere una provocazione e alimentare la spirale con l'imperialismo russo che già nei giorni precedenti, attraverso una dichiarazione di Putin ad Helsinki ha fatto capire di essere pronto a trasferire truppe alla frontiera finlandese se Helsinki decidesse, oltre che partecipare a questo tipo di “missione”, di entrare nella Nato.

Questa pressione americana per l'identificazione Nato-UE è evidente che non può che preoccupare anche i paesi imperialisti europei dominanti la UE. Affidarsi alla Nato in via esclusiva e condizionarla non è sufficiente ai paesi imperialisti europei, e in primis all'”aspirante superpotenza” Germania, per conciliare, fin dove sono conciliabili, gli interessi imperialisti europei con quelli dell'imperialismo russo.
Qui, a dir la verità, l'intervento di Obama al Vertice, lungi dall'aver rassicurato ha ulteriormente preoccupato. Così viene descritto dal Sole 24 Ore “In questo momento di sfida - ha scandito Obama, visibilmente emozionato alla fine del suo ultimo tour europeo da presidente – voglio dire con chiarezza quello che non cambierà mai: l'impegno costante degli Usa per la sicurezza e la difesa dell'Europa. Nei bei tempi e nei brutti tempi l'Europa può contare sugli Stati Uniti”.
Nel linguaggio dei banditi imperialisti questo più che un'assicurazione sembra una minaccia, un ricatto a un pieno allineamento, pena il contrasto con gli Usa.

E' così chiara la cosa che i paesi imperialisti europei affidano più alla stampa che ai governanti il loro commento. Preoccupa la nuova alleanza stretta Usa/Gran Bretagna, preoccupa la visione americana della contrapposizione alla Russia. Per cui si scrive su Sole 24 Ore del 9 luglio che forse la risposta europea debba essere diversa da un entusiasmo per le affermazioni di Obama: “L'uscita di Londra dalla UE avrà probabilmente impatti militari... Londra ha sempre ostacolato la nascita di una identità militare europea indipendente dagli Stati Uniti e dalla Nato... Ora senza l'alibi dei veti britannici si può dare impulso e sostanza alla 'Common security and defence policy', ufficialmente allineata (ma potenzialmente alternativa) a una Nato che non è più rappresentativa dei suoi fondatori europei”.
E' evidente che la pressione americana per spingere verso l'aggressione ad Est rende ancora più necessario che i paesi imperialisti europei – e qui occorre parlare principalmente di Germania e Francia – trovino la forma per difendere anche militarmente i loro interessi rispetto ai piani Nato ad egemonia Usa.
Scrive ancora il Sole 24 Ore: “L'uscita di Londra sembra, quindi, imprimere almeno presso alcuni partner una maggiore determinazione verso l'emancipazione strategica dagli angloamericani”.
Ma, naturalmente, questo discorsi sono discorsi. E' ben chiaro che se questi paesi imperialisti europei, e segnatamente Germania, Francia, vogliono realmente procedere su questa strada, dovranno andare ben oltre gli attuali impegni militari e gli attuali fondi stanziati per la Difesa.
Scrive sempre il Sole 24 Ore: “Per finanziare una nuova autonomia continentale... l'Europa in prospettiva dovrà comunque aumentare le spese militari”.
In sostanza, gli interessi imperialisti di Germania e Francia sono in parte in contrasto con quelli dell'imperialismo americano, e quindi il Vertice Nato non ha detto la parola fine sui piani di questa alleanza. “Il ministro tedesco Ursula Von Der Leyen ha sottolineato che la Germania è pronta ad assumere un ruolo di leadership europea anche sul piano militare”.

Per concludere, le decisioni del Vertice Nato non sono quelle di una potente alleanza imperialista che marcia verso la guerra come blocco compatto, ma un'alleanza venata al suo interno dalla contraddizione interimperialista, dentro la contesa globale per una nuova ripartizione del mondo.

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