Pubblichiamo un intervento di un compagno di Roma sulla Formazione Operaia sull'imperialismo, finora svolta.
Invitiamo compagni, compagne, lavoratori, giovani, intellettuali a intervenire e dare il loro contributo, anche attraverso domande, appunti, ecc., a questa importante e attualissima FO.
Lo si può fare attraverso la postazione di "commenti" agli articoli sulla FO in questo blog, o inviando note, articoli a: pcro.red@gmail.com.
Nel prossimo giovedì pubblicheremo un altro intervento di un giovane professore universitario italiano che insegna in Tunisia - seguirà un altro capitolo del testo di Lenin prima di una pausa nel mese di agosto, per riprendere l'ultima parte del L'Imperialismo da settembre
Attraverso
Lenin e il suo saggio sull'imperialismo da un lato abbiamo la
possibilità di "leggere" gli avvenimenti della nostra
epoca, cioè fare pesare sul terreno della pratica politica il punto
di vista degli operai, dei lavoratori, dei disoccupati, degli
studenti, che lottano su posizioni classiste e che vogliono
combattere la borghesia che mette in piedi ogni giorno il suo tragico
"spettacolo" mediatico e politico per non farci capire
nulla della "sostanza economica dell'imperialismo" che lega
crisi economica, politiche di austerità, guerre, aumento spese
militari, contese interimperialiste, esodo di immigrati, scioperi,
lotta per il posto di lavoro e per il salario contro la politica dei
governi e l'attacco dei padroni, populismo, nazionalismo, moderno
fascismo, razzismo, repressione.
La
Dichiarazione del 1° Maggio di quest'anno spiega bene la fase sulla
linea leninista:
"Nella
fase attuale dell'imperialismo, la feroce concentrazione e
centralizzazione dei capitali raggiunge livelli mai raggiunti. Oggi
l'1% della popolazione detiene più ricchezze di tutta la restante
popolazione mondiale. Con il crescente aumento della concentrazione
negli ultimi 5 anni la ricchezza delle 62 persone più ricche del
mondo è cresciuta del 45%, mentre quella della “metà più povera”
è diminuita del 38%. Questa “metà più povera” sta nella sua
maggioranza assoluta nei paesi oppressi, il 33% nella sola India.
Questa grande borghesia sta sempre più concentrata nella
superpotenza egemonica del mondo : 5 anni fa il 41% dei detentori
delle più grandi ricchezze del mondo vivevano negli Usa, oggi sono
il 46%. Per la prima volta dal 1999 sono accreditate agli USA più
del 50% delle transazioni mondiali relative ai monopoli.
All'opposto,
almeno 800 milioni di persone in tutto il mondo vivono in condizione
di povertà estrema, questa povertà si manifesta in forma più acuta
nei paesi di capitalismo burocratico e semifeudali, il 75% di queste
masse sono contadini poveri: circa 750 milioni non hanno accesso
all’acqua potabile e il 25% non ha energia elettrica. Altre
centinaia di milioni di persone sono brutalmente martoriate da guerre
imperialiste e reazionarie, emigrazione forzata, epidemie, fame e
disoccupazione di massa, che in paesi come la Grecia tocca oltre il
50% di tutta la gioventù".
Senza
la comprensione della "sostanza economica"
dell'imperialismo non c'è l'azione politica conseguente, la politica
comunista, rivoluzionaria, e non riusciremo a scrollarci da dosso la
scimmia del riformismo/revisionismo con tutto il suo peso di
fallimenti, dal cosiddetto "socialismo" in America Latina,
a Siryza fino al cretinismo parlamentare di settori della “sinistra”
in Italia che condividono con il populismo reazionario l'uscita
dall'euro e riducono la contesa interimperialistica a complotto
internazionale.
La
Formazione Operaia serve, eccome, alla comprensione dell'attualità
dell'analisi leninista sull'imperialismo e che è la rivoluzione
l'unica soluzione.
Il
contributo del prof. marxista Di Marco è un'efficace integrazione al
lavoro della FO, è una risorsa importante la capacità divulgativa
di questo intellettuale marxista quando sintetizza l'imperialismo,
cioè come il Capitale passa dalla libera concorrenza al monopolio e
si sviluppa al massimo il sistema creditizio, le banche cambiano
completamente fisionomia e funzione, concentrate in poche,
grandissime banche, diventano grandi monopolisti, diventano il centro
del potere, creano il dominio della banca sul capitalista (tanto che
stanno nei consigli d'amministrazione delle industrie), allargano o
restringono il credito; quindi, la formazione dell'oligarchia
finanziaria, il capitalismo finanziario, l'esportazione di capitali
che accentua la transizione al capitalismo nel paese dipendente e la
sua sottomissione, mentre genera nello stesso paese "esportatore"
parassitismo e corruzione (altro che questione di
illegalità/legalità: è il movimento di capitale!).
Anche
un passaggio merita rilievo, quando il professore ricorda che
l'imperialismo è "questione di stomaco" perchè agisce per
impedire la rivolta operaia e popolare. Bisogna aggiungere che non
sono solo i provvedimenti repressivi contro le rivolte alle politiche
di austerità dei governi, ma anche il razzismo, l'istigazione al
nazismo da parte dei padroni, la penetrazione di teorie "rossobrune"
nel movimento antagonista privo di anticorpi classisti.
Riporto
una citazione di W. Reich utile a questa questione, da “Psicologia
di massa del fascismo”: "L’affermazione dei comunisti che
la politica socialdemocratica aveva aiutato il fascismo a vincere,
era esatta dal punto di vista psicologico di massa. La delusione
della socialdemocrazia accompagnata dalla contraddizione fra
pauperismo e mentalità conservatrice deve necessariamente portare
nel campo del fascismo se non vi sono organizzazioni rivoluzionarie.”
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