Il personaggio in questione si chiama Eyal Karim, ha
il grado di colonnello e lunedì scorso è stato scelto per succedere all’ex
rabbino capo di Tsahal, Rafi Peretz. Massimo imbarazzo nell’esercito che ora in
un comunicato ha informato che il comandante Toflnski ha convocato il rabbino
Karim per chiedergli conto delle sue dichiarazioni rese pubbliche dalla stampa
israeliana. Ma al tempo stesso un portavoce dell’esercito
israeliano ha difeso il nuovo rabbino capo, affermando che “il colonnello Karim ha fatto quella affermazione solamente nell’ambito di una risposta ad una domanda di tipo interpretativo senza fare alcun riferimento ad alcuna pratica di tipo religioso”. Il portavoce militare ha anche affermato che Karim “mai ha scritto né pensato che un soldato israeliano possa, in nessuna circostanza, aggredire sessualmente nessuna donna neanche in tempo di guerra”. Insomma, quel che Karim ha detto sarebbe stato male interpretato o addirittura travisato da colui che pose la domanda al religioso. Però molti media israeliani ricordano quando l’attuale colonnello Karim giustificò lo stupro di donne non ebree in tempi di guerra – seppur in via teorica – rispondendo ad una domanda di un uomo che gli chiedeva se la legge ebraica permettesse questa pratica. Il rabbino rispose che “nonostante il fatto che fraternizzare con una donna gentile (non ebrea, ndr) rappresenti un fatto grave, ciò è invece permesso in tempi di guerra”, circostanza prevista dalla Torah per “soddisfare le inclinazioni maligne”, cioè per elevare il morale della truppa. Già allora all’esercito che gli chiedeva conto delle sua gravi affermazioni Karim presentò le sue scuse affermando che effettivamente il Pentateuco “non permette in nessuna occasione di violentare una donna”.
israeliano ha difeso il nuovo rabbino capo, affermando che “il colonnello Karim ha fatto quella affermazione solamente nell’ambito di una risposta ad una domanda di tipo interpretativo senza fare alcun riferimento ad alcuna pratica di tipo religioso”. Il portavoce militare ha anche affermato che Karim “mai ha scritto né pensato che un soldato israeliano possa, in nessuna circostanza, aggredire sessualmente nessuna donna neanche in tempo di guerra”. Insomma, quel che Karim ha detto sarebbe stato male interpretato o addirittura travisato da colui che pose la domanda al religioso. Però molti media israeliani ricordano quando l’attuale colonnello Karim giustificò lo stupro di donne non ebree in tempi di guerra – seppur in via teorica – rispondendo ad una domanda di un uomo che gli chiedeva se la legge ebraica permettesse questa pratica. Il rabbino rispose che “nonostante il fatto che fraternizzare con una donna gentile (non ebrea, ndr) rappresenti un fatto grave, ciò è invece permesso in tempi di guerra”, circostanza prevista dalla Torah per “soddisfare le inclinazioni maligne”, cioè per elevare il morale della truppa. Già allora all’esercito che gli chiedeva conto delle sua gravi affermazioni Karim presentò le sue scuse affermando che effettivamente il Pentateuco “non permette in nessuna occasione di violentare una donna”.
Ma al di là della questione specifica, la
“carriera” dell’appena nominato rabbino capo delle forze armate di Israele è
caratterizzata da gravi affermazioni sulle donne e sugli omosessuali. Questi
ultimi sono stati da lui qualificati come “malati e deformi”. A proposito delle
donne ha più volte affermato che non dovrebbero poter testimoniare nel corso di
un processo, riconoscendo sì che si tratterebbe di una discriminazione, ma “a
loro favore”, visto che la loro natura sentimentale non permetterebbe alle
donne di sopportare un interrogatorio in un tribunale. Inoltre sul giornale
religioso digitale Kipa.co.il Karim ha affermato che i soldati possono non
rispettare gli ordini dei loro religiosi se questi “contraddicono la legge
(religiosa, ndr) ebraica” e che “i terroristi non dovrebbero essere trattati
come esseri umani perché sono degli animali”. Vari esponenti politici
israeliani, dai laburisti al Meretz fino ai centristi guidati dall’ex ministra
della Giustizia – ora all’opposizione – Tzipi Livni hanno chiesto l’immediata
revoca della nomina di Karim alla carica di rabbino capo dell’esercito.
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