sabato 16 luglio 2016

pc 16 luglio - Montechiaro Asti - ci vuole un certificato medico che accerti i disturbi mentali del sindaco razzista e di chiunque la pensi come lui, per ricoverarli urgententemente nel peggiore dei manicomi

Montechiaro vietata ai profughi senza certificato medico

L’ordinanza del sindaco fa discutere e la Prefettura rassicura: migranti visitati due volte

Profughi alla Croce rossa di Asti




16/07/2016
montechiaro
Senza certificato sanitario il paese diventa off-limits. Almeno per migranti e profughi. E' quanto stabilisce l'ordinanza con cui il sindaco Paolo Luzi di fatto impedisce la dimora, anche occasionale, di persone provenienti da nazioni dell'area africana od asiatica che risultino prive di regolare attestato che certifichi l'assenza di malattie infettive e trasmissibili. Divieto che riguarda qualsiasi struttura di accoglienza e comunque si riferisce a tutto il territorio comunale.
La spiegazione
«Nessuna azione razzista»: interviene subito il primo cittadino, allontanando facili etichettature,
precisando: «è semplicemente un atto che va nell'ottica della tutela della salute della popolazione residente. Voglio essere certo che non vi sia alcun rischio. E' nelle prerogative del ruolo del sindaco e la voglio esercitare».
I precedenti
Prima di Montechiaro analoga ordinanza era stata pubblicata ad Alassio e il Comune aveva anche vinto il ricorso innanzi al Tar. Lo stesso aveva fatto il Comune di Carcare ma in questo caso il prefetto di Savona aveva dichiarata nulla l'ordinanza. Nella capitale della Val Rilate l'atto è stato siglato mercoledì e la popolazione è stata subito informata attraverso una comunicazione inviata a tutte le famiglie. «Prima di dubbi e interpretazioni strumentali ho illustrato personalmente che si tratta di un’azione preventiva in una comunità sul cui territorio operano centri estivi, scuole, micronido, una casa di riposo con 75 anziani e c'è un distretto sanitario. Non vorrei che il contatto con persone che provengono da situazioni di miseria e dove non sono rare epidemie, potessero risultare potenzialmente pericolose».
I nuovi arrivi
All’origine del provvedimento amministrativo vi è l'apertura di una struttura per accoglienza di profughi che la cooperativa Aghaton Srl con sede a Tortona ha avviato in un edificio privato in regione Reale. Primi dieci ospiti giunti il 1° luglio raddoppiati a venti pochi giorni fa. «Personalmente non voglio neppure vedere i certificati sanitari, sono dati sensibili - conclude il sindaco - Ho solo bisogno di sapere che coloro che soggiornano a Montechiaro ne siano in possesso. Asl ed autorità competenti provvedano per loro. So bene che queste persone fuggono da guerra e miseria vanno accolte ma debbo anche tutelare i miei concittadini».
La Prefettura
L’ordinanza del sindaco di Montechiaro è stata accolta con distacco dalla Prefettura di Asti. Questo per due motivi. Il primo, perchè questo tipo di ordinanza (come ad esempio quella sulle chiusura strade) è svincolata dalla supervisione della Prefettura; il secondo è che i migranti in questione sono in possesso della certificazione medica.
Lo dice e lo spiega Diego Dalla Verde, capo di Gabinetto: Non abbiamo motivo di preoccuparci. I migranti vengono visitati per due volte: quando sbarcano, dai medici della polizia o della Croce rossa e quando arrivano ad Asti in base ad un accordo locale con l’Asl e Croce rossa. I certificati sono dove devono essere: dal gestore e da noi». Inoltre va specificato che chi approda all’hub di Settimo viene visitato anche lì.
Per quanto invece riguarda un possibile ricorso al Tar, Dalla Verde spiega: «Non spetta a noi farlo in quanto noi non siamo coinvolti. Il sindaco ha fatto l’ordinanza in base all’articolo 50 come governatore locale e non in base all’articolo 54 che concerne le ordinanze “gerarchicamente” sotto la Prefettura». In pratica sono sotto l’egida prefettizia gli argomenti di ordine pubblico ma non quelli sanitari o viari che sono a discrezione del primo cittadino.
L’ordinanza quindi è appellabile al Tar o al tribunale ordinario solo da persona lesa e quindi in pratica un richiedente asilo (come recentemente sentenziato per una situazione analoga in Liguria).
La parola provenienza
Un altro problema ruota attorno alla parola «provenienza». Applicando alla lettera l’ordinanza il certificato medico sarebbe necessario per chiunque arrivi o rientri a Montechiaro da un viaggio in « Paesi dell’a rea africana o asiatica» magari di lavoro o di piacere.
Andamento migratorio
I numeri dell’accoglienza nella provincia di Asti sono stati oggetto di un convegno in Prefettura in cui Maria Angela Savoca, funzionaria linguistica, ha presentato l’andamento migratorio. Attualmente i richiedenti asilo e i rifugiati sono 760 (erano 40 a marzo 2014; 400 ad agosto 2015) ma il numero è destinato a salire.

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