Dal blog tarantocontro
Giovedì
scorso, a Taranto l’Associazione Nazionale Magistrati, presieduta dalla giudice Fulvia Misserini (che sta tenendo il processo Ilva "Ambiente svenduto") ha invitato
le delegazioni della Rete di Scuole
(Artistosseno-Ferraris-Archita-Pitagora e Maria Pia) ad assistere al
film “Sulla mia Pelle”, che racconta gli ultimi sei giorni di
vita di Stefano Cucchi: dall’arresto all’obitorio, passando per le
violenze subite ed oggi al centro di un processo che vede imputati a
vario titolo cinque carabinieri.
Al
termine del film, in una sala piena di studenti, hanno parlato con gli
studenti, la giud. Misserini, il procuratore aggiunto della Repubblica
di Taranto, Maurizio Carbone, l’avvocato Rosario Orlando e il neo
questore, Giuseppe Bellassai.
Questi, come riporta anche la stampa, hanno parlato del "dramma
di un ragazzo finito nella morsa della violenza e
dell’indifferenza burocratica, dell’omertà in divisa, della
superficialità, della strafottenza quotidiana di una volgare routine
che protocolla mostruosità. Ma - subito hanno aggiunto - lo Stato c’è,
sa guardarsi dentro e quando sbaglia ha gli anticorpi giusti per reagire
e fornire risposte in punta di Diritto e con la forza della Libertà di
ognuno. La nostra Costituzione parla chiaro, hanno ribadito tutti,
ognuno dalla propria angolazione istituzionale, e nessuno può
considerarsi immune da una Giustizia chiamata a tutelare gli ultimi come
i primi. L’Uguaglianza era e resta un principio sacrosanto e fondativo
dello stato moderno e dunque della nostra Repubblica".
E'
sicuramente stata una buona iniziativa, questa di ANM; un film come
questo dovrebbe essere proiettato in tutte le scuole. Speriamo, come ha
accennato la Misserini, che seguano altre di iniziative come questa.
Ma, c'è da dire che la denuncia pur sentita nei loro interventi non centra il problema.
Di fatto ha teso a circoscrivere il "caso Cucchi" a una situazione che invece è la punta di
iceberg
di un sistema; così come ha derubricato le cause dell'assassinio di
Cucchi parlando di indifferenza burocratica, omertà in divisa,
superficialità, strafottenza quotidiana...
In
realtà non c'è solo "il caso Cucchi", c'è Aldo Bianzino, c'è Stefano
Brunetti, c'è Giuseppe Uva, ci sono decine e decine di altri - tanti non
venuti alla luce; c'è una politica, un modus operanti, di polizia,
carabinieri che è generale, che è fascista, in cui "l'eccezione" - come
rileva il caso Cucchi - sono i singoli, come il carabiniere
Riccardo Casamassima, che dopo anni ha parlato, sottoposto a mille
pressioni, intimidazioni, ricatti dal basso e soprattutto dall'alto.
Proprio
la vicenda Cucchi, con tutta l'omertà, le falsità, che l'hanno
accompagnata e che ancora non è finita, rivela che il "nero, il male"
sta in ogni struttura e corpo delle forze dell'ordine, e sta soprattutto
in alto, molto in alto, nei Vertici militari, e non solo; che quindi si
tratta di un sistema carcerario, di ingiustizia, di assoluta
disuguaglianza, che è la tragica "normalità" in un sistema borghese che
protegge i potenti, i ricchi, i padroni e condanna, perseguita, tratta
come se fosse "niente" la vita di ragazzi, di proletari, di poveri.
La
"normalità" che non viene detta - neanche l'altra sera - è la
drammatica condizione giornaliera delle carceri, in cui la "fine pena
quotidiana, mai" riguarda anche chi ha pochi anni di detenzione, la
"normalità" delle perquisizioni corporali, dei "pestaggi", dei divieti
su diritti anche previsti, del sovraffollamento, del non-diritto alla
salute, ecc.
Una
condizione che provoca troppi suicidi. E come si può tacere su questo,
proprio a Taranto che sta diventando la capitale dei suicidi!?
La
"normalità" è un sistema che istituisce per legge, con il 41bis, la
tortura bianca nelle carceri, sempre più estesa, sempre più illogica
(anche dal punto di vista della sicurezza dello Stato borghese), solo
persecutoria - vedi il caso di Nadia Lioce da circa 15 anni in 41bis, ma
come lei tanti detenuti.
Se
non si denuncia, scoperchia, non ci si schiera contro tutto questo
"normale" sistema, non si può concludere in maniera rassicurante - come
hanno fatto gli intervenuti giovedì sera - che "lo Stato c’è, sa guardarsi dentro e quando sbaglia ha gli anticorpi giusti per reagire e fornire risposte in punta di Diritto".
Lo
Stato borghese, oggi sempre più pericolosamente adeguato alla marcia di
un moderno fascismo, non è che non c'è... Esiste, ed agisce per
salvaguardare il suo regime, la classe che rappresenta.
Le eccezioni tra magistrati, forze dell'ordine sono appunto tali, e non possono essere di per sè gli "anticorpi".
Gli
"anticorpi" sono le lotte, sono i proletari, le masse, i giovani che si
ribellano a questo Stato, a questo sistema (e per questo sono sempre
più repressi) - ma di questo parleremo in un altro momento..
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