Un abbraccio solidale dello slaicobas per il sindacato di classe
coordinamento nazionale
Il Tribunale di Modena ha assolto nella giornata di oggi Aldo Milani, coordinatore nazionale del SI COBAS, dall’accusa di estorsione.
coordinamento nazionale
Il Tribunale di Modena ha assolto nella giornata di oggi Aldo Milani, coordinatore nazionale del SI COBAS, dall’accusa di estorsione.
Assolto
con formula piena, “perchè il fatto non sussiste”, Aldo
Milani,
punto di riferimento del sindacato conflittuale e di base
Si Cobas,
sotto processo a Modena
con l’accusa di estorsione e una pesantissima operazione mediatica,
che lo aveva portato anche in carcere con l’accusa infamante di
essersi intascato dei soldi in cambio di accordi sindacali. Una
montatura caduta stamattina, lunedì 13 maggio, in Tribunale a
Modena, dove è arrivata l’assoluzione
con formula piena,
nonostante la Pm Claudia Natalini avesse chiesto 2 anni e 4 mesi con
l’accusa di estorsione in danno alla Alcar Uno.
I fatti risalgono
al 2016 quando
Milani fu arrestato
assieme al consulente aziendale Piccinini, dopo che le telecamere filmarono quest’ultimo ricevere una busta contenente denaro durante un incontro tra i fratelli Levoni, proprietari di una nota azienda agroalimentare. L’accusa era quella di aver estorto denaro agli imprenditori Levoni in cambio dello stop agli scioperi e picchetti, in combutta con Piccinini. Milani si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda e vittima di una trappola, politica e mediatica, ordita per screditare le lotte operaie, costruita attorno a un buco logico gigantesco: Piccinini, infatti, era un intermediario e consulente aziendale, e non sindacale. Ora è arrivata anche la conferma in Tribunale, che ha assolto Milani, mentre Piccinini e’ stato condannato a due anni e quattro mesi, con apposito rito abbreviato. Crolla dunque l’operazione di infangamento, la cui rilevanza era espressa anche da alcuni esponenti delle forze dell’ordine. Per le quali Milani sarebbe figura sindacale di importanza pari a quella di “Luciano Lama nell’epoca d’oro della Cgil”, rendendo il suo arresto “importantissimo”. La vicenda, se mai ce ne fosse bisogno, rinforza ancora di più i percorsi di conflittualità operaia. Lottare per i propri diritti non è estorsione!
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