domenica 12 maggio 2019

pc 12 maggio - Sulla iniziativa contro la repressione a Torino - un resoconto/corrispondenza

Corrispondenza a cura dei compagni di proletari comunisti di Milano presenti e quindi sotto la loro responsabilità
Esiste la registrazione integrale su facebook potere al popolo di Torino a cui rimandiamo.
La sala era piena e molti giovani studenti.
Abbiamo distribuito l’intervista all'avvocato Vitale sulla repressione contro Asilo Occupato a Torino pubblicata sul numero 3 di proletari comunisti così come l'appello congiunto Mfpr/Soccorso rosso proletario per la mobilitazione nazionale unitaria del 19 giugno.
Nella introduzione il giovane responsabile di PAP ha spiegato il senso dell’iniziativa. In sintesi ha parlato della repressione sottolineando il fatto che questo governo è in continuità con quello che l’ha preceduto, mettendo in evidenza il ruolo di Minniti. Questo attacco repressivo colpisce le condizioni delle classi popolari, come attacco preventivo per contenere possibili ribellioni. È necessario rispondere con la lotta e la solidarietà. Dare una prospettiva politica di rottura capace di individuare gli alleati. Capire chi non può essere nostro alleato (PD e Cgil)...
Il rappresentante dell’Osservatorio contro la repressione, via skype, ha sostenuto  come da Genova
2001 in poi è stato un crescendo dell’ondata repressiva. Una sorta di emergenza continua. In un contesto di crisi economica l’Italia è al terzo posto per militarizzazione e forze di polizia. Ha citato la tolleranza zero partita dagli Usa (Giuliani). Diritto diseguale, ingiustizia di classe. In questo ha parlato dalla composizione della popolazione carceraria. Ha parlato di Salvini/Di Maio come regime reazionario di massa, usando il termine fascistizzazione, vedi ad es. la questione dei grembiuli a scuola; considerare la solidarietà antirazzista come reato penale. Gli italiani non sono brava gente, vedi quello che accade in alcune periferie romane. La società italiana è impregnata di fascismo.Si sviluppa un uso criminogeno dei reati associativi vedi il concorso morale in contrasto con Costituzione. Daspo urbano come attacco alla povertà, poveri che vengono allontanati dal centro e deportati nelle periferie. L’Italia è sempre di più il paese del controllo repressivo delle masse. Ha parlato delle varie forme della repressione. e della necessità di connettere le lotte sociali. Senza le quali non ci può essere nessuna ripresa politico/sociale.
Un altro rappresentante delle forze presenti, Piccioni, ha sostenuto che non bisogna vedere le politiche di repressione come a sè stanti. Ma legate alle forme di mediazione sociale in materia di spesa sociale-welfare. Quando li si taglia, si reprime anche in assenza di lotte sociali. Siamo di fronte a forme di 'Repressione immotivata'. Meno resisti e più ti reprimono. Nell'esperienza degli inizi degli anni anni 70, compagni, non del tutto “innocenti”, sono stati assolti grazie alla mobilitazione di massa. Oggi cose come multe, daspo etc.sono sproporzionati rispetto agli anni 70. Siamo di fronte a una continuità dello stato nella repressione che si basa anche sulla indeterminazione del reato. Repressione dei tifosi/daspo generalizzato a tutti gli aspetti sociali. Non riconoscimento del reato politico. Ha citato Cossiga in merito alla sospensione delle regole costituzionali (ndr, vedi la sua intervista a Kossiga contenuta nel libro “1977 una sparatoria tranquilla”) e il ruolo avuto in quegli anni dal Pci. La logica di una Emergenza che non finisce mai si sta diffondendo, vedi anche in Francia (il caso del daspo francese ad un giornalista).
L'avvocato Vitale impegnato nella difesa di compagni imputati in diverse vicende politiche ha denunciato come L'emergenza venga utilizzata per arretrare e cancellare i diritti - vedi il 41bis. Ha parlato dell'influenza dei rapporti di forza nei processi - es. il maxi processo NoTav, il processo Ilva, ecc.  La proposta è di un Movimento antipenale contro la logica di Stato e governo a ridurre il tutto a reato penale, questo non deve portarci a oscurare il fatto che la responsabilità  è del sistema. Vanno contrastati i reati da conflitto sociale (blocco stradale), lotte sindacali, migranti, ecc. la militarizzazione, come a Torino, dove si è sgomberato l’Asilo Occupato e si è militarizzato un intero quartiere, Aurora, per settimane. Anche se questo gli si è ritorto contro....
Nicoletta Dosio Movimento NOTAV: il suo intervento di fatto ha ripercorso tutta la storia del movimento NoTav per dire che nella valle si è resistito, si è creata solidarietà, si è risposto alla repressione, ci si è ribellati, la collettività in valle è rinata, ecc. In sostanza un esempio per tutti. E’ necessario che rinasca il conflitto che serve per contrastare realmente la repressione statale.
Flavia: - licenziata dalla scuola per una manifestazione antifascista e denuncia della azione della polizia a difesa dei fascisti - ha ripercorso la sua vicenda e la gogna mediatica che ha portato al suo licenziamento. Nel farlo ha spiegato molto bene il suo pensiero che possiamo sintetizzare in due concetti: 1) la sua identità non tanto di maestra che ha osato offendere la polizia ma di maestra antifascista, che dovrebbe essere maestra antifascista riconosciuta come figura istituzionale in quanto a difesa dei valori costituzionali nati dalla Resistenza, 2) questi valori devono trovare una condivisione/pratica collettiva perché isolati è molto difficile tenere la rotta.
Il collettivo universitario 'Noi Restiamo' ha parlato della vicenda che li ha riguardati (la  lotta contro l’apertura di un Burger King all’interno del campus universitario, della repressione che li ha colpiti e del daspo dato ad uno studente) e ha condiviso la necessità di connettersi per rispondere alla repressione, alla necessità della solidarietà.
I nostri compagni sono intervenuti. Abbiamo parlato dell’appello-raccolta firme fatto dall’Mfpr per Flavia e posto come la repressione è uno degli aspetti della lotta di classe e quindi non è un aspetto tecnico e non è vero che meno rispondi meno vieni represso; bisogna portare questa lotta fin dentro i tribunali per influenzare gli stessi giudici; l’unità è giusta e necessaria e va praticata al di la di chi sia colpito dalla repressione, come la storia degli anni 70 ha mostrato; infine, abbiamo lanciato anche in questa sede  la proposta di mobilitazione nazionale unitaria  per il 19 giugno a partire dalla difesa dei prigionieri politici. 

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