venerdì 17 maggio 2019

pc 17 maggio - Boom di polizze contro la caduta delle Borse: uno dei tanti forti segnali della crisi economica mondiale, insieme alla guerra dei dazi, alla guerra del petrolio...!

La crisi attuale del sistema capitalistico la sentono sulla propria pelle le masse popolari di tutto il mondo con la povertà crescente. I borghesi sono tutt’al più “preoccupati” e a modo loro ci raccontano passo dopo passo i segnali di questa crisi, smentendo se stessi e i politici quando invece fanno gli ottimisti a tutti i costi sul futuro di questo sistema. Il pezzo che riportiamo sotto ne è un chiaro esempio. Le frasi in grassetto sono nostre.

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“BOOM DI POLIZZE CONTRO LA CADUTA DELLE BORSE
Il rimbalzo delle Borse di ieri non tragga in inganno (il fatto cioè che le Borse ogni tanto danno segni positivi, ndr): gli investitori sono molto preoccupati per il futuro dei mercati azionari. La flessione degli indici dai massimi toccati il 3 maggio è tutt’ora modesta (da allora Wall Street ha perso circa il 3%), ma nel comportamento degli investitori si capisce che la preoccupazione c’è. Lo dimostra il sondaggio mensile condotto da Bank of America tra 250 gestori di fondi globali con masse pari a 687 miliardi di dollari (questi sono tutti soldi che girano il mondo letteralmente alla ricerca di profitti, ndr): più un terzo di loro ha infatti messo in atto strategie per proteggersi dal rischio che il mercato azionario registri un forte calo nei prossimi tre mesi. Un livello così elevato di protezione non si era mai visto da quando Bank of America fa questo sondaggio. La preoccupazione è palesata anche da altri dati: da un lato aumentano i gestori che sovrappesano il cash nei portafogli, dall’altro diminuiscono di 6 punti (all’11%) quelli che sovrappesano le azioni. A preoccupare non è l’economia. Anzi: le aspettative sui profitti sono sui massimi da 9 mesi (E qui fa capolino di nuovo l’ottimismo, ma si parla di profitti da parassiti, quelli dei fondi, delle banche, ndr). Il timore nasce invece da quella semi-guerra commerciale che non si sa se stati Uniti e Cina vogliano davvero combattere.”
Il Sole 24 Ore
16 maggio ’19

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