Questa mattina a Zingonia, nel bergamasco, Salvini è tornato sull’argomento: “Se in Vaticano qualcuno vuole pagare le bollette degli italiani in difficoltà ci diano un conto corrente che lo do a tanti sindaci, perché ce ne sono tanti”.
“Di fronte a un problema di salute e di vita delle persone, una risposta del genere non me l’aspettavo. Mi aspettavo ben altro, mi aspettavo un intervento suo, anche personale, all’interno di questo posto”, ha commentato suor Adriana Domenici, la missionaria laica che si è battuta per il ripristino dell’elettricità nel palazzo occupato. Secondo suor Adriana, Salvini dovrebbe venire a vedere con i suoi occhi la situazione nel palazzo occupato: “Magari! Farebbe un’azione giusta anche per vedere come funziona l’occupazione, chi sono le persone all’interno, la loro storia, la loro vita”. Per la missionaria laica “le istituzioni devono rispondere a un problema così grave e diffuso. L’occupazione è diventata quasi una norma perché non c’è più possibilità di sopravvivenza – sottolinea – Se non fosse per la chiesa questa gente dove starebbe? Dove sarebbe se non ci fossero le mense, le offerte di vestiario?”.
“Nel caso in cui l’elemosiniere del Papa venisse denunciato, siamo pronti ad autodenunciarci tutti”, ha annunciato Andrea Alzetta di Spin Time Labs, il centro culturale polifunzionale che organizza attività nel palazzo occupato. “Il Cardinale Krajweski ha obbedito al Vangelo – ha aggiunto – ha guardato prima ai bisogni delle persone che soffrono. La legalità se non è collegata alla giustizia sociale è un contenitore vuoto”. “Faremo una raccolta firme perché se il cardinale Konrad sarà denunciato siamo pronti a autodenunciarci in sostegno al suo gesto di umanità”, fa eco Adriano Cava di Spine Time Labs, in vista dell’assemblea pubblica indetta per le 18. “Stasera faremo il punto di quanto successo e l’assemblea servirà ad avere la narrazione diretta di quanto accaduto”, ha continuato.
Anche gli inquilini stanno con il prelato: il suo è stato un gesto “rivoluzionario”, ma “non avevo dubbi che ci sarebbero state polemiche. Mi fa male che continuino a pensare che siamo degli illegali, abbiamo ridato vita a un palazzo abbandonato”, ha raccontato Sabina Aristarco, 50 anni, tra gli occupanti più colpiti, a causa dei suoi problemi respiratori, dal distacco della luce. “Siamo famiglie povere che non hanno alternative – continua sostenendo di aver chiesto un alloggio popolare 13 anni fa – Siamo entrati in un bene comune e visto che le istituzioni ci ignorano dobbiamo trovare un modo di vivere dignitoso”.