RESOCONTO DELLA SECONDA ASSEMBLEA TELEMATICA DEL PATTO D’AZIONE del 14 aprile
A cura del SI Cobas nazionale
Interventi nell'assemblea del 14 aprile da Bergamo, Palermo e Taranto dello Slai cobas per il sindacato di classe - disponibili per i compagni la registrazione - slaicobasta@gmail.com
A seguito del primo incontro del 2 aprile, martedì scorso si è svolta
la seconda assemblea nazionale promossa dal SI Cobas per rafforzare un
patto d’azione tra le realtà sindacali, sociali e politiche dell’area
anticapitalista.A cura del SI Cobas nazionale
Interventi nell'assemblea del 14 aprile da Bergamo, Palermo e Taranto dello Slai cobas per il sindacato di classe - disponibili per i compagni la registrazione - slaicobasta@gmail.com
Anche stavolta la partecipazione ha sfiorato i 200 contatti, in larga parte espressione delle realtà che erano già intervenute il 2 aprile, ma con l’importante novità della partecipazione di diversi delegati sindacali di fabbrica dell’opposizione Cgil e di reti autoconvocate (su tutte FCA di Cassino, GKN, precari della scuola e della sanità).
Ciò da una ulteriore spinta a un percorso che, come abbiamo più volte evidenziato, punta ad andare ben oltre gli ambiti di intergruppo tra strutture già esistenti, ma si pone come ambito largo di costruzione di un’opposizione di classe all’altezza dei compiti immediati che questa difficilissima fase ci pone.
Gli interventi hanno ampiamente dibattuto le ultime evoluzioni della crisi sanitaria ed economica legata all’emergenza CoViD-19, e indicato un primo calendario di mobilitazione.
Sul primo aspetto si è confermata un ampia convergenza sui contenuti della mozione approvata all’indomani dell’assemblea del 2 aprile, sulla quale sono emerse alcune proposte di arricchimento su aspetti rivendicativi che non erano stati sinora trattati (su tutti la condizione delle donne in quarantena) o di aggiornamento alla luce dell’accelerazione di queste ore da parte di governo e padroni nella direzione di una riapertura generalizzata delle attività produttive...
- Lo Slai cobas per il sindacato di classe propone emendamenti alla mozione del 2 aprile, ma finora non ci sono risposte - allegati in coda -
...La realtà di queste settimane sta svelando chiaramente come i proclami del governo Conte su una “fase 2” siano smentiti clamorosamente dal fatto che in migliaia di aziende la “fase 1” non ci sia mai
stata, e come grazie alle deroghe a pioggia garantite dalle Prefetture e dalle gravi carenze e omissioni sulle misure di sicurezza, i luoghi di lavoro siano stati il vero principale veicolo del contagio di massa, sia al nord che al centro-sud.
In secondo luogo, la probabile e imminente riapertura di tutte le attività economiche pone nell’immediato la necessità di impedire che tale riapertura sia a “senso unico”.
Finora abbiamo detto che bisognava stare tutti a casa per fermare la pandemia: ma se governo e padroni decidono di riaprire tutte attività economiche in nome dei profitti, allora bisogna ripartire anche con l’iniziativa politica, sindacale e sociale, riconquistandoci (con tutte le misure e le cautele necessarie) quell’agibilità sui luoghi di lavoro, sui territori e nelle piazze che finora è stata sospesa e che governo e padroni vorrebbero prorogare a oltranza in chiave di prevenzione e repressione e del malcontento.
Sul “che fare” nell’immediato sono emerse due indicazioni.
La prima, su proposta di SI Cobas e Adl Cobas, di 2 giornate di mobilitazione sui luoghi di lavoro per il 30 aprile e 1 maggio, per denunciare la mattanza operata in queste settimane da governo e Confindustria e imporre il varo di Protocolli sulla tutela della sicurezza e della salute in tutti i luoghi di lavoro...
- lo Slai cobas per il sindacato di classe condivide le 2 giornate di mobilitazione 30/1 maggio -
...La seconda, su proposta della rete “Vogliamo Tutto”, di una settimana di mobilitazione dal 25 aprile al 1 maggio sui territori per denunciare la condizione drammatica dei milioni di disoccupati e precari colpiti dalla crisi e dalla quarantena obbligatoria, per rilanciare le iniziative di mutualismo in atto da settimane in numerose città, lo sciopero degli affitti e la rivendicazione di coperture salariali e di reddito adeguate al costo della vita...
- lo Slai cobas per il sindacato di classe condivide la piattaforma di "Vogliamo tutto" sul territorio nelle città in cui è presente - ma come campagna prolungata che dura almeno tutto il mese di maggio -
...Su queste due proposte, valutate le forme specifiche da adottare, si indirizzerà il lavoro delle realtà del Patto d’azione, partendo dalla principale rivendicazione comune: che la crisi sia pagata dai padroni, dai grandi capitali e patrimoni, e non dai proletari.
Allegato
Osservazioni e proposte Slai cobas sc su alcuni punti della Mozione finale dell'assemblea del 2 aprile
1) Nella piattaforma è posta al punto 12 la chiusura dell'Ilva. Primo, questa proposta non è venuta da nessun intervento dell'assemblea del 2 aprile e quindi non si può mettere come se fosse espressione dell'assemblea. Noi di Taranto abbiamo informato della battaglia in corso all'ArcelorMittal ex Ilva per ridurre al minimo la presenza dei lavoratori in questo periodo di coronavirus, ma sicuramente non abbiamo parlato di chiudere l'Ilva, né altri l'hanno posto. Secondo, questa questione dell'Ilva attiene a un dibattito più ampio e specifico, dove sono presenti varie posizioni, e pertanto non si può ridurre ad un punto di una piattaforma che deve rimanere principalmente su come rispondere e lottare sull'emergenza coronavirus, su come la stanno affrontando nelle misure padroni e governo e come invece deve essere affrontata dal sindacalismo di base, movimenti di lotta, organizzazioni.
Quindi chiediamo che questo riferimento esplicito all'ILVA vada tolto.
Cogliamo l'occasione per aggiungere brevissime considerazioni. Noi pensiamo che proprio il coronavirus, emblematico oggi delle pandemie del capitale, dovrebbe mostrare a tutti, compresa l'area degli ambientalisti, che “nocivo è il capitale non la fabbrica”; che puoi anche “chiudere l'Ilva” ma poi il coronavirus ammazza in pochi mesi ancora più persone e quindi fa venir meno ogni illusione di guardare e intervenire solo sugli effetti non affrontando la vera causa, che è la produzione capitalista per il profitto che porta allo sfruttamento dell'uomo e delle risorse naturali, alla distruzione dell'ambiente e alla devastazione territoriale.
Il sindacalismo di base e di classe ha ancora di più oggi l'opportunità, il dovere di fare chiarezza. Non invece di alimentare posizioni che allontanano dal cuore della contraddizione: capitale/lavoro salariato – profitto/distruzione dell'ambiente.
2) E' riduttivo e non esatto parlare della spinta delle proteste di migliaia di lavoratori, citando solo la (citiamo dalla mozione): “traduzione concreta nelle campagne di astensione come quelle portate avanti da SI Cobas e Adl Cobas nella logistica (che in queste ore si sta traducendo nella definizione di accordi e Protocolli sulla sicurezza tesi a ridurre sensibilmente le attività e a garantire una copertura salariale prossima al 100% anche attraverso l'anticipo di FIS e Cigs)”.
Le proteste più significative sono state le decine e decine di scioperi, in particolare nelle fabbriche e posti di lavoro del nord, ma non solo, anche queste in parte spontanee, costringendo in alcuni casi dopo i sindacati confederali ad andare dietro.
Queste hanno costretto il governo a prendere alcune misure (che chiaramente sono totalmente insufficienti). Su questo oltre al ruolo importante del SI COBAS nella logistica, altre strutture del sindacalismo di classe - compreso noi – e di base hanno fatto e continuano a fare in questi giorni la loro parte. Ogni sindacato di base e di classe non può non considerare più importanti, dal punto di vista della lotta di classe, gli scioperi piuttosto delle astensioni anche di massa usando la malattia; arrivando a sostituire questa astensione (che chiaramente in molti casi è stata obbligata e vasta) all'arma di classe dello sciopero, dando, quindi, un messaggio non adeguato agli stessi lavoratori.
Detto questo, in questo momento anche in altre realtà vi sono stati e vi sono interventi sulle misure di sicurezza che riescono a strappare dei risultati, e potremmo fare un nutrito elenco.
Quindi chiediamo che questo pezzo venga modificato nella mozione - mettendo in questa maniera: “sulla spinta di numerosi scioperi in fabbrica e proteste dei lavoratori, così come delle campagne di astensione come quelle portate avanti da SI COBAS e ADL Cobas nella logistica e da altre realtà del sindacalismo di base e di classe in tanti posti di lavoro...”
3) Inoltre alla rivendicazione al punto 6) della piattaforma "Garantire la libertà di sciopero e l'agibilità sindacale...", si deve aggiungere: “contrastare e non rispettare i divieti della Commissione Garanzia Sciopero”; (dato che con la scusa del coronavirus la CGS sta attaccando il diritto di sciopero e comminando pesantissime sanzioni, a cui occorre rispondere prima di tutto confermando lo sciopero).
4) Sui migranti. Gli obiettivi devono essere molto più chiari e netti - frutto delle denunce e lotte dei migranti braccianti, lavoratori e delle baraccopoli, portate anche nell'assemblea del 2 aprile da chi fa queste lotte, in primis Campagne in lotta.
Noi dobbiamo chiedere: “permessi di soggiorno, documenti anagrafici e riconoscimento diritto d'asilo per tutti i migranti; insieme a reddito, case, misure sanitarie, chiusura dei Cpr - anche per la difesa della salute dal coronavirus; riapertura subito dei porti” (il governo, oggi con la scusa del coronavirus, sta chiudendo i porti mettendo a rischio la vita di decine di migranti, e alimentando, alla stregua di Salvini, il razzismo tra la gente).
5) Nella piattaforma è posto come primo obiettivo la “patrimoniale”. Noi siamo perchè invece vengano poste prima le rivendicazioni immediate, proposte da realtà come 'Vogliamo tutto', ecc; su cui è necessario ora strappare risultati, anche perchè queste rivendicazioni possono essere gestite nei luoghi di lavoro e sul territorio vedendo protagonisti i proletari e le masse e hanno delle controparti dirette (aziende, prefetture, regioni, comuni), e su cui, quindi, sono possibili sia iniziative che contrattazione.
D'altra parte sulla patrimoniale, essa è una giusta rivendicazione dell'azione sindacale di classe che va inserita nella piattaforma, mentre diciamo chiaro che non siamo d'accordo, come è scritto in alcuni documenti politici che fanno riferimento all'area SI COBAS, che imporre una patrimoniale del 10% vorrebbe dire “espropriare gli espropriatori”; questo può sembrare più avanzato, ma in realtà saremmo all'illusione riformista di poter “espropriare gli espropriatori” senza il potere in mano agli operai. (Il governo ha stanziato sì 400 miliardi ma per destinarli ai padroni).
6) Per la stessa motivazione di sopra, sulla questione delle spese militari - in cui si scrive "Drastico e definitivo taglio alle spese militari" - siamo per togliere la parola "definitivo", perchè far credere che in questo sistema capitalista/imperialista si possano eliminare definitivamente le spese militari è massimalismo, parolaio. Qui sarebbe più corretto dire: “spostare fondi dalle spese militari alla sanità”.
7) Circa lo “sciopero generale”, anche noi non eravamo d'accordo a farlo coincidere col 1° Maggio, in cui c'è festa e quindi vi è già un'astensione dal lavoro, che chiaramente non potremmo chiamare “sciopero”. Ma ci rimettiamo alle decisioni collettive della prossima assemblea.
Vogliamo qui solo chiarire che nel nostro intervento il 2 aprile abbiamo parlato di “scioperi” lì dove è possibile e necessario, non di “sciopero generale”, come invece ha voluto interpretare il coordinatore del Si.cobas, Milani per dire che era impossibile.
Ora nella mozione lo si pone. Discutiamone alla luce della varietà della situazione nei posti di lavoro.
8) Circa il”patto d'azione” nel titolo. Noi siamo per un patto d'azione di fase, come lo eravamo l'8 febbraio sulla questione decreti sicurezza/repressione. “Patto d'azione” richiede però un coordinamento nazionale collettivo che lo gestisce e permette di capitalizzare i risultati delle assemblee, e organizzare e strutturare il patto a livello nazionale e locale.
Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
10.4.20
1) Nella piattaforma è posta al punto 12 la chiusura dell'Ilva. Primo, questa proposta non è venuta da nessun intervento dell'assemblea del 2 aprile e quindi non si può mettere come se fosse espressione dell'assemblea. Noi di Taranto abbiamo informato della battaglia in corso all'ArcelorMittal ex Ilva per ridurre al minimo la presenza dei lavoratori in questo periodo di coronavirus, ma sicuramente non abbiamo parlato di chiudere l'Ilva, né altri l'hanno posto. Secondo, questa questione dell'Ilva attiene a un dibattito più ampio e specifico, dove sono presenti varie posizioni, e pertanto non si può ridurre ad un punto di una piattaforma che deve rimanere principalmente su come rispondere e lottare sull'emergenza coronavirus, su come la stanno affrontando nelle misure padroni e governo e come invece deve essere affrontata dal sindacalismo di base, movimenti di lotta, organizzazioni.
Quindi chiediamo che questo riferimento esplicito all'ILVA vada tolto.
Cogliamo l'occasione per aggiungere brevissime considerazioni. Noi pensiamo che proprio il coronavirus, emblematico oggi delle pandemie del capitale, dovrebbe mostrare a tutti, compresa l'area degli ambientalisti, che “nocivo è il capitale non la fabbrica”; che puoi anche “chiudere l'Ilva” ma poi il coronavirus ammazza in pochi mesi ancora più persone e quindi fa venir meno ogni illusione di guardare e intervenire solo sugli effetti non affrontando la vera causa, che è la produzione capitalista per il profitto che porta allo sfruttamento dell'uomo e delle risorse naturali, alla distruzione dell'ambiente e alla devastazione territoriale.
Il sindacalismo di base e di classe ha ancora di più oggi l'opportunità, il dovere di fare chiarezza. Non invece di alimentare posizioni che allontanano dal cuore della contraddizione: capitale/lavoro salariato – profitto/distruzione dell'ambiente.
2) E' riduttivo e non esatto parlare della spinta delle proteste di migliaia di lavoratori, citando solo la (citiamo dalla mozione): “traduzione concreta nelle campagne di astensione come quelle portate avanti da SI Cobas e Adl Cobas nella logistica (che in queste ore si sta traducendo nella definizione di accordi e Protocolli sulla sicurezza tesi a ridurre sensibilmente le attività e a garantire una copertura salariale prossima al 100% anche attraverso l'anticipo di FIS e Cigs)”.
Le proteste più significative sono state le decine e decine di scioperi, in particolare nelle fabbriche e posti di lavoro del nord, ma non solo, anche queste in parte spontanee, costringendo in alcuni casi dopo i sindacati confederali ad andare dietro.
Queste hanno costretto il governo a prendere alcune misure (che chiaramente sono totalmente insufficienti). Su questo oltre al ruolo importante del SI COBAS nella logistica, altre strutture del sindacalismo di classe - compreso noi – e di base hanno fatto e continuano a fare in questi giorni la loro parte. Ogni sindacato di base e di classe non può non considerare più importanti, dal punto di vista della lotta di classe, gli scioperi piuttosto delle astensioni anche di massa usando la malattia; arrivando a sostituire questa astensione (che chiaramente in molti casi è stata obbligata e vasta) all'arma di classe dello sciopero, dando, quindi, un messaggio non adeguato agli stessi lavoratori.
Detto questo, in questo momento anche in altre realtà vi sono stati e vi sono interventi sulle misure di sicurezza che riescono a strappare dei risultati, e potremmo fare un nutrito elenco.
Quindi chiediamo che questo pezzo venga modificato nella mozione - mettendo in questa maniera: “sulla spinta di numerosi scioperi in fabbrica e proteste dei lavoratori, così come delle campagne di astensione come quelle portate avanti da SI COBAS e ADL Cobas nella logistica e da altre realtà del sindacalismo di base e di classe in tanti posti di lavoro...”
3) Inoltre alla rivendicazione al punto 6) della piattaforma "Garantire la libertà di sciopero e l'agibilità sindacale...", si deve aggiungere: “contrastare e non rispettare i divieti della Commissione Garanzia Sciopero”; (dato che con la scusa del coronavirus la CGS sta attaccando il diritto di sciopero e comminando pesantissime sanzioni, a cui occorre rispondere prima di tutto confermando lo sciopero).
4) Sui migranti. Gli obiettivi devono essere molto più chiari e netti - frutto delle denunce e lotte dei migranti braccianti, lavoratori e delle baraccopoli, portate anche nell'assemblea del 2 aprile da chi fa queste lotte, in primis Campagne in lotta.
Noi dobbiamo chiedere: “permessi di soggiorno, documenti anagrafici e riconoscimento diritto d'asilo per tutti i migranti; insieme a reddito, case, misure sanitarie, chiusura dei Cpr - anche per la difesa della salute dal coronavirus; riapertura subito dei porti” (il governo, oggi con la scusa del coronavirus, sta chiudendo i porti mettendo a rischio la vita di decine di migranti, e alimentando, alla stregua di Salvini, il razzismo tra la gente).
5) Nella piattaforma è posto come primo obiettivo la “patrimoniale”. Noi siamo perchè invece vengano poste prima le rivendicazioni immediate, proposte da realtà come 'Vogliamo tutto', ecc; su cui è necessario ora strappare risultati, anche perchè queste rivendicazioni possono essere gestite nei luoghi di lavoro e sul territorio vedendo protagonisti i proletari e le masse e hanno delle controparti dirette (aziende, prefetture, regioni, comuni), e su cui, quindi, sono possibili sia iniziative che contrattazione.
D'altra parte sulla patrimoniale, essa è una giusta rivendicazione dell'azione sindacale di classe che va inserita nella piattaforma, mentre diciamo chiaro che non siamo d'accordo, come è scritto in alcuni documenti politici che fanno riferimento all'area SI COBAS, che imporre una patrimoniale del 10% vorrebbe dire “espropriare gli espropriatori”; questo può sembrare più avanzato, ma in realtà saremmo all'illusione riformista di poter “espropriare gli espropriatori” senza il potere in mano agli operai. (Il governo ha stanziato sì 400 miliardi ma per destinarli ai padroni).
6) Per la stessa motivazione di sopra, sulla questione delle spese militari - in cui si scrive "Drastico e definitivo taglio alle spese militari" - siamo per togliere la parola "definitivo", perchè far credere che in questo sistema capitalista/imperialista si possano eliminare definitivamente le spese militari è massimalismo, parolaio. Qui sarebbe più corretto dire: “spostare fondi dalle spese militari alla sanità”.
7) Circa lo “sciopero generale”, anche noi non eravamo d'accordo a farlo coincidere col 1° Maggio, in cui c'è festa e quindi vi è già un'astensione dal lavoro, che chiaramente non potremmo chiamare “sciopero”. Ma ci rimettiamo alle decisioni collettive della prossima assemblea.
Vogliamo qui solo chiarire che nel nostro intervento il 2 aprile abbiamo parlato di “scioperi” lì dove è possibile e necessario, non di “sciopero generale”, come invece ha voluto interpretare il coordinatore del Si.cobas, Milani per dire che era impossibile.
Ora nella mozione lo si pone. Discutiamone alla luce della varietà della situazione nei posti di lavoro.
8) Circa il”patto d'azione” nel titolo. Noi siamo per un patto d'azione di fase, come lo eravamo l'8 febbraio sulla questione decreti sicurezza/repressione. “Patto d'azione” richiede però un coordinamento nazionale collettivo che lo gestisce e permette di capitalizzare i risultati delle assemblee, e organizzare e strutturare il patto a livello nazionale e locale.
Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
10.4.20
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