Le condizioni storiche, i problemi che
vivono le masse, sono stati via via il contesto su cui il movimento
antifascista dal dopoguerra ha reso attuale il messaggio “ora e
sempre, Resistenza”.
Ieri sono stati il dissenso, la
disobbedienza, la lotta, che, confluiti nel fiume in piena della
Resistenza, hanno travolto e spazzato via le porcherie che il sistema
economico e politico dei capitalisti (chiamiamolo con il suo nome
scientifico: imperialista) e dei latifondisti aveva pesantemente
scaricato sulle masse: la guerra mondiale e il nazifascismo.
Le masse arrivarono a comprendere nel
tempo, purtroppo - e questo ha significato tanto dolore, sacrifici,
sangue e galera- che il sistema dei padroni capitalisti aveva portato
ad una crisi economica mondiale, disoccupazione e miseria, e che
proprio questo sistema imperialista era il responsabile sia della
grande carneficina dei popoli e sia di quella guerra interna
permanente per cui i padroni hanno
messo i nazifascisti alla guida dello Stato per salvare tutto il loro sistema economico e politico. I mercati da conquistare, i monopoli, la concentrazione e la centralizzazione del Capitale, le merci e capitali da esportare, l’occupazione militare delle colonie, portarono la concorrenza tra i capitalisti ad un punto tale che questi nodi non fu possibile sciogliere se non con una guerra. I nazionalisti e i nazifascisti tornarono utili al Capitale per esercitare la sua dittatura.
messo i nazifascisti alla guida dello Stato per salvare tutto il loro sistema economico e politico. I mercati da conquistare, i monopoli, la concentrazione e la centralizzazione del Capitale, le merci e capitali da esportare, l’occupazione militare delle colonie, portarono la concorrenza tra i capitalisti ad un punto tale che questi nodi non fu possibile sciogliere se non con una guerra. I nazionalisti e i nazifascisti tornarono utili al Capitale per esercitare la sua dittatura.
Per liberarsi dalla guerra e dal
nazifascismo le masse vinsero l’attendismo, lo scetticismo e la
paura e riuscirono ad organizzare la rivolta, l’insurrezione
armata, con gli scioperi operai nelle fabbriche che avevano lanciato
il segnale della ribellione. L’esempio, il coraggio e l’attività
organizzata tra le masse di chi infondeva la speranza negli anni in
cui questa era ridotta a pezzi sono stati determinanti per il
processo di liberazione.
Oggi, il contesto in cui l’antifascismo
ha qualcosa da dire alle masse è questa pandemia virale che sta
facendo strage, con numerose vittime. Come la guerra di ieri. E, allo
stesso modo, per condurre questa guerra a nome di tutta la società,
i governi borghesi, gli Stati dei padroni, rispondono con lo stato
d’emergenza, con l’attacco alle libertà fondamentali.
Come la guerra di ieri, quella di oggi
- la pandemia - è anch’essa prodotta da questo sistema
imperialista ed è nelle sue città che oggi esplode come una bomba.
I rapporti commerciali, le guerre, la penetrazione economica degli
stati imperialisti ai danni dei popoli oppressi sono le sue vie di
diffusione.
Sono le documentate analisi che la
scienza ha prodotto il più efficace atto d’accusa contro il
modello di produzione capitalista. E’ questo modo di produzione
basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e sulla
competizione per il profitto, che ha portato e porta alla distruzione
ambientale, all’allevamento intensivo, che sono responsabili dello
scatenarsi di agenti patogeni aggressivi e, in alcuni casi, letali
per gli esseri umani. Questo modo di produzione basato sul profitto
ci espone e ci esporrà sempre a nuove epidemie, e questo dimostra
ancora una volta che il sistema capitalistico è in contrasto con il
progresso dell’umanità.
Oggi per contenere l’epidemia lo
Stato ha assunto i “pieni poteri” con misure che limitano
pesantemente le libertà fondamentali: militarizza le città, attacca il diritto di sciopero, impedisce le manifestazioni, manda polizia ed esercito al Sud contro chi non ha soldi per fare la spesa, prepara un controllo di massa. Nel nome della “sicurezza” il governo ha creato un clima di paura tra le masse. Hanno dato “pieni poteri” persino alla Commissione di garanzia scioperi che ha posto il divieto, senza precedenti nella storia di questa repubblica borghese, accompagnato dalle pesantissime sanzioni nei confronti dello Slai cobas per il sindacato di classe per non aver revocato lo sciopero delle donne del 9 marzo scorso e nei confronti dell’Usb per lo sciopero del 25 marzo. Quali interessi tutela uno Stato che impedisce lo sciopero e impone invece alle lavoratrici e ai lavoratori di produrre per i padroni in deroga alla tanto abusata “distanza sociale”?
pesantemente le libertà fondamentali: militarizza le città, attacca il diritto di sciopero, impedisce le manifestazioni, manda polizia ed esercito al Sud contro chi non ha soldi per fare la spesa, prepara un controllo di massa. Nel nome della “sicurezza” il governo ha creato un clima di paura tra le masse. Hanno dato “pieni poteri” persino alla Commissione di garanzia scioperi che ha posto il divieto, senza precedenti nella storia di questa repubblica borghese, accompagnato dalle pesantissime sanzioni nei confronti dello Slai cobas per il sindacato di classe per non aver revocato lo sciopero delle donne del 9 marzo scorso e nei confronti dell’Usb per lo sciopero del 25 marzo. Quali interessi tutela uno Stato che impedisce lo sciopero e impone invece alle lavoratrici e ai lavoratori di produrre per i padroni in deroga alla tanto abusata “distanza sociale”?
Il ministro degli Interni, con una
circolare, arriva a mobilitare i Prefetti sui Sindaci per “contenere
le manifestazioni di disagio” cioè la fame, la disoccupazione, la
mancanza di case “in quei contesti territoriali nei quali più alto
è il rischio di tensioni".
L’ingiustizia sociale non l’ha
prodotta la pandemia, semmai l’ha aggravata. Per questo sistema
sociale capitalistico la mancanza di lavoro, di reddito, di case è
la “normalità”. E molti cominciano a dire che è proprio questa
“normalità” il problema. Il sistema sanitario allo sfascio così
come i soldi regalati ai padroni che fanno profitti con le grandi
opere come la TAV o con la guerra non sono stati causati dal
coronavirus.
Le misure emergenziali non sono una
soluzione ai problemi sociali, piuttosto adesso servono ai padroni e
allo Stato, domani una volta finita la fase più acuta di questa
pandemia, saranno usati nei confronti delle giuste proteste operaie e
popolari.
Se chiudiamo gli occhi su questo e se
non troviamo e mettiamo in pratica tutte le forme possibili di
opposizione che comunque tengano conto della pandemia, sarà più
difficile domani opporci ad una dittatura aperta.
La lezione della Resistenza
Antifascista ci deve aiutare a risollevarci se davvero vogliamo far
pagare i costi a chi è la causa di tutto questo.
Questo sistema capitalista non potrà
mai cambiare perché “cambiare” significa essere un’altra cosa,
mettere in discussione il loro potere e le loro proprietà, significa
far decidere cosa e come produrre agli operai, mettere la salute al
primo posto, il benessere delle masse e non il profitto per la loro
classe. Solo la forza delle masse e della classe operaia, una guerra
di popolo può rovesciarli. La Resistenza è stato un grande esempio
di questa forza e della grande resistenza armata di cui i
lavoratori,le masse popolari, le donne, i giovani in Italia sono
capaci. Un lavoro incompiuto, certo, ma sempre attuale nel suo
messaggio.
Per liberarci di questo sistema che non
può che dare sfruttamento, epidemie cicliche, che si attrezza per un
moderno fascismo diciamo forte: ORA E SEMPRE RESISTENZA! PER UNA
NUOVA RESISTENZA!
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