mercoledì 22 aprile 2020

pc 22 aprile - Con Lenin!


Con Lenin diciamo agli intellettuali borghesi che il marxismo è scienza viva che trasforma praticamente il mondo ed è in lotta contro la vostra visione del mondo.
Voi con le vostre “idee” legittimate il dominio di classe, il leninismo sovverte quel dominio perchè arma gli operai e le masse che sono il movimento che fa la storia.

Lenin: "un marxista si pone sul terreno della lotta di classe e non della pace sociale"

Il marxismo non è un dogma, Lenin lo ha dimostrato sviluppandolo per dare risposte ai problemi della sua epoca (che è, nella sostanza, la stessa in cui noi oggi viviamo).

Il leninismo è lotta senza tregua per risolvere problemi contingenti dello scontro politico e, allo stesso tempo, afferma i principi universali che la Rivoluzione è possibile e attuale e che c’è bisogno di una lotta dura per rimuovere gli ostacoli

Lenin: "per trionfare sul capitalismo non necessitano degli slanci isterici, ma la marcia cadenzata dei battaglioni di ferro del proletariato"

Con Lenin diciamo ai borghesi che il loro mondo non è per il progresso dell'umanità (e tutti possono vedere oggi come il sistema borghese sia incapace di risolvere i problemi legati alla diffusione di una pandemia che è come una guerra a livello mondiale) e che - l'Ottobre Rosso l'ha dimostrato – questo marcio mondo può essere spazzato via dalla Rivoluzione e dalla dittatura del proletariato.

Il capitalismo si è trasformato in capitale finanziario, in imperialismo: l'analisi di Lenin, di queste che sono leggi oggettive, è la prima e più rigorosa analisi scientifica marxista dello stadio monopolistico del capitalismo. E' la nostra arma vincente.
Da un lato ricchezza accumulata in poche mani, sviluppo ineguale, dall'altro fame e miseria per le masse.
La guerra, le crisi economiche, la pandemia, sono prodotti dell'imperialismo che distrugge uomini ed ambiente in nome del profitto e non sono "il risultato della cattiveria dei capitalisti".
Sarebbe sbagliato vedere le cose a questo modo. No, questa guerra è stata provocata inevitabilmente dallo sviluppo di un capitalismo, soprattutto bancario, ultrapotente, uno sviluppo il quale ha fatto sì che quattro banche di Berlino e cinque o sei banche di Londra dominino su tutto il mondo, si accapparrino tutti i fondi, assicurino alla propria politica finanziaria l'appoggio delle forze armate e, da ultimo, si scontrino in una collisione eccezionalmente selvaggia, perché non riescono a proseguire liberamente lungo la via delle conquiste. Un gruppo o l'altro deve rinunciare
alle sue colonie. In questo mondo di capitalisti tali problemi non possono essere risolti amichevolmente ma solo con la guerra. Ecco perché è ridicolo accusare questo o quel brigante coronato. Sono tutti uguali tra loro, questi briganti coronati. Ecco perché è assurdo accusare i capitalisti di questo o quel paese. La loro unica colpa è di aver instaurato un sistema come l'attuale. Ma l'hanno fatto secondo tutte le leggi che lo Stato civile difende con tutte le sue forze. "Sono nel mio pieno diritto, compro le azioni. E tutti i tribunali, tutte le polizie, tutti gli eserciti permanenti e le flotte del mondo tutelano il mio sacrosanto diritto di possedere azioni".
Se si costituiscono banche, che dispongono di centinaia di milioni di rubli, se queste banche gettano sul mondo intero la rete del saccheggio bancario e poi si scontrano in un duello per la vita e per la morte, di chi è la colpa? Vallo a cercare il colpevole! Il colpevole è mezzo secolo di sviluppo capitalista e la sola via d'uscita è il rovesciamento del dominio capitalista, la rivoluzione operaia. Ecco la risposta a cui il nostro partito è pervenuto attraverso l'analisi della guerra".

Il problema delle guerre imperialiste, di quella politica internazionale del capitale finanziario che oggi predomina in tutto il mondo, che fa nascere inevitabilmente nuove guerre imperialiste e che genera inevitabilmente una intensificazione inaudita dell'oppressione nazionale, del saccheggio, del brigantaggio, del soffocamento delle piccole nazioni deboli e arretrate ad opera di un pugno di potenze "più avanzate'', questo problema è stato, fin dal 1914, il problema fondamentale di tutta la politica di tutti i paesi del mondo. è questa una questione di vita o di morte per decine di milioni di uomini”.

Il filisteo non capisce che la guerra è "la continuazione della politica'' e quindi si limita a dire "il nemico attacca'', "il nemico invade il mio paese'', senza domandarsi per quale motivo si combatta la guerra, con quali classi, per quale fine politico”.

"L'eccedenza del capitale non sarà mai impiegata per elevare il tenore di vita delle masse..."
Se non si comprendono le radici economiche del fenomeno, se non se ne valuta l'importanza politica e sociale, non è possibile fare nemmeno un passo verso la soluzione dei problemi pratici del movimento comunista e della futura rivoluzione sociale”.
"L'imperialismo, fase suprema del capitalismo, realizza la socializzazione della produzione (non completa, tendenziale), ma l'appropriazione dei prodotti resta privata. I mezzi di produzione restano proprietà di un ristretto numero di persone. L'uso, quindi, che l'imperialismo fa della produzione così raggruppata e socializzata rimane fondato sui criteri capitalistici dell'arricchimento individuale, della proprietà privata, dello sfruttamento sanguinario delle larghe masse lavoratrici.
Alcuni borghesi sostengono che la socializzazione elimina la possibilità di crisi economiche del capitalismo: questa è una stupidaggine. In realtà il caos si accresce, si accresce la sproporzione fra l'industria e l'agricoltura, si accresce la contraddizione tra il lavoro e i prezzi, ecc.
I piccolo borghesi reazionari sognano un ritorno all'indietro, alla libera concorrenza; non si rendono conto che il monopolio è stato creato dalla libera concorrenza, e che esso la elimina senza nessuna possibilità di ritorno"

L’imperialismo è l’onnipotenza dei trust e dei consorzi monopolisti, delle banche e dell’oligarchia finanziaria nei paesi industriali. Nella lotta contro questa onnipotenza, i mezzi abituali della classe operaia – sindacati e cooperative, partiti parlamentari e lotta parlamentare – si sono rivelati del tutto insufficienti. O ti abbandoni alla mercè del capitale, vegeti come nel passato e scendi sempre più in basso, o ti impadronisci di un’arma nuova. Così l’imperialismo pone il problema alle grandi masse del proletariato. L’imperialismo porta la classe operaia alla rivoluzione” (da Principi del Leninismo di Stalin).

La macchina dello Stato dev'essere distrutta.
"Ma, con tutti i suoi errori, la Comune è il piú grande esempio del piú grandioso movimento proletario del XIX secolo. Marx apprezzò altamente l'importanza storica della Comune: se, durante la proditoria incursione della banda versagliese per impadronirsi delle armi del proletariato di Parigi, gli operai se le fossero lasciate prendere senza combattere, il significato negativo della demoralizzazione suscitata da simile debolezza del movimento sarebbe stato di gran lunga più grave del danno dovuto alle perdite che la classe operaia subì nella battaglia per difendere le proprie armi. Per quanto grandi fossero stati i sacrifici della Comune, essi furono compensati dalla sua importanza per la lotta proletaria in generale: la Comune risvegliò il movimento socialista in tutta l’Europa, mostrò la forza della guerra civile, dissipò le illusioni patriottiche e distrusse la fede ingenua nelle aspirazioni nazionali della borghesia La Comune insegnò al proletariato europeo a stabilire concretamente gli obiettivi della rivoluzione socialista. L'insegnamento che il proletariato ne ricevette non sarà dimenticato".

Nessun cambiamento è possibile all'interno dello Stato borghese:
"Lo Stato, miei cari, è un concetto di classe. Lo Stato è un organo, uno strumento di violenza di una classe su un’altra. Fino a quando esso è la macchina della violenza della borghesia sul proletariato non vi può essere che una sola parola d’ordine proletaria: distruzione di questo Stato. Ma quando lo Stato sarà proletario, quando esso sarà lo strumento della violenza del proletariato sulla borghesia, noi saremo completamente e incondizionatamente per un potere forte e per il centralismo"(Lenin, I bolscevichi conserveranno il potere statale?)

"[…] è evidente che la liberazione della classe oppressa è impossibile non soltanto
senza una rivoluzione violenta, ma anche senza la distruzione dell’apparato del potere statale che è stato creato dalla classe dominante" (Lenin, Stato e rivoluzione)

Esso – lo Stato - è piuttosto un prodotto della società giunta a un determinato stadio di sviluppo, è la confessione che questa società si è avvolta in una contraddizione insolubile con se stessa, che si è scissa in antagonismi inconciliabili che è impotente a eliminare. Ma perché questi antagonismi, queste classi con interessi economici in conflitto, non distruggano sé stessi e la società in una sterile lotta, sorge la necessità di una potenza che sia in apparenza al di sopra della società, che attenui il conflitto, lo mantenga nei limiti dell’“ordine”; e questa potenza che emana dalla società, ma che si pone al di sopra di essa e che si estranea sempre più da essa, è lo Stato"

Noi, / anche ad ogni cuoca / insegneremo a dirigere lo stato”, MAJAKOVSKIJ [1958]

Non siamo degli utopisti. Sappiamo che una cuoca o un manovale qualunque non sono in grado di partecipare subito all’amministrazione dello Stato. In questo siamo d’accordo con i cadetti, con la Bresckovskaia, con Tsereteli. Ma ci differenziamo da questi cittadini in quanto esigiamo la rottura immediata con il pregiudizio che solo dei funzionari ricchi o provenienti da famiglia ricca possano governare lo Stato, adempiere il lavoro corrente, giornaliero di amministrazione. Noi esigiamo che gli operai e i soldati coscienti facciano il tirocinio nell’amministrazione dello Stato e che questo studio sia iniziato subito o, in altre parole, che si cominci subito a far partecipare tutti i lavoratori, tutti i poveri a tale tirocinio”

LENIN - "Senza teoria rivoluzionaria non vi può essere movimento rivoluzionario"
Con Lenin diciamo ai compagni di lottare, nel nostro campo, contro tutte le forme di opportunismo, contro i falsi "amici del popolo", contro lo spontaneismo, l'anarcosindacalismo, l'esaltazione delle rivolte senza il lavoro teorico-pratico per trasformarle in Rivoluzione.
Per abbattere i padroni prima bisogna eliminare i loro servi. Tutti costoro sono gli anti-partito della Rivoluzione proletaria.
Studiare ed assimilare il marxismo, comprendere la lezione dell'Ottobre rosso, lavorare per l'autonomia politica della classe operaia.
Un solo dovere hanno i comunisti: fare la Rivoluzione. E per farla devono fare quello che ha fatto Lenin per portare gli operai e le masse alla conquista del potere politico: costruire il Partito. ORA!


Lenin e la rivoluzione bolscevica sono stati fondamentali nella costruzione dei partiti comunisti nel mondo autenticamente rivoluzionari. In Italia ha significato la nascita del PCd'I con la scissione di Livorno e su quel sentiero - il partito bolscevico -  si è edificata la direzione di Gramsci e il partito che ha diretto la Resistenza antifascista. 
Ed è con il documento Viva il leninismo! che il Partito comunista cinese lanciò apertamente in Cina e nel movimento comunista internazionale la lotta contro il revisionismo.

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