domenica 19 aprile 2020

pc 19 aprile - NO! Anche in tempo di Coronavirus, nella fornace Bergamo, la morte di Yaye, giovane operaia senegalese incinta, non è "normale"!

Yaye Mai Diouf: giovedì 16 aprile avrebbe compiuto 32 anni.

Pontida piange Yaye: era incinta

Mamma senegalese di un bimbo di due anni, operaia alla Brembo. È la vittima più giovane dell’epidemia. Una settimana di tosse e febbre, poi la situazione è precipitata. Deceduta al Pronto soccorso.
«Abbiamo perso nostra figlia Yaye, un grande dolore per tutti noi». Poche parole dette da una madre affranta, che in questi giorni si trova nella casa della figlia Yaye Mai che con il marito Douda Timera e il piccolo di 2 anni e mezzo abitava a Pontida, in via Baradello.
La famiglia Diouf è arrivata dal Senegal nel 2002 ha abitato per tanti anni a Pontida, prima di trasferirsi a Presezzo. Yaye Mai invece è rimasta a Pontida, si è sposata con Douda Timera, anche lui senegalese, e ha avuto un figlio. La ragazza che avrebbe compiuto 32 anni giovedì 16 aprile, è deceduta all’Ospedale Papa Giovanni XXIII nella notte del 21 marzo.

L'MFPR si stringe intorno alla famiglia di Yaye. E' una morte profondamente ingiusta! 
Non si deve morire così a 32 anni! Perchè non è stata curata/salvata? La sua morte al pronto soccorso forse spiega come Yaye, come tante persone, lavoratori, anziani, morti a Bergamo potevano essere salvati ma sono stati lasciati morire. E inevitabilmente la rabbia si unisce al nostro dolore.  
Noi conosciamo, attraverso i compagni dello Slai cobas sc di Bergamo, le operaie della Brembo.
Sempre le prime in questi anni nello sciopero delle donne. Anche quest'anno avevano detto che era giusto scioperare nonostante i divieti, le minacce, gli attacchi.
E anche la morte di Yaye spiega perchè quest'anno vi era e vi è una ragione in più: difendere la nostra vita!
Un forte saluto solidale alle compagne di lavoro di Yaye, con il nostro impegno a continuare, elevare ancora di più la nostra lotta, anche in suo nome.

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