Nelle crisi “tutti i nodi vengono al
pettine” e i lavoratori e le masse lo vedono chiaramente e,
purtroppo, anche in maniera dolorosa, perché i governi imperialisti
non riescono a curare le masse colpite da malattie mentre le
disuguaglianze sociali, prodotte dal loro sistema economico assieme
ai tagli e alla privatizzazione del sistema sanitario, non fanno
altro che aiutare la diffusione del contagio.
Il fenomeno si presenta in superficie
nella sua “distribuzione” (cioè come ha preso piede) ma occorre
comprendere la sua produzione/riproduzione. Il “salto di specie”,
la zoonosi – e lo confermano gli scienziati - è stato possibile a
causa del modello di produzione capitalistico che ha distrutto
l’ecosistema, è l’imperialismo il produttore ed il vettore che
scatena gli agenti patogeni, è il profitto
al di sopra di tutto,
sono la monocultura, l’allevamento intensivo degli animali,
l’agrindustria a rendere possibile quel salto. E’ "il
nuovo bio-universo capitalistico alle condizioni della sua attuale
riproduzione" (Wallace, Big Farms make Big Flu).
Anche se le origini dei virus sono
“selvagge” – i cippi virali sono isolati e innocui fino a che
la produzione capitalista alla ricerca del profitto li spinge verso
ambienti ipercompetitivi - è all’interno dello stesso sistema
imperialista che si manifestano e si sviluppano le epidemie. Se
diventano “letali” questo è dovuto all’ambiente, alla
massiccia urbanizzazione con cui i virus entrano in contatto.
E questo solo per rimanere nel campo
dei virus, ma un altro campo d’indagine sono i batteri resistenti
agli antibiotici di cui c’è molto scritto e documentato.
L’Amazzonia o le terre dei dalit in
India espropiate da Modi per conto delle multinazionali non sono più
le periferie del sistema ma costituiscono uno dei terreni
dell’estrazione del valore/profitto capitalista. Per il Capitale
non esistono aree selvagge incontaminate.
Wuhan non è una cittadina di un paese
oppresso, del Terzo Mondo, ma una metropoli protagonista di una
crescita economica spettacolare.
Le epidemie sono sia l’ombra
dell’industrializzazione capitalista, ma anche i precursori
della penetrazione capitalistica, che aprono la strada alla sua
penetrazione. La diffusione della peste bovina portata
dall’imperialismo italiano in Africa è uno degli esempi tratto da
tutta la storia delle epidemie. Colonizzazione, malattie negli
animali, sterminio degli stessi animali, carestia, spopolamento hanno
influito ieri, come allo stesso modo OGGI, nella condizione di
vita delle masse oppresse, la cui unica alternativa alla morte per
fame è l’emigrazione di massa, che è poi l’orrore dei
campi-lager in nord Africa o nelle città imperialiste, i ghetti o
gli accampamenti dove vengono ammassati peggio delle bestie dai
governi e dalle loro polizie.
L’imperialismo è come il pipistrello
che costituisce il serbatoio naturale dei virus!
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