75° Anniversario della Liberazione all’occupazione Nazifascista.
In un clima surreale , fatto da paure e restrizioni, ci accingiamo a
celebrarlo senza poterlo esprimere direttamente nei luoghi dove vengono
ricordati .
La parola chiave che ci unisce nel loro ricordo è RESISTENZA.
RESISTENZA ieri e RESISTENZA oggi!!
Ieri, Resistenza all’occupazione Nazifascista con masse di uomini, donne e bambini costretti dal regime a condizioni di povertà assoluta e costantemente impaurite da arresti e deportazioni nei campi di concentramento in Germania.
Ieri, Resistenza vuol dire migliaia di Operai e le loro famiglie sfruttati dai padroni fascisti in nome della patria e nel periodo post-armistizio costretti al lavoro massacrante nelle fabbriche soprattutto nel nord Italia sotto stretta sorveglianza di padroni filo-nazifascisti o addirittura dall’esercito tedesco.
Nel periodo che va dal marzo 1943 fino alla liberazione, gli operai auto organizzandosi nelle fabbriche iniziano a dare vita a scioperi talvolta spontanei ma di grande impatto sociale . E’ iniziato il grande strappo, oramai in nome del pane, dell’aumento dei salari e delle razioni giornaliere le fermate nelle fabbriche si riproducono con celerità mettendo in difficoltà i padroni e suoi accoliti del sindacato fascista. Nello sciopero dal 2 al 4 marzo del 44 ‘ si calcolano solo in Lombarda circa 350.000 scioperanti.
Vistosi messi in difficoltà dalla collettività Operaia gli usurpatori Nazisti e i corrotti del regime fascista ebbero una furibonda reazione, iniziarono una serie di rastrellamenti , arresti e deportazioni che colpirono decine e decine di Operai delle grandi fabbriche del nord.
E qui vogliamo ricordare i nostri valorosi compagni Operai dell’ INNOCENTI deportati nei campi di lavoro in Germania. In quindici furono spediti come animali nei lager nazisti, di cui ritorneranno solo G. ARRISARI, per pochi giorni visto che mori a cause delle torture, G. COSTA e A. SORDINI e grazie a loro ci fecero avere le testimonianze degli abusi che furono costretti a subire durante la prigionia .
La parola chiave che ci unisce nel loro ricordo è RESISTENZA.
RESISTENZA ieri e RESISTENZA oggi!!
Ieri, Resistenza all’occupazione Nazifascista con masse di uomini, donne e bambini costretti dal regime a condizioni di povertà assoluta e costantemente impaurite da arresti e deportazioni nei campi di concentramento in Germania.
Ieri, Resistenza vuol dire migliaia di Operai e le loro famiglie sfruttati dai padroni fascisti in nome della patria e nel periodo post-armistizio costretti al lavoro massacrante nelle fabbriche soprattutto nel nord Italia sotto stretta sorveglianza di padroni filo-nazifascisti o addirittura dall’esercito tedesco.
Nel periodo che va dal marzo 1943 fino alla liberazione, gli operai auto organizzandosi nelle fabbriche iniziano a dare vita a scioperi talvolta spontanei ma di grande impatto sociale . E’ iniziato il grande strappo, oramai in nome del pane, dell’aumento dei salari e delle razioni giornaliere le fermate nelle fabbriche si riproducono con celerità mettendo in difficoltà i padroni e suoi accoliti del sindacato fascista. Nello sciopero dal 2 al 4 marzo del 44 ‘ si calcolano solo in Lombarda circa 350.000 scioperanti.
Vistosi messi in difficoltà dalla collettività Operaia gli usurpatori Nazisti e i corrotti del regime fascista ebbero una furibonda reazione, iniziarono una serie di rastrellamenti , arresti e deportazioni che colpirono decine e decine di Operai delle grandi fabbriche del nord.
E qui vogliamo ricordare i nostri valorosi compagni Operai dell’ INNOCENTI deportati nei campi di lavoro in Germania. In quindici furono spediti come animali nei lager nazisti, di cui ritorneranno solo G. ARRISARI, per pochi giorni visto che mori a cause delle torture, G. COSTA e A. SORDINI e grazie a loro ci fecero avere le testimonianze degli abusi che furono costretti a subire durante la prigionia .
Ieri, RESISTENZA
Giacomo BANFI , anni 29 , attrezzista (morto a Mauthausen il 18.5.1945)
Luigi COLOMBO , anni 50 , tornitore (morto a Mauthausen l’ 11.4.1945)
Agostino CORNO , anni 48 , fonditore (morto a Gusen il 23.12.1944)
Vincenzo DE SILVESTRI, anni 42, montatore (morto a Wien/Hinterbruhl il 28.3.1945)
Giovanni DOLFI, anni 31, addetto minuteria (morto a Mauthausen il 24.3.1945)
Agostino MANTICA, anni 31, fonditore (morto a Linz il 2.8.1944)
Luigi MARZAGALLI, anni 45, saldatore (morto a Mauthausen il 22.4.1945)
Giovanni POLONI, anni 50, addetto minuteria (morto in data e luogo ignoti)
Alfredo POZZI, anni 34, addetto minuteria (morto a Hartheim il 22.8.1944)
Battista PREVITALI, anni 29, addetto minuteria (morto a Gusen il 20.8.1944)
Luigi RADICE, anni 36, manutentore (morto a Mauthausen il 31.3.1945)
Dante VILLA, anni 22, fonditore (morto a Mauthausen il 22.4.1945)
Giuseppe ARRISARI, anni 37, morì pochi giorni dopo il suo ritorno a casa per le torture subite dai Nazisti
Giacomo COSTA, anni 34, ritornò dai campi di concentramento
Adamo SORDINI, anni 33, ritornò dai campi di concentramento.
Giacomo BANFI , anni 29 , attrezzista (morto a Mauthausen il 18.5.1945)
Luigi COLOMBO , anni 50 , tornitore (morto a Mauthausen l’ 11.4.1945)
Agostino CORNO , anni 48 , fonditore (morto a Gusen il 23.12.1944)
Vincenzo DE SILVESTRI, anni 42, montatore (morto a Wien/Hinterbruhl il 28.3.1945)
Giovanni DOLFI, anni 31, addetto minuteria (morto a Mauthausen il 24.3.1945)
Agostino MANTICA, anni 31, fonditore (morto a Linz il 2.8.1944)
Luigi MARZAGALLI, anni 45, saldatore (morto a Mauthausen il 22.4.1945)
Giovanni POLONI, anni 50, addetto minuteria (morto in data e luogo ignoti)
Alfredo POZZI, anni 34, addetto minuteria (morto a Hartheim il 22.8.1944)
Battista PREVITALI, anni 29, addetto minuteria (morto a Gusen il 20.8.1944)
Luigi RADICE, anni 36, manutentore (morto a Mauthausen il 31.3.1945)
Dante VILLA, anni 22, fonditore (morto a Mauthausen il 22.4.1945)
Giuseppe ARRISARI, anni 37, morì pochi giorni dopo il suo ritorno a casa per le torture subite dai Nazisti
Giacomo COSTA, anni 34, ritornò dai campi di concentramento
Adamo SORDINI, anni 33, ritornò dai campi di concentramento.
Oggi , RESISTENZA
A questo sostantivo noi Operai dobbiamo molto, ci ha forgiato e ci ha permesso di riflettere sulle nostre condizioni in questa società. Siamo la parte che produce ricchezza per tutti , che si spezza la schiena nelle fabbriche, che viene schiavizzata nelle logistiche, che si ammala negli ospedali e nelle RSA, eppure ci si ritrova sempre le briciole di un salario ridotto ad una elemosina padronale.
In questo difficile periodo di emergenza pandemica mondiale dove gli organismi sanitari invitano tutti alla prudenza prima di riaprire tutto, è sinceramente grottesco sentire i padroni soprattutto lombardi insistentemente forzare la mano chiedendo la riapertura totale delle fabbriche già dalla prossima settimana.
Proclamando eccezionali misure di sicurezza vogliono spingere migliaia e migliaia di operai a rischiare la propria vita per un pugno di euro.
Intanto i dati parlano chiaro durante queste settimane il 65% delle fabbriche erano aperte, altre punitivamente in CIGO e altre chiuse definitivamente.
In tutte queste situazioni gli unici a pagare l’emergenza sono gli Operai come se i colpevoli di tutto ciò fossero loro . Fino a qualche mese fa i politici e i padroni ci avevano descritto una grave situazione economica dove assolutamente non si potevano permettere di allentare i cordoni della borsa dunque di aumenti neanche a parlarne infatti pur perdendo il 15% annuo nel ultimo trentennio i contratti nazionali erano relegati nel dimenticatoio. Adesso dall’ nulla ovvero dalle banche deglì stati nazionali arrivano valanghe, valanghe di euro addirittura miliardi pronti a essere distribuiti a pioggia a tutti gli industriali e mettiamoci pure agli evasori.
Intanto di queste misure eccezionali di protezione in molti luoghi di lavoro non c’è stata nessuna traccia, infatti
denunce su denunce da parte di medici , infermieri e assistenti socio-sanitari ( vedasi Rsa Don Gnocchi e Pio Albergo Trivulzio) hanno fatto partire inchieste da parte della magistratura , così anche in molte fabbriche i più elementari dispositivi non sono stati neanche dati in dotazione , alla faccia del protocollo e dei loro comitati.
Assolutamente non dobbiamo abbassare la guardia , ci riempiono la testa con frasi ad effetto, slogan patriottici e presunti atti di eroismo, ma la dura realtà è che in prima fila si sbattono ancora gli operai ,i medici , gli infermieri e gli assistenti sociosanitari delle RSA , come al fronte, davanti a morire i soldati semplici e dietro l’accozzaglia dei graduati d’eccellenza , come durante le proteste nelle fabbriche partendo dal marzo 1943 davanti gli operai e dietro l’accozzaglia della borghesia diventata per convenienza anti-fascista.
Ieri RESISTENZA .
Oggi RESISTENZA
da operaicontro
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