martedì 21 aprile 2020

pc 21 aprile - DONNE CHIUSE IN CASA: LA VIOLENZA DIVENTA ANCORA DI PIU' UN PROBLEMA PRIVATO - ALLORA, USCIAMO DALLE CASE E UNIAMOCI

2 giorni fa è stata uccisa a Milano un'altra donna dal convivente da cui voleva separarsi.
QUI NON CI SONO "EMERGENZE"...!

Da Il Manifesto - "...dal 2 marzo al 5 aprile: 2.867 le richieste di aiuto. 74,5% in più della media, di queste le donne che entrano in contattato con i servizi di sostegno per la prima volta sono solo il 28% del totale, mentre normalmente costituiscono i due terzi dei casi trattati (dall'analisi della rete Dire).
UN’ANALISI A CAMPIONE, fatta sui dati di 4 centri dell’Emilia Romagna (Lugo, Ferrara, Modena, Reggio Emilia) evidenzia un aumento percentuale delle richieste di ospitalità avanzate in una situazione di emergenza. Il 24 marzo Elena Bonetti, delle Pari Opportunità, in accordo con Lamorgese, ministra dell’Interno, ha inviato una circolare alle prefetture con l’indicazione di individuare strutture, come ad esempio quelle alberghiere al momento in disuso, da mettere a disposizione per accogliere donne in situazioni di pericolo". Ma non ci sono i fondi!
NONOSTANTE I 30 MILIONI di fondi ordinari sbloccati con un decreto del ministero il 2 aprile, e i 3 milioni aggiuntivi stanziati con il Cura Italia, ai territori non è arrivato ancora nulla, e la continuità dei servizi è garantita soprattutto grazie alle donazioni. «Facendo un calcolo sui dati del 2018, emerge che lo stato mette a disposizione circa 0,76 euro al giorno per ogni donna che si trova in un percorso di fuoriscita dalla violenza. Nel 2019 i fondi sono aumentati ma viviamo in balia dei costanti ritardi dei pagamenti» conclude Mariangela Zanni. «Alcune procure, come quella di Trento, hanno dato l’indicazione di utilizzare le ordinanze di allontamento dall’abitazione dei partner violenti, misure che esistevano già, ma che venivano poco usate» spiega Elena Biaggioni, avvocata penalista della rete Dire.
«BISOGNA STARE ATTENTI però a non incentrare la comunicazione solo sui casi di violenza grave fisica. Molte donne vengono maltrattate, controllate, e insultate, prima di essere in pericolo di vita».

DAL DOCUMENTO DEL MFPR:
"...stare chiuse dentro casa significa anche esasperare e amplificare le situazioni in cui le donne sono costrette a vivere 24 ore su 24 con mariti, partner violenti. In queste settimane, sono decine i
femminicidi, le varie forme di violenza sessuale, maltrattamenti incentivati dalla convivenza forzata. Per le donne, che dalle stesse statistiche risultano più forti, meno contagiate dal coronavirus, la morte viene più stando chiuse in casa col proprio assassino che dal coronavirus...
Quale è la soluzione del governo? Delegare la difesa dai femminicidi alla polizia, predisponendo un app a cui le donne in pericolo possono chiamare. Una soluzione assolutamente inutile e anche ambigua. Inutile perché le donne che si sono rivolte alla polizia hanno già sperimentato come quelle denunce rimangano chiuse in un cassetto e poi sono state uccise lo stesso. Ma diciamo anche ambigua perchè l’APP della polizia a cui ci si dovrebbe rivolgere è la stessa con cui si invitano le persone a segnalare il bullo o il drogato o il clochard, creata all'insegna di mobilitare i cittadini a farsi parte attiva della politica securitaria, del clima di controllo dell'altro che diventa il mio nemico; alla stessa stregua di chi in questo periodo sta dietro le finestre a vedere se c’è il cittadino che scende per strada per segnalarlo alla polizia, e quel cittadino diventa il tuo nemico principale deviando da quello che è invece il vero nemico, cioè il governo.
Tutto l'opposto di un clima attivo di solidarietà/unità che deve esserci tra le donne e che solo può difendere dai femminicidi..."

L'Mfpr nella piattaforma dello sciopero delle donne dice: 
- allontanamento dalle case di mariti/conviventi violenti; 
- interventi immediati contro i denunciati per violenze, stalking, maltrattamenti; 
- case rifugio, case per le donne, centri antiviolenza finanziati ma controllati dalle donne.

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