dal blog tarantocontro
Ilva, sull’Ambiente ‘impegni’ e ‘promesse’
Pubblichiamo per intero l’Addendum integrativo per quanto riguarda gli impegni presi da ArcelorMittal sul Piano Ambientale.
(clicca qui per leggere il documento ufficiale dell’Addendum ambientale doc. 5 – Addendum)
“Il piano ambientale così come il piano occupazionale raggiunti rappresentano il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili”. Il vicepremier, nonché ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, e il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, concordo sul fatto che più di questo era impossibile fare nella trattativa di affitto degli asset industriali del gruppo Ilva alla multinazionale ArcelorMittal. Leggendo il documento di Addendum Ambientale, in realtà si scopre che la maggior parte degli impegni, come era scontato che fosse, risultano essere soltanto una ‘promessa‘ ad anticipare l’attuazione di quelle prescrizioni contenute nel Piano Ambientale del 2017, che recepiva quello approvato dal governo Renzi nel 2014, che a sua volta recepiva l’AIA dell’ottobre del 2012 che a sua volta recepiva e migliorava quella concessa al gruppo Riva nell’agosto del 2011.
Di fatto, ArcelorMittal avrà tempo sino al 2023 di realizzare lavori che nel siderurgico andavano svolti nel corso dei decenni, a partire dai lontani anni ’60. E quasi certamente ci saranno anche delle proroghe, nonostante la ‘minaccia’ contenuta nell’addendum di elargire sanzioni economiche per il mancato rispetto degli impegni intermedi e finali. Esattamente quanto era previsto già dal 2012.
Ancora denunce sul piano "ambientale" della Mittal
Assennato ex direttore dell'Arpa: "...tutti sanno che il rischio per gli abitanti del quartiere Tamburi è dovuto alle emissioni diffuse e fuggitive, quelle che provengono dai parchi e dalle cokerie. L'aver ristretto il campo solo alle emissioni convogliate è davvero strano..."
Marescotti presidente di Peace link: "... Di Maio considera solo le emissioni convogliate ma non considera leemissioini diffuse che sono la vera ragione per cui la popolazione dei Tamburi è in
pericolo... Con l'aumento della produzione a 8 milioni di tonnellate annue, senza dover necessariamente mettere a norma, gli impianti che generano le emissioni diffuse e fuggitive, le cokerie, i parchi minerali, il Grf, gli scarichi idrici, i certificati antincendio delle aree più pericolose, una fetta della popolazione sarà esposta ad un rischio cancerogeno inaccettabile, come documentato dalla Vds di Arpa Puglia...".
Il piano ambientale, esaltato da Di Maio e dai sindacati per i "miglioramenti", in realtà, come abbiamo già detto, non solo non risolve i problemi di inquinamento, ma in più mette delle zeppe che diventano oggettivamente degli ostacoli definitivi per il futuro.
Sull'ambiente e le bonifiche della fabbrica non c'è un piano per l'utilizzo delle migliori tecnologie a livello mondiale per salvaguardare l'ambiente (eppure la ArcelorMittal è la più grande e diffusa nel mondo multinazionale dell'acciaio); si interviene sugli interventi ordinari e già previsti anche dai tempi di Riva, dalle ultime Aia, ma non su una ristrutturazione ammodernamento di impianti, su una riconversione del sistema produttivo.
Su questo ci sono al massimo impegni generici e lontani, vedi decarbonizzazione, utilizzo del gas; che però si vanno a scontrare con i soldi che si stanno utilizzando per gli interventi che oggettivamente vanno in senso contrario; vedi ristrutturazione degli attuali altiforni che restano a carbone,
Sembra difficile che una volta spesi migliaia e forse milioni per questi interventi di "miglioramento" dello status quo, poi vi sia la cessazione del sistema produttivo a carbone.
Quindi, anche e soprattutto sul piano ambientale, non è affatto l'accordo che può dare risposte, ma solo la lotta della popolazione di Taranto e degli operai che hanno detto no.
L'immunità ai padroni Ilva, ora ArcelorMittal, su infortuni, inquinamento... non è un problema di lor signori del sindacato - 18 settembre iniziativa dello Slai cobas sc
Con l'accordo Ilva resta l'immunità penale anche per Mittal.
"le politiche industriali le fa il governo" - ha detto Romano (Fiom)
"il governo attuale è quello precedente hanno piegato che non si poteva cancellare" - Talò Uilm
IL 18 SETTEMBRE AL TRIBUNALE, VIA MARCHE, LO SLAI COBAS PRESENTERA' I DUE ESPOSTOI/DENUNCIA PER BLOCCARE L'IMMUNITA' DEI PADRONI ASSASSINI, VECCHI E NUOVI, FATTI ALLA PROCURA E ALLA CORTE COSTITUZIONALE.
(clicca qui per leggere il documento ufficiale dell’Addendum ambientale doc. 5 – Addendum)
“Il piano ambientale così come il piano occupazionale raggiunti rappresentano il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili”. Il vicepremier, nonché ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, e il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, concordo sul fatto che più di questo era impossibile fare nella trattativa di affitto degli asset industriali del gruppo Ilva alla multinazionale ArcelorMittal. Leggendo il documento di Addendum Ambientale, in realtà si scopre che la maggior parte degli impegni, come era scontato che fosse, risultano essere soltanto una ‘promessa‘ ad anticipare l’attuazione di quelle prescrizioni contenute nel Piano Ambientale del 2017, che recepiva quello approvato dal governo Renzi nel 2014, che a sua volta recepiva l’AIA dell’ottobre del 2012 che a sua volta recepiva e migliorava quella concessa al gruppo Riva nell’agosto del 2011.
Di fatto, ArcelorMittal avrà tempo sino al 2023 di realizzare lavori che nel siderurgico andavano svolti nel corso dei decenni, a partire dai lontani anni ’60. E quasi certamente ci saranno anche delle proroghe, nonostante la ‘minaccia’ contenuta nell’addendum di elargire sanzioni economiche per il mancato rispetto degli impegni intermedi e finali. Esattamente quanto era previsto già dal 2012.
Ancora denunce sul piano "ambientale" della Mittal
Assennato ex direttore dell'Arpa: "...tutti sanno che il rischio per gli abitanti del quartiere Tamburi è dovuto alle emissioni diffuse e fuggitive, quelle che provengono dai parchi e dalle cokerie. L'aver ristretto il campo solo alle emissioni convogliate è davvero strano..."
Marescotti presidente di Peace link: "... Di Maio considera solo le emissioni convogliate ma non considera leemissioini diffuse che sono la vera ragione per cui la popolazione dei Tamburi è in
pericolo... Con l'aumento della produzione a 8 milioni di tonnellate annue, senza dover necessariamente mettere a norma, gli impianti che generano le emissioni diffuse e fuggitive, le cokerie, i parchi minerali, il Grf, gli scarichi idrici, i certificati antincendio delle aree più pericolose, una fetta della popolazione sarà esposta ad un rischio cancerogeno inaccettabile, come documentato dalla Vds di Arpa Puglia...".
Il piano ambientale, esaltato da Di Maio e dai sindacati per i "miglioramenti", in realtà, come abbiamo già detto, non solo non risolve i problemi di inquinamento, ma in più mette delle zeppe che diventano oggettivamente degli ostacoli definitivi per il futuro.
Sull'ambiente e le bonifiche della fabbrica non c'è un piano per l'utilizzo delle migliori tecnologie a livello mondiale per salvaguardare l'ambiente (eppure la ArcelorMittal è la più grande e diffusa nel mondo multinazionale dell'acciaio); si interviene sugli interventi ordinari e già previsti anche dai tempi di Riva, dalle ultime Aia, ma non su una ristrutturazione ammodernamento di impianti, su una riconversione del sistema produttivo.
Su questo ci sono al massimo impegni generici e lontani, vedi decarbonizzazione, utilizzo del gas; che però si vanno a scontrare con i soldi che si stanno utilizzando per gli interventi che oggettivamente vanno in senso contrario; vedi ristrutturazione degli attuali altiforni che restano a carbone,
Sembra difficile che una volta spesi migliaia e forse milioni per questi interventi di "miglioramento" dello status quo, poi vi sia la cessazione del sistema produttivo a carbone.
Quindi, anche e soprattutto sul piano ambientale, non è affatto l'accordo che può dare risposte, ma solo la lotta della popolazione di Taranto e degli operai che hanno detto no.
L'immunità ai padroni Ilva, ora ArcelorMittal, su infortuni, inquinamento... non è un problema di lor signori del sindacato - 18 settembre iniziativa dello Slai cobas sc
Con l'accordo Ilva resta l'immunità penale anche per Mittal.
"le politiche industriali le fa il governo" - ha detto Romano (Fiom)
"il governo attuale è quello precedente hanno piegato che non si poteva cancellare" - Talò Uilm
Maledetti!
IL 18 SETTEMBRE AL TRIBUNALE, VIA MARCHE, LO SLAI COBAS PRESENTERA' I DUE ESPOSTOI/DENUNCIA PER BLOCCARE L'IMMUNITA' DEI PADRONI ASSASSINI, VECCHI E NUOVI, FATTI ALLA PROCURA E ALLA CORTE COSTITUZIONALE.
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