Sfruttamento nei campi: “Al via il processo all’azienda degli Angeleri”.
Nel 2015 i carabinieri scoprirono a Castelnuovo
Scrivia cinque braccianti marocchini “in nero”, come raccontano i cittadini che
hanno aiutato queste persone. Il 20 settembre parte il processo penale.
Dopo Lazzaro, un’altra
azienda agricola della bassa Valle Scrivia a processo con l’accusa di
aver sfruttato i lavoratori. Il 20 settembre, come ricorda il
Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, formato dai
cittadini che intendono tutelare le persone sfruttate nei campi e non solo, ad
Alessandria comincerà il processo penale contro i titolari dell’azienda
agricola Bovera di Castelnuovo Scrivia, “che fa capo alla
famiglia Angeleri, proprietaria anche di un grande magazzino di
lavorazione, confezionamento e commercializzazione di prodotti agricoli, a
Guazzora, dove quest’azienda occupa una quarantina di lavoratori, in gran parte
di origine indiana e marocchina”. Vittima del presunto sfruttamento, cittadini
stranieri, come nel caso della Lazzaro di Castelnuovo Scrivia,
dove nel 2012 esplose la situazione dei campi del Tortonese dove si coltivano
ortaggi e altri prodotti di pregio ma a scapito delle condizioni dei lavoratori.
“Nel corso del blitz del 7 agosto 2015 nell’azienda agricola Bovera – spiegano
dal Presidio – erano stati trovati cinque braccianti marocchini “in
nero” e senza permesso di soggiorno, impegnati a raccogliere patate e altri
prodotti agricoli.
Trasferiti nella caserma dei carabinieri di Castelnuovo
Scrivia, erano allora stati interrogati dai militari sulle condizioni di lavoro
a cui erano sottoposti, mentre il campo dove lavoravano veniva sequestrato per
un giorno. Subito dopo, i lavoratori hanno sporto denuncia tramite
l’avvocato Gianluca Vitale del Foro di Torino, chiedendo l’applicazione
dell’art. 18 del testo unico sull’immigrazione, che prevede – così come già era
avvenuto per alcuni lavoratori della Lazzaro e della Novelli di Sale – il
riconoscimento del permesso umanitario per grave sfruttamento lavorativo e, in
sede civile, il pagamento dei salari non corrisposti”. Il processo,
dicono ancora dal Presidio, “comincia dopo tre anni di silenzio tombale il 20
settembre alle 9. Questo è un primo risultato. Adesso subito il riconoscimento
del permesso umanitario e dei salari non pagati ai braccianti sfruttati”.
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