giovedì 13 settembre 2018

pc 13 settembre - Padroni sfruttatori di braccianti migranti nel nord 'leghista' a processo

Sfruttamento nei campi: “Al via il processo all’azienda degli Angeleri”.

Nel 2015 i carabinieri scoprirono a Castelnuovo Scrivia cinque braccianti marocchini “in nero”, come raccontano i cittadini che hanno aiutato queste persone. Il 20 settembre parte il processo penale.
Dopo Lazzaro, un’altra azienda agricola della bassa Valle Scrivia a processo con l’accusa di aver sfruttato i lavoratori. Il 20 settembre, come ricorda il Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia, formato dai cittadini che intendono tutelare le persone sfruttate nei campi e non solo, ad Alessandria comincerà il processo penale contro i titolari dell’azienda agricola Bovera di Castelnuovo Scrivia, “che fa capo alla famiglia Angeleri, proprietaria anche di un grande magazzino di lavorazione, confezionamento e commercializzazione di prodotti agricoli, a Guazzora, dove quest’azienda occupa una quarantina di lavoratori, in gran parte di origine indiana e marocchina”. Vittima del presunto sfruttamento, cittadini stranieri, come nel caso della Lazzaro di Castelnuovo Scrivia, dove nel 2012 esplose la situazione dei campi del Tortonese dove si coltivano ortaggi e altri prodotti di pregio ma a scapito delle condizioni dei lavoratori. “Nel corso del blitz del 7 agosto 2015 nell’azienda agricola Bovera – spiegano dal Presidio – erano stati trovati cinque braccianti marocchini “in nero” e senza permesso di soggiorno, impegnati a raccogliere patate e altri prodotti agricoli.



Il blocco della provinciale Castelnuovo Tortona da parte dei braccianti della Lazzaro, nel 2012

Trasferiti nella caserma dei carabinieri di Castelnuovo Scrivia, erano allora stati interrogati dai militari sulle condizioni di lavoro a cui erano sottoposti, mentre il campo dove lavoravano veniva sequestrato per un giorno. Subito dopo, i lavoratori hanno sporto denuncia tramite l’avvocato Gianluca Vitale del Foro di Torino, chiedendo l’applicazione dell’art. 18 del testo unico sull’immigrazione, che prevede – così come già era avvenuto per alcuni lavoratori della Lazzaro e della Novelli di Sale – il riconoscimento del permesso umanitario per grave sfruttamento lavorativo e, in sede civile, il pagamento dei salari non corrisposti”. Il processo, dicono ancora dal Presidio, “comincia dopo tre anni di silenzio tombale il 20 settembre alle 9. Questo è un primo risultato. Adesso subito il riconoscimento del permesso umanitario e dei salari non pagati ai braccianti sfruttati”.

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