mercoledì 12 settembre 2018

pc 12 settembre - Socialsciovinisti, socialpopulisti a sinistra - denunciare e isolare - Una corrispondenza

Sabato otto settembre, Stefano Fassina – insieme con un folto gruppo di personaggi più o meno conosciuti, quali Alfredo D’Attorre, Vladimiro Giacché, ed altri – lancia, dalla sala della Promoteca del Campidoglio, l’associazione “Patria e Costituzione”.
Leggendo il resoconto della giornata – che compare, a firma Rachele Gonnelli, in taglio basso di pagina quattro del manifesto del giorno successivo – si fa davvero fatica a capire il senso dell’iniziativa lanciata dall’ex viceministro dell’Economia del governo presieduto da Enrico Letta.
L’unica lettura possibile risiede nel tentativo di rincorrere le peggiori destre xenofobre e revansciste, utilizzando un frasario apparentemente appartenente alla tradizione socialdemocratica, ma nella realtà degna del peggiore fascismo.
Il senso di tutta questa pantomima può essere soltanto quello di resuscitare l’evidentemente sopito, ma palesemente esistente, amore per il maresciallo Pietro Badoglio e per il revisionismo togliattiano che nasce dalla svolta di Salerno del 1944.
Se questa è la giusta chiave di lettura, potrebbe essere che il tentativo della falsa moglie di Fassino sia quello di accreditarsi come “sinistra” accettabile per un futuro ritorno della monarchia, o più semplicemente in un possibile futuro regime a guida Matteo Salvini.

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