Il
senatore Mario Pittoni ha scritto per il Carroccio la riforma che
dovrebbe archiviare la Buona scuola. Ma nel curriculum, scritto a
penna, non ha mai chiarito quale fosse il suo titolo di studio. E ora
spiega: "Quello che c'è da sapere non si impara sui polverosi
libri"
di Elena Testi | |
Il
presidente della commissione istruzione al Senato, l'uomo che
dovrebbe
vigilare su abbandono
, formazione e precariato, ha la terza media. A confermarlo, dopo
mesi di voci sul suo conto, è lui stesso, il senatore Mario Pittoni,
"l’uomo istruzione" della Lega di Matteo Salvini. E
proprio Pittoni, al telefono con l'Espresso, spiega di essere stato
fino ad oggi reticente per "paura della guerra social". Si
sente una risata dall’altro capo: "Sa, sono figlio della
contestazione globale, erano tempi in cui ci si opponeva. Ho un padre
insegnante e un fratello professore, quindi ho sempre respirato
scuola e per questo sono preparatissimo. Non mi sono diplomato per
ribellione". Pausa. "Ripeto, preparatissimo. Ma questo non
lo scriva che lodarsi non è bello". Per il Carroccio ha scritto
il programma che rivoluzionerà la scuola italiana. Ed è per questo
che è stato nominato presidente della Commissione Istruzione
Pubblica al Senato. Mario
Pittoni,
classe ‘50, leghista di ferro, ha un curriculum vitae facilmente
consultabile sul portale web del Comune di Udine. Poche voci, scritte
in uno stampatello stentato e una calligrafia incomprensibile (sì, è
compilato a mano). Tra le voci degne di nota ci sono: addetto stampa
di Edi Orioli, campione della Parigi-Dakar e direttore responsabile
di una rivista di annunci.
Sempre nel cv si trova "nel 1991 ha creato Lega Nord Flash, opuscolo d’informazione di carattere nazionale". Tra le capacità e le competenze personali annovera "Senatore della repubblica nella XVI legislazione. Capogruppo Lega Nord in commissione istruzione". Alla voce "patente o patenti" ha inserito "X auto e moto". La "X" in questo caso dovrebbe essere la traduzione di "per".
Ma
è a "tipo di istruzione o formazione" che il senatore ha
scritto "iscrizione albo dei giornalisti pubblicisti dal 1981",
come se il titolo di studi, quello per cui lavora in commissione
Senato, non abbia alcuna importanza e possa essere sostituito con
altre diciture. Ma eccole le grandi rivoluzione proposte da Mario
Pittoni in campagna elettorale e rese note, il 14 marzo scorso, da
Matteo Salvini in una conferenza a Strasburgo: unificazione del ciclo
di studi di elementari e medie (in poche parole diventeranno una cosa
sola). Ritorno al "professore prevalente" che insegnerà le
materie principali, seguendo gli alunni per tutto il percorso.
Riavvicinare i docenti al proprio territorio e concorsi su base
regionale, via alla chiamata diretta e infine ripristino del "valore
educativo delle bocciature".
Nel contratto di Governo qualcosa è stato mantenuto: chiamata diretta e trasferimenti. Aggiunti: l’abolizione delle classi "pollaio" e l’intensificazione delle ore di ginnastica. Lo stesso senatore ammette: «Stiamo lavorando per mantenere le promesse fatte e abbiamo già depositato due disegni di legge importanti che riguardano gli insegnanti». Il primo per l’eliminazione della chiamata diretta e l’altro per i posti vacanti. L’unificazione di medie ed elementari «è un progetto che stiamo portando avanti, perché se ne parla da anni ma ci vuole tempo, è solo due mesi che siamo al Governo».
Nel contratto di Governo qualcosa è stato mantenuto: chiamata diretta e trasferimenti. Aggiunti: l’abolizione delle classi "pollaio" e l’intensificazione delle ore di ginnastica. Lo stesso senatore ammette: «Stiamo lavorando per mantenere le promesse fatte e abbiamo già depositato due disegni di legge importanti che riguardano gli insegnanti». Il primo per l’eliminazione della chiamata diretta e l’altro per i posti vacanti. L’unificazione di medie ed elementari «è un progetto che stiamo portando avanti, perché se ne parla da anni ma ci vuole tempo, è solo due mesi che siamo al Governo».
L’obiettivo
è semplice «smontare la Buona Scuola punto per punto». La Buona
scuola figlia, difficile dimenticare, di una ministra anch’essa al
centro delle polemiche per il titolo di studio dichiarato.
Quando la verità venne a galla, Movimento 5 Stelle e Lega (all’epoca Nord) chiesero le dimissioni immediate di Valeria Fedeli. Ma alla fine come dice il presidente della commissione "Istruzione Pubblica" del Senato quello che «c'è da sapere non si impara su polverosi libri». Vuole aggiungere altro? «Dovevo dirle qualcosa di importante, ma l’ho dimenticato». Qualche minuto dopo, via messaggio, il senatore ci comunica cosa si era dimenticato di aggiungere. «Quando, come nel mio caso, a spingerti è un'infinita passione, sei portato a studiare e approfondire ben più di quanto normalmente chiesto agli studenti. Di conseguenza sei facilitato nel trovare soluzioni».
Prima di chiudere la telefonata, l’ostinata raccomandazione: «Mi metto nelle sua mani, mi raccomando». Alla faccia del "valore educativo delle bocciature".
Quando la verità venne a galla, Movimento 5 Stelle e Lega (all’epoca Nord) chiesero le dimissioni immediate di Valeria Fedeli. Ma alla fine come dice il presidente della commissione "Istruzione Pubblica" del Senato quello che «c'è da sapere non si impara su polverosi libri». Vuole aggiungere altro? «Dovevo dirle qualcosa di importante, ma l’ho dimenticato». Qualche minuto dopo, via messaggio, il senatore ci comunica cosa si era dimenticato di aggiungere. «Quando, come nel mio caso, a spingerti è un'infinita passione, sei portato a studiare e approfondire ben più di quanto normalmente chiesto agli studenti. Di conseguenza sei facilitato nel trovare soluzioni».
Prima di chiudere la telefonata, l’ostinata raccomandazione: «Mi metto nelle sua mani, mi raccomando». Alla faccia del "valore educativo delle bocciature".
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