Il
parroco pistoiese è al centro di una campagna d'odio da quando
Salvini lo prese di mira sui social
10
settembre 2018
Tutto
è cominciato con un volgare attacco di Salvini sui social. Da allora
la vita della comunità parrocchiale è stata praticamente
destabilizzata. E non se ne può più: “Santo Padre, ci rivolgiamo
a lei in un momento di grande amarezza per la nostra comunità
impegnata nell'accoglienza di poveri e in particolare di rifugiati”.
Questo l’incipit della lettera inviata da Don Massimo Biancalani,
prete pistoiese attivo nella comunità e nell’accoglienza dei
profughi insieme al Comitato parrocchiale di Vicofaro e Ramini,
direttamente a Papa Francesco. Troppe le offese ricevute sui social e
per posta, come afferma lo stesso Biancalani in una conferenza stampa
in cui ha annunciato che presenterà una serie di denunce alle forze
dell’ordine. “L' ultima che mi è arrivata - dice il prete - e
contiene offese indicibili nei miei confronti”. La sua attività
nei confronti dei rifugiati e dei profughi, lo hanno fatto diventare
vittima di un tiro al bersaglio che di civile ha ben poco. La missiva
scritta a Francesco, verrà consegnata personalmente da Biancalani in
Vaticano settimana prossima, dove ci sarà in programma una
convention inerente la questione migranti e il parroco vi parteciperà
come relatore.
Nella lettera inoltre, ha voluto ricordare quando poco tempo fa, “adducendo motivi di sicurezza e di inadeguatezza dei locali parrocchiali - prosegue il prete pistoiese -, le autorità preposte hanno deciso lo sgombero della struttura di Vicofaro a Pistoia, in cui sono accolti da alcuni anni i fratelli nel bisogno. Nonostante gli ingenti sforzi economici effettuati per adeguare i nostri ambienti all'accoglienza, tutto questo non è stato considerato sufficiente. Si dimenticano volutamente l'azione generosa e il servizio infaticabile e solidale reso al territorio accogliendo tante persone, che altrimenti sarebbero costrette a vivere in condizioni precarie e pericolose”, ha concluso Biancalani.
Nella lettera inoltre, ha voluto ricordare quando poco tempo fa, “adducendo motivi di sicurezza e di inadeguatezza dei locali parrocchiali - prosegue il prete pistoiese -, le autorità preposte hanno deciso lo sgombero della struttura di Vicofaro a Pistoia, in cui sono accolti da alcuni anni i fratelli nel bisogno. Nonostante gli ingenti sforzi economici effettuati per adeguare i nostri ambienti all'accoglienza, tutto questo non è stato considerato sufficiente. Si dimenticano volutamente l'azione generosa e il servizio infaticabile e solidale reso al territorio accogliendo tante persone, che altrimenti sarebbero costrette a vivere in condizioni precarie e pericolose”, ha concluso Biancalani.
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