Il
riferimento, ovviamente, è ai tanti governi populisti che imperversano
nel continente, ma il governante europeo si guarda bene dal fare nomi,
per quanto non è certamente necessaria una laurea per comprendere a chi
si riferisce.
Non a caso a rispondere
è il vicepresidente del Consiglio dei ministri italiano, il
pentastellato Luigi Di Maio, che si sente chiamato in causa in prima
persona ed esclama: «non si deve permettere».
D’altronte
lo si può capire: è figlio di Luciano, un imprenditore edile di
Pomigliano d’Arco, con solide amicizie nella destra radicale napoletana,
che tentò tre volte – senza successo – di entrare in consiglio comunale
negli anni ottanta e novanta. (si veda l'edizione telematica del 23
giugno 2017 del quotidiano la Repubblica, articolo a firma Conchita Sannino e Concetto Vecchio)
Per
puntellare la sua posizione, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo
economico forza la mano, storpiando le parole del Moscovici, fino a
fargli dire che «in Italia ci sono tanti piccoli Mussolini», mentre il
riferimento originale era a tutto il territorio continentale.
E’
difficile sostenere che il responsabile delle politiche economiche
europee abbia torto: sorvolando sul Governo italiano, altri esecutivi
apertamente fasciopopulisti si trovano in Ungheria e Polonia; senza
dimenticare chi, come il francese Emmanuel Macron, si professa tanto
democratico, ma nel concreto attua politiche degne della peggiore
reazione nera.
Bosio (Al), 14 settembre 2018
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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