Pisa:
dopo la prima sera Maurizio Cammillini sarebbe stato pagato 17 euro
anziché 20. L’Ispettorato del lavoro apre un’indagine
PISA.
«Mio fratello la prima sera era stato pagato 17 euro anziché 20. Il
motivo? Ha fatto qualche consegna in ritardo. Lo ha confidato ai suoi
amici». È morto per una manciata di spiccioli, i soldi che gli
servivano per pagare le bollette e non chiedere aiuto alla Caritas.
Maurizio
Cammillini,
29 anni, era in prova da due giorni come pony-express per
l’Underground Pub di lungarno Mediceo. Era riuscito ad avere
finalmente un lavoro dopo anni di disoccupazione. Era il suo sogno.
Ma è deceduto per consegnare a domicilio due panini e un fritto
contro un lampione di via Pietrasantina. La sua paga e le condizioni
di lavoro vengono rivelate a tre giorni dalla morte direttamente
dalla sorella, Stefania
Pellegrini,
anche grazie al racconto dei suoi amici più intimi.
Rider
di 29 anni muore in scooter: il giorno prima aveva perso 3 euro per
il ritardo nella consegna
Una
tragedia sul lavoro che riguarda ancora una volta il lavoro
sottopagato dei giovani fattori che si occupano di consegna di pasti
a domicilio
12
Set. 2018 1 ora
Maurizio
Cammillini, 29 anni, ha perso la vita durante la consegna di due
panini e un fritto a domicilio a Pisa. Maurizio faceva il rider,
da soli due giorni ed era in prova. ess
morto
Il
cugino Simone Pellegrini ha dichiarato: “Come è possibile che
Maurizio sia finito dritto contro un palo? Il motorino lo sapeva
guidare, quella curva la conosceva benissimo e sull’asfalto non ci
sono segni di frenate o di cadute. L’unica spiegazione è che
qualcosa o qualcuno lo abbia disturbato. Forse una macchina, non lo
so. Confidiamo nelle immagini delle telecamere, se ce ne sono. Non mi
darò pace finché non mi diranno come è morto”. “Non mi darò
pace finché la verità non verrà fuori – ha aggiunto – perché
Maurizio era un ragazzo d’oro. Era povero, ma se aveva in tasca 15
euro, dieci te li dava e 5 se li teneva. Ultimamente era contento,
proprio perché aveva trovato lavoro. In passato aveva svolto il
Servizio civile regionale in ospedale, dove è morto: aiutava le
persone a orientarsi fra i reparti. Poi è rimasto a piedi. Non ho
mai visto nessuno sbattersi alla ricerca di un impiego come lui. È
incredibile che lui sia morto lavorando”.
La
tragedia riporta in
auge lo
schiavismo che interessa i giovani riders che vengono pagati “a
consegna” e non hanno diritti come ferie, malattia, assicurazione
contro gli incidenti. Qui abbiamo
raccolto le proteste che hanno attuato finora i riders e cosa prevede
su di loro il “decreto
Dignità“.
Il
18 giugno scorso, al ministero del Lavoro Luigi
Di Maio ha incontrato
i rappresentanti delle aziende che si occupano di consegna di pasti a
domicilio: Deliveroo, JustEat, Foodora, Domino’s Pizza e Glovo.
L’incontro
era arrivato dopo un acceso
scambio di opinioni tra
il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e l’amministratore
delegato di Foodora Italia Gianluca Cocco.
Cocco
aveva dichiarato in un’intervista al Corriere
della sera,
che se fosse stato confermato il “decreto
Dignità”
annunciato da Di Maio, Foodora sarebbe stata costretta a lasciare
l’Italia.
Il
3 agosto 2018 la Camera
ha dato il via libero definitivo al decreto dignità,
approvato con 312 voti a favore, 190 contrari e un astenuto. Il
provvedimento è poi stato approvato
al Senato
diventando così legge.
Leggi
anche l’inchiesta
di TPI:
L’esercito
dei fattorini di Foodora: i giovani italiani pagati 4 euro a
consegna.
Retribuiti
una vera miseria. Con le spese tutte a loro carico. E senza alcuna
tutela. Alla scoperta di Foodora, dove il lavoro viene spacciato per
“un hobby”.
In
data 10 settembre 2018 abbiamo ricevuto la seguente
precisazione da parte di Foodora:
Foodora
utilizza i contratti di collaborazione coordinata e continuativa che
garantiscono ai rider, tramite versamento dei contributi INPS,
l’accesso a una serie di tutele non presenti in collaborazioni
occasionali e partite IVA. A ciò si aggiungono l’assicurazione
INAIL per gli infortuni sul lavoro, che l’azienda ha scelto di
tenere completamente a suo carico versando anche la quota spettante
al lavoratore, e una polizza assicurativa privata in caso di danni a
terzi, sempre a carico esclusivo dell’azienda.
Foodora
fornisce ai rider gli strumenti di protezione individuale (come
casco, box / zaino termico ad alta visibilità, luci di
posizionamento…) e ha ha deciso di investire su un corso
Informativo sulla Sicurezza. Il Corso è stato strutturato in due
macro sezioni. Una prima parte che tratta argomenti specifici rivolti
all’attività di rider e una seconda parte riprende i concetti
generali sulla sicurezza sul lavoro. In foodora il lavoro
non viene “spacciato come un hobby o un gioco”.
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