martedì 11 settembre 2018

pc 11 settembre - ARMI PRIVATE E ARMI PUBBLICHE - SEMPRE LICENZA DI UCCIDERE

Più facile acquistare e detenere armi in casa - L’Italia si aggiudica il triste primato di essere il primo Paese dell’Ue a recepire – interpretandola in modo ancora più permissivo – la direttiva 2017/853 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che modifica il precedente dettame riguardante il controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi.

Da ieri infatti, contestualmente alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legislativo n. 104 del 10 agosto 2018, è più facile acquistare e detenere armi in casa, senza neppure avvisare gli altri membri della famiglia o eventuali conviventi. E non solo quelle sportive, ma anche fucili d’assalto o le cosiddette «black rifle», ossia le «armi semiautomatiche a canna liscia somiglianti ad un’arma da fuoco automatica la cui canna non supera i 60 cm», come recita la definizione della relativa categoria declassata dalla direttiva Ue da B9 a B7. Tra queste ci sono carabine come l’Ar15 e mitragliatori come alcuni Kalashinikov. Armi da cecchini, o da stragi nelle scuole.... Nella direttiva europea le armi che erano annoverate nella categoria B7 sono state invece spostate in B9. Un ribaltamento, un “pasticcio” che permette di legalizzare ciò che prima era illegale, secondo i desiderata della lobby delle armi. Ma per recepire la direttiva 853, nel decreto legislativo il governo gialloverde ha dovuto correggere perfino la legge antiterrorismo 43 del 2015, che vietava la caccia con fucili «rientranti tra le armi semiautomatiche somiglianti ad un’arma da fuoco automatica»... per denunciare di detenere un’arma basta inviare una mail ai carabinieri o alla questura tramite posta certificata. Inoltre, malgrado si debba ottenere il titolo di «tiratori sportivi» per detenere armi di categoria A6 (demilitarizzate) e A7 (a percussione centrale con caricatore superiore a dieci colpi per arma lunga e venti per arma corta), per essere definiti tali basta essere iscritti alle federazioni specifiche di un qualunque Paese europeo, oppure alle sezioni del Tiro a segno nazionale, o alle associazioni sportive dilettantistiche affiliate al Coni che operano anche in campi privati. Quest’ultima norma è retroattiva al 13 giugno 2017... Soddisfatte le associazioni per i diritti dei detentori legali di armi, come il Comitato D-477 che per la Lega ha condotto una serrata campagna elettorale e ora raccoglie i frutti. Fu infatti con loro che Salvini stipulò un accordo in questa direzione...

Il taser, la pistola elettrica dal 5 settembre è in dotazione sperimentale delle forze dell’ordine in 12 città italiane (in Lombardia l’assessore regionale De Corato vuole darle anche ai vigili urbani) e la Lega vorrebbe introdurre nelle carceri. Malgrado negli Usa abbia causato oltre mille morti da quando è stata introdotta nel 2000, il sottosegretario alla giustizia, il leghista Jacopo Morrone, lo ha promesso a certi sindacati di polizia penitenziaria che la chiedono da tempo (gli stessi contrari al divieto di tortura). Per sostanziare la sua causa, Morrone si è inventato una «intollerabile escalation di violenza nelle carceri contro gli agenti», sull’onda della denuncia fatta qualche giorno fa dal Sappe.

Studi scientifici e le stesse informazioni della casa produttrice, Axon, dicono quanto siano queste armi, che possono portare a gravi effetti e anche alla morte tante categorie di persone: donne incinta, bambini, anziani, persone debilitate e sottopeso, perone con problemi psichiatrici, sotto effetto di stupefacenti, pazienti con problemi respiratori e soprattutto cardiaci. "Uno studio scientifico del 2012 svolto su 8 persone fermate con l'utilizzo del taser concludeva che i 50mila volt rilasciati dall'arma possono provocare arresti cardiaci, dovuti a tachicardia ventricolare o fibrillazione ventricolare, e vi sarebbe anche la possibilità di un arresto cardiaco se il colpo giunge ad una zona adiacente il cuore. Rischi anche di colpi diretti alla testa, legati a trauma cranico, perdita di conoscenza e sindrome post commozionale. secondo uno studio del 2016 in alcuni casi la scossa può provocare per 24 ore un calo delle funzioni cognitive.

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