Qual'è la situazione politica nel vostro paese in questa fase?
Nel presentare la situazione del nostro paese, non possiamo non partire da quello che succede in questi
giorni, due questioni prevalgono e sono tra loro legate: masse di
popoli dall’Africa del nord e da altri paesi oppressi, cercano di
arrivare nel nostro paese con barconi. Molti di essi periscono nelle
acque del Mediterraneo. Questi migranti fuggono dalle guerre e dalle
loro oppressioni, miserie, prodotte dall'imperialismo. In Italia questo produce due fenomeni: da un lato la
solidarietà di settori delle masse popolari, dall’altra lo sviluppo intensificato del
razzismo, e al sud come al nord si combatte una battaglia di idee e di
pratiche tra queste tendenze presenti.
Nello stesso tempo il governo è
stato conquistato dalle forze fascio-razziste-populiste, con due
forze, da due volti ma con la stessa politica: il Movimento 5 Stelle,
capeggiato da una cupola formato da un comico-attore e la Lega,
inizialmente un fenomeno del nord e poi divenuto una forza nazionale
incorporando tutte le forze fasciste che c’erano in Italia. Questo
governo ha trasformato tutto in razzismo di Stato. E' un governo
abbastanza strano, il suo presidente è di pura facciata e i due vice presidente sono gli effettivi capi del governo, e uno dei
due che è anche Min degli Interno utilizza il suo ministero come
governo generale. Di conseguenza, blocca i porti e crea un’emergenza
che i numeri attuali dell’emigrazione non rendono reale. A questa
emergenza unisce un’attività di controllo di tutte le leve dello
Stato. Nello stesso tempo apre un fronte dentro l’Europa, facendo
un tutt’uno del nazionalismo, razzismo e distogliendo le masse dai
gravi problemi economici.
In queste ore questo è il cuore della
contraddizione nel nostro paese.
Ma come si è arrivati a questa
situazione?
I differenti governi della borghesia che si sono
succeduti hanno perduto progressivamente credito tra le masse, in
quanto hanno scaricato la crisi sulle masse popolari, hanno attaccato
i salari, le condizioni di lavoro, hanno cancellato lo stato sociale,
e hanno gestito il potere come strumento di corruzione e di affari.
Questo ha screditato tutti i governi della borghesia, in particolare
gli ultimi
definiti di centrosinistra, ma che facevano le politiche del
centrodestra. Mentre nello scenario europeo facevano da fratelli
minori della Germania e della Francia.
Le masse rispetto a questo
fenomeno hanno reagito in due modi, con un massiccio astensionismo
elettorale che ha fatto crollare i livelli di partecipazione al
voto, e in parte spostandosi verso quelle forze che apparivano fuori
dal sistema. Questi due fenomeni si sono sviluppati
contemporaneamente. Mentre l’astensionismo
di massa non ha trovato una sua rappresentanza, le forze di destra si
sono rafforzate e hanno strappato consensi tra settori delle masse, inizialmente
presentandosi divise e contrapposte: il M5S poteva sembrare una forza
che potesse raccogliere la delusione delle masse, mentre l’altra
forza, la Lega, raccoglieva la destra.
Queste si sono presentate come forze
che avrebbero fatto due governi contrapposti, mentre appena hanno
avuto i voti si sono uniti e hanno costruito un “mostro a due
teste”, che trasforma la delusione e insoddisfazione del popolo in
moderno fascismo, un fenomeno che nel nostro paese non è mai scomparso. La borghesia ha portato al potere i fascisti prima della guerra, poi
la Resistenza ha rovesciato i fascisti ma il revisionismo ha impedito
che la Resistenza andasse fino in fondo. Le forze della borghesia si
sono riorganizzate e hanno cancellato i risultati della Resistenza,
stabilendo una democrazia parlamentare come tutte le altre, come
maschera della dittatura della borghesia.
Il collasso del Pci ha
provocato fermenti rivoluzionari, la marcia per dare il nuovo partito comunista alle
masse non ha raggiunto i suoi risultati e la borghesia ha potuto
riprendere tutto il suo vigore, gestendo il potere attraverso i
vecchi partiti falsamente trasformati. Questo ciclo ha screditato
tutti i partiti progressivamente e in particolare nello scoppio della crisi
economico mondiale, in cui i diversi paesi imperialisti hanno
subito gli effetti della legge sullo sviluppo diseguale. L’egemonia franco-tedesca ha
costituito una contraddizione e sia la borghesia sia le masse non
hanno accettato i vecchi partiti; la stessa borghesia che vede al
potere i fascio-populisti ha dei dubbi che questi possano essere la
soluzione finale. Questo fenomeno ci fu anche ai tempi del fascismo.
Cosa è avvenuto nel campo del proletariato e delle masse popolari?
Quello che non è avvenuto nel campo
del proletariato e delle masse popolari è la riorganizzazione di un
partito comunista forte, la conservazione di sindacati di classe e lo sviluppo dei
movimenti popolari di massa su tutti i terreni degli effetti della
crisi. Le masse hanno resistito, ma non hanno avuto un loro quartiere
generale; movimenti si sono sviluppati, sono nate diversi organismi sindacali che
sono usciti dai sindacati ufficiali, ma anch’essi sono restati
frammentati. I movimenti sono rimasti nel campo del loro terreno
specifico, senza vedere l’intero sistema che c’era dietro. Non
solo, la crisi della sinistra ha diffuso tra le masse l’idea che tutti i partiti sono negativi, inutili, che tutti i sindacati sono corrotti e di
collaborazione. Questo ha creato un clima sfavorevole alla
riorganizzazione dei comunisti e delle masse e chiaramente le masse insoddisfatte non hanno avuto la forza per
imporre la loro soluzione alla crisi. La gigantesca crisi mondiale e la
ondata migratoria ha avuto un effetto simile ad una guerra, che la
destra è riuscita ad utilizzare.
La crisi del movimento comunista ha portato ad un
arretramento della coscienza solidale e di classe e questo ha
costituito un’arma importante dell’ascesa delle forze
fascio-populiste.
L’imperialismo italiano, la grande
borghesia prima della crisi si è rafforzata, durante la crisi è
riuscita a difendersi scaricando sui proletari e ora punta a
consolidare la sua posizione imperialista specifica, soprattutto nel
Mediterraneo.
Cosa avviene nel campo dei maoisti?
I maoisti e il nostro partito sono nati nel 2000.
Hanno cominciato il loro cammino di ricostruzione del partito e di legame con le masse proletarie e su questa strada hanno condotto una prima fase della
loro lotta che è stata positiva. Le forze sono cresciute, e anche i
legami con le masse, Nel movimento sindacale è nata una
organizzazione da noi diretta, nel movimento delle donne si è avuta
molta influenza, è nata una nuova organizzazione giovanile, le
campagne di sostegno alle guerre popolari hanno migliorato la coscienza di settori
d’avanguardia delle masse e hanno dato al nostro partito un prestigio, peso,
come forza maoista, rivoluzionaria, internazionalista. Ma il cambio della situazione generale ha
influenzato i grandi movimenti, le larghe masse, il nostro partito era troppo
piccolo per contrastare questo fenomeno.
L’unità con le altre
forze comuniste è molto difficile, perché nel loro campo si sono
approfondite deviazioni storiche: l’economismo, il
socialsciovinismo travestito da lotta contro l’Europa, soprattutto
le correnti spontaneiste piccolo borghesi.
Si è creata una massa a sinistra fragile che da un lato ha fatto muro rispetto all’azione del nostro partito tra le masse e nello stesso tempo ha aperto la via per la penetrazione nel movimento di idee populiste. Le nuove organizzazioni sindacali nate in questa fase hanno sostenuto “non più politica, non più partito” e i movimenti hanno pensato di utilizzare il populismo per avere risalto. Questo ha arrestato la coscienza generale che è rimasta confinata con le sue forze. Abbiamo dato vita su tutti i campi ad iniziative esemplari, anche nella lotta e organizzazione dei migranti, esperienze esemplari a macchia di leopardo, un enclave rispetto alle dinamiche che si sviluppavano nel movimento di massa.
Si è creata una massa a sinistra fragile che da un lato ha fatto muro rispetto all’azione del nostro partito tra le masse e nello stesso tempo ha aperto la via per la penetrazione nel movimento di idee populiste. Le nuove organizzazioni sindacali nate in questa fase hanno sostenuto “non più politica, non più partito” e i movimenti hanno pensato di utilizzare il populismo per avere risalto. Questo ha arrestato la coscienza generale che è rimasta confinata con le sue forze. Abbiamo dato vita su tutti i campi ad iniziative esemplari, anche nella lotta e organizzazione dei migranti, esperienze esemplari a macchia di leopardo, un enclave rispetto alle dinamiche che si sviluppavano nel movimento di massa.
In questo contesto il nostro partito ancora di
più appare e resiste come unica forza ma in un mare in cui è
difficile navigare.
Il ns p nello stesso tempo ha cercato
di fare un bilancio della Resistenza, della lotta armata degli anni
70, e della riorganizzazione dei partiti mlm, ma non poteva andare oltre se
divorziato dalle masse. Sarebbe divenuto una riedizione dei gruppi armati degli anni '70 e non un partito della guerra popolare. C’è molto lavoro da fare per
conquistare le avanguardie, e questo deve essere fatto
coraggiosamente a viso aperto, non possiamo essere il “partito delle
notte” mentre il giorno è nero per le masse. Le condizioni attuali
per lo sviluppo del nostro partito sono maggiori di prima dato che siamo
l’unica forza, ma la situazione delle masse è difficile, dobbiamo
conquistare l’avanguardia "casa per casa", "postazione per postazione",
nel fuoco della lotta di classe.
Questo è lo stadio generale della nostra azione, la situazione generale è sfavorevole sia oggettivamente che
soggettivamente, ma dentro la polarizzazione della borghesia e delle
sue forze e dentro il cammino del nostro partito per conquistare l’egemonia e
l’organizzazione di tutto ciò che resiste c’è l’importante
presente e il futuro della nostra organizzazione.
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