lunedì 10 settembre 2018

pc 10 settembre - Il governo fasciopopulista Di Maio/Salvini tra ostacoli e contraddizioni per l’economia che non cresce

.... 90.000 posti di lavoro persi in due mesi… mentre il ministro Tria cerca di nascondere la realtà dicendo che il Pil crescerà

Nonostante le parole rassicuranti di Tria (in questo governo tutti cercano di rassicurare qualcuno, ma soprattutto i “mercati” cioè i padroni della grande finanza) che parla di una possibile crescita del Pil dell’1,6 per cento, l’economia non cresce e perciò si mettono le mani avanti su ciò che il governo aveva promesso di fare subito: “cioè riforma fiscale [flat tax, ndr] reddito di cittadinanza e correzioni alla legge Fornero” ma questo, dice Tria, si può fare «con molta gradualità» e con «un orizzonte quinquennale», e siamo passati dal subito a cinque anni!

Ma non solo, per quanto riguarda il tanto sbandierato “reddito di cittadinanza” “partirà assorbendo anche una serie di risorse già dedicate a strumenti che insistono sullo stesso terreno, a partire dai 2,9 miliardi di euro all'anno del reddito d'inclusione avviato nella legislatura scorsa.”
Quindi, si toglie da un lato quello che già c’è (come hanno detto anche a proposito degli 80 euro
elettorali di Renzi) per cercare di mettere una pezza alle promesse tutto fumo per i proletari e le masse popolari e tutto arrosto per i padroni!

Queste difficoltà e contraddizioni del governo vengono sottolineate anche da un articolo dell’8 settembre del Corriere della sera, quotidiano di una frazione della borghesia, che fa le pulci al programma del governo, dicendo che si “intravede il fantasma di un’economia che ristagna” e fa l’elenco: posti di lavoro perduti, cassa integrazione in aumento, imprese meno fiduciose

L’autore dell’articolo prende in giro, come ormai fanno un po’ tutti, Salvini che è passato dalla sicurezza ostentata contro i nemici, Europa ecc. ecc. alla “prudenza”…  alla riunione annuale dei padroni di Cernobbio, “Salvini invece ha tenuto a ripetere che il suo governo farà di tutto per rispettare le regole europee sul deficit. «Ormai mi alzo la mattina e guardo lo spread invece di telefonare ai miei figli». La ragione specifica di questa conversione, ammette lo stesso Salvini, è l’esplosione dei rendimenti dei titoli di Stato da quando a maggio scorso uscì la prima versione del «contratto» di governo (con l’ipotesi di referendum di uscita dall’euro e default verso la Banca centrale europea).”

Questo perché “le spie rosse” della crisi “hanno iniziato ad accendersi e non solo quelle, molto visibili, attivate dagli investitori. Target 2, il sistema di pagamenti della Banca centrale europea, ha accumulato per l’Italia un rosso di 45 miliardi di euro fra inizio maggio a fine luglio: segno che molti capitali hanno iniziato a lasciare il Paese. Anche nell’economia reale però le spie stanno girando al rosso più intenso. Nei primi due mesi di governo, giugno e luglio, si sono persi in Italia 90 mila posti di lavoro a tempo indeterminato secondo l’istituto statistico Istat (solo in piccola parte compensati da 24 mila nuovi contratti precari netti). Il ritmo al quale l’economia ha bruciato posti estate è stato dunque di 1.131 impieghi al giorno: un netto cambio di stagione da quando, fino a cinque o sei mesi fa, ogni giorno se ne creavano 900 netti in più. In realtà era dall’inizio della ripresa nel 2014 che l’occupazione nel Paese non diminuiva per tre mesi di seguito, come nell’ultimo trimestre. E come mostra il grafico, basato su dati Istat e Banca d’Italia, neppure durante le ultime tre recessioni (governo Amato nel ’92, quarto governo Berlusconi nel 2001, governo Monti nel 2011-2013) il ritmo di distruzione di posti è stato tanto rapido.”

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