Nonostante le parole rassicuranti
di Tria (in questo governo tutti cercano di rassicurare qualcuno, ma
soprattutto i “mercati” cioè i padroni della grande finanza) che parla di una
possibile crescita del Pil dell’1,6 per cento, l’economia non cresce e perciò si mettono le mani avanti su ciò che
il governo aveva promesso di fare subito: “cioè riforma fiscale [flat tax, ndr]
reddito di cittadinanza e correzioni alla legge Fornero” ma questo, dice Tria,
si può fare «con molta gradualità» e con
«un orizzonte quinquennale», e siamo passati dal subito a cinque anni!
Ma non solo, per quanto riguarda
il tanto sbandierato “reddito di cittadinanza” “partirà assorbendo anche una serie di risorse già dedicate a strumenti
che insistono sullo stesso terreno, a partire dai 2,9 miliardi di euro all'anno
del reddito d'inclusione avviato nella legislatura scorsa.”
Quindi, si toglie da un lato
quello che già c’è (come hanno detto anche a proposito degli 80 euro
elettorali di Renzi) per cercare di mettere una pezza alle promesse tutto fumo per i proletari e le masse popolari e tutto arrosto per i padroni!
elettorali di Renzi) per cercare di mettere una pezza alle promesse tutto fumo per i proletari e le masse popolari e tutto arrosto per i padroni!
Queste difficoltà e contraddizioni
del governo vengono sottolineate anche da un articolo dell’8 settembre del
Corriere della sera, quotidiano di una frazione della borghesia, che fa le
pulci al programma del governo, dicendo che si “intravede il fantasma di un’economia che ristagna” e fa l’elenco: posti di lavoro perduti, cassa integrazione
in aumento, imprese meno fiduciose…
L’autore dell’articolo prende in
giro, come ormai fanno un po’ tutti, Salvini che è passato dalla sicurezza
ostentata contro i nemici, Europa ecc. ecc. alla “prudenza”… alla riunione annuale dei padroni di
Cernobbio, “Salvini invece ha tenuto a ripetere che il suo governo farà di
tutto per rispettare le regole europee sul deficit. «Ormai mi alzo la mattina e
guardo lo spread invece di telefonare ai miei figli». La ragione specifica di
questa conversione, ammette lo stesso Salvini, è l’esplosione dei rendimenti
dei titoli di Stato da quando a maggio scorso uscì la prima versione del
«contratto» di governo (con l’ipotesi di referendum di uscita dall’euro e
default verso la Banca centrale europea).”
Questo perché “le spie rosse”
della crisi “hanno iniziato ad accendersi e non solo quelle, molto visibili,
attivate dagli investitori. Target 2,
il sistema di pagamenti della Banca centrale europea, ha accumulato per
l’Italia un rosso di 45 miliardi di euro
fra inizio maggio a fine luglio: segno
che molti capitali hanno iniziato a lasciare il Paese. Anche nell’economia reale però le spie stanno girando al rosso più intenso. Nei
primi due mesi di governo, giugno e luglio, si sono persi in Italia 90 mila posti di lavoro a tempo indeterminato
secondo l’istituto statistico Istat (solo in piccola parte compensati da 24
mila nuovi contratti precari netti). Il ritmo al quale l’economia ha bruciato posti estate è stato dunque di
1.131 impieghi al giorno: un netto cambio di stagione da quando, fino a
cinque o sei mesi fa, ogni giorno se ne creavano 900 netti in più. In realtà
era dall’inizio della ripresa nel 2014 che l’occupazione nel Paese non
diminuiva per tre mesi di seguito, come nell’ultimo trimestre. E come mostra il
grafico, basato su dati Istat e Banca d’Italia, neppure durante le ultime tre recessioni (governo Amato nel ’92, quarto
governo Berlusconi nel 2001, governo Monti nel 2011-2013) il ritmo di
distruzione di posti è stato tanto rapido.”
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