Continua il rullo compressore degli sgomberi a Milano. Questa volta raccontiamo uno sfratto avvenuto ieri in zona Lorenteggio-Giambellino. Uno sgombero “inusuale” poiché avvenuto senza l’iniziale intervento delle Forze dell’Ordine. Mentre nei salotti si discute del possibile trasferimenti di parte della city di Londra a Milano come conseguenza della Brexit, nei quartieri popolari la situazione è allarmante.
Il comunicato dell’Unione Inquilini:
Sfrattata da una volante della polizia donna in cura
psichiatrica.
La barbarie quotidiana degli sfratti a Milano ha
conosciuto questa mattina un nuovo picco, sia per la fragilità del nucleo
familiare sfrattato, composto da una donna invalida al 100% per gravi problemi
psichiatrici e dai suoi 2 figli, sia per le modalità di esecuzione dello
sfratto, sia per la totale mancanza
di risposte da parte dei servizi sociali del Comune di Milano.
di risposte da parte dei servizi sociali del Comune di Milano.
Ma andiamo per ordine.
Questa mattina (ieri) il nuovo proprietario (si
trattava di casa messa all’asta a causa del mancato pagamento del mutuo),
insieme all’Ufficiale giudiziario, a un medico di parte forse psichiatra e
all’avvocato della proprietà si è recato in via Gonin 7, al Lorenteggio, per
eseguire lo sfratto di una donna separata e dei 2 figli, accompagnato da
un’ambulanza.
La signora sfrattata è in cura psichiatrica per
problemi molto gravi e seguita dai Servizi sociali del Comune di Milano ed ha
da molti mesi avanzato richiesta di una RST (residenza sociale temporanea) al
Comune di Milano in occasione dello sfratto, ma, malgrado lo sfratto sia stato più volte
rimandato, nessuna soluzione è stata trovata dalle istituzioni preposte.
Non era presente la UIGOS in assistenza all’ufficiale
giudiziario, ossia l’ufficio della Polizia preposto che interviene in occasione
dell’esecuzione degli sfratti e questo ha fatto notevolmente infuriare la
proprietà, che forte del parere favorevole alla trasportabilità data del medico
che si erano portati dietro, ha iniziato a fare un cinema inverecondo, con
tanto di minacce di eseguire un TSO (trattamento sanitario obbligatorio),
terrorizzando l’inquilina sfrattata.
Alla fine, chiamata dalla proprietà, è arrivata una
volante della polizia che ha dato esecuzione allo sfratto, malgrado le proteste dei presenti,
e la signora sfrattata è stata portata via in ambulanza.
Accompagnata da alcuni militanti dell’Unione Inquilini
la famiglia sfrattata è stata portata direttamente presso gli uffici dell’Assessorato
alla Casa ,in via Larga, dove è stato chiesto di trovare una soluzione almeno
temporanea. Tale soluzione non è stata però al momento trovata, perché il
Comune di Milano sarebbe al momento privo di qualsiasi struttura in grado di
accogliere la signora ed i figli.
Troviamo vergognoso che malgrado la situazione fosse
nota da mesi l’ assessorato alle politiche sociali, che tramite i servizi
sociali di zona, conosce il caso da anni, il Comune non si sia attivato in
alcun modo per reperire una soluzione.
Troviamo inquietante che, in assenza dei funzionari di
polizia preposti all’esecuzione dello sfratto, sia stato possibile eseguire lo
sfratto stesso chiamando una volante, cosa mai accaduta a Milano e che rischia
di trasformare la gestione degli sfratti in un Far West.
Chiediamo che venga fatta luce su eventuali
responsabilità e riteniamo responsabili tutte le parti coinvolte delle
possibili conseguenze di quanto sopra descritto.
Più in generale riteniamo questo episodio l’ ennesima
dimostrazione di come, tra protocolli di gestione degli sfratti solennemente
annunciati, ma attuati solo per poche settimane e poi affossati per
responsabilità del Comune di Milano, mancanza di politiche dell’offerta e
gestione delle procedute lacunose se non vessatorie da parte del Comune,
privatizzazione del sistema delle accoglienze temporanee, con effetti
devastanti sia rispetto ai costi che alla trasparenza delle procedure, la
situazione sfratti a Milano sia diventata insostenibile e non si riesca a dare
risposte dignitose neppure nei casi socialmente più rilevanti.
Se il Comune di Milano non ha case da assegnare
(malgrado le 10.000 vuote tra comunali e ALER) e non è in grado di dare
neppure soluzioni assistenziali in presenza di minori, anziani invalidi,
malati, l’unica soluzione soluzione è che gli sfratti vengano bloccati fintanto
che si sia tornati in una situazione di normalità.
Unione Inquilini
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