Chiaramente nelle fabbriche, come in tanta aziende private, lo sciopero è stato frutto di una lotta contro le minacce, i ricatti dei padroni, dei capi, con la paura di perdere il lavoro; ma è stata anche una lotta per rompere il boicottaggio portato avanti dai sindacati confederali, e dalla Cgil/Fiom in particolare. Ma le operaie che hanno scioperato l'8 marzo hanno vinto! E, al di là dei numeri - per cui chiamiamo tutte a darci notizie - nelle fabbriche, nelle aziende lo sciopero delle donne ha una forza dirompente, investe anche il movimento dei lavoratori, e non può lasciare le cose come stanno...
Tra tutte, vogliamo parlare oggi dello sciopero delle donne delle operaie della Necta di Bergamo.
Uno sciopero riuscitissimo, soprattutto nel secondo turno, toccando percentuali di adesione intorno all'80%. Queste operaie già nel novembre 2013, avevano con coraggio aderito allo sciopero delle donne, indetto per tutta la giornata a livello nazionale allora solo dallo Slai cobas per il sindacato di classe e dall'Usi; anche le delegate Fiom, come loro stesse dicevano, avevano avuto più coraggio delle dirigenti nazionali che allora avevano indetto solo uno sciopero virtuale di 15 minuti, per lavarsi l'anima.
Oggi, in cui non solo la Fiom nazionale non ha indetto neanche un minuto di sciopero, ma ha dichiarato che "era sbagliato fare lo sciopero l'8 marzo, che le lavoratrici non lo capivano...", le operaie della Necta sono scese in sciopero con ancora più forza e molte di più.
Questo è stato possibile anche per il lavoro in questi mesi e la presenza in fabbrica delle operaie dello Slai cobas per il sindacato di classe, le più ribelli in fabbrica, le più determinate e dure contro compromessi e opportunismi. Dopo l'ultimo volantinaggio dello Slai cobas sc l'Rsu della necta ha affisso il comunicato sullo sciopero del'8 marzo.
Queste operaie lottano contro una pesantissima condizione in fabbrica che colpisce le donne sia fisicamente, sia psicologicamente, sia con umiliazioni, anche sessuali: la ripetitività dei movimenti, i ritmi e il carico del lavoro si uniscono all'atteggiamento di capi e capetti che usano anche ricatti sessuali.
E lo Slai cobas per il sindacato di classe ha portato nello sciopero delle donne la piattaforma che ora con la forza dell'8 marzo deve diventare arma concreta di lotta!
ALCUNI PUNTI DELLA PIATTAFORMA:
- Meno orario e aumento delle pause
-
Riduzione dei ritmi e dei carichi di lavoro, come difesa anche della
nostra salute
-
inserire nel TU sicurezza lo stress lavoro correlato-violenza.
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Riposo sabato e domenica o 2 gg consecutivi nelle aziende a
turnazione continua
-
Turni che non aggravino la condizione delle donne
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Condizioni di lavoro e ambienti di lavoro (compreso servizi
igienici), DPI, a tutela della salute,
anche
riproduttiva, delle donne e della dignità delle lavoratrici,
richiesta agli Enti ispettivi di una verifica generale, sotto il
nostro controllo
-
Divieto di controlli personalizzati, che portano anche gravi
danni-stress psicofisici
-
Abbassamento dell'età pensionabile delle donne, come riconoscimento
del doppio lavoro
-
Assemblee sindacali retribuite delle donne in più rispetto a quelle
stabilite
-
Allontanamento dai luoghi di lavoro per tutti coloro – capi,
padroni, ecc. - responsabili di molestie, ricatti, violenze sessuali,
atteggiamenti razzisti; tutela delle lavoratrici denuncianti
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