Sulla carta dovrebbe essere “un'esperienza formativa innovativa per unire sapere e saper fare” ma secondo l’Unione degli Studenti della Puglia si è trasformata in "sfruttamento”. "Ci affidano lavori che dovrebbero essere assegnati ai dipendenti: le aziende ci usano come manovalanza gratuita", dicono i giovani. Il sottosegretario all'Istruzione Toccafondi: "Abbiamo il dovere di intervenire, ma non invierò ispettori"
C’è chi è stato costretto a volantinare per
dodici ore al giorno, chi si è trovato a pulire bagni e tavoli al
ristorante e altri ancora che hanno trascorso giornate a catalogare
locandine degli anni Ottanta in un cinema. È l’altra faccia dell’alternanza
scuola-lavoro, l’attività resa obbligatoria dalla legge sulla Buona
Scuola per gli studenti di terza, quarta e quinta dei licei e degli
istituti tecnici e professionali. Sulla carta dovrebbe essere
“un’esperienza formativa innovativa per unire sapere e saper fare” ma
secondo l’Unione degli Studenti della Puglia, che ha lanciato una
pubblica denuncia, si è trasformata in “Alternanza – sfruttamento”.
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