Il 3 marzo scorso la cancelliera tedesca Angela Merkel si è recata a Tunisi in visita ufficiale di stato incontrando il presidente della repubblica Beji Caid Essebsi e il primo ministro Chahed.
La cancelliera si é scomodata in prima persona strappando un importante accordo al governo tunisino: il rimpatrio forzato di 1.500 tunisini dalla Germania alla Tunisia a cui è stato negato il diritto d’asilo nel paese europeo. Come “contropartita” la Germania promette 250 milioni di euro in “aiuti” in progetti di “sviluppo” nel paese nordafricano.
Come già detto nel nostro precedente articolo riguardante l’incontro bilaterale Italia-Tunisia, anche questa volta si è fatta un’equazione tra immigrazione e terrorismo, all’ordine del giorno e sullo stesso piano la crisi libica, il terrorismo e l’immigrazione con conseguente rimpatrio forzato.
in maniera del tutto arbitraria il rappresentante dell’imperialismo tedesco giustifica questa richiesta di rimpatrio forzato facendo riferimento alla nazionalità dell’autore dell’attentato al mercatino di Natale a Berlino lo scorso dicembre.
Si conferma con questo accordo la visione di un’ Europa attraversata da mille contraddizioni tra i suoi membri (contraddizioni inter-imperialistiche) ma che verso l’esterno ha l’unica volontà di respingimento e non accoglienza degli immigrati salvo quando richiesti dal mercato come manodopera a basso costo.
In tal senso dopo aver sfruttato l’ondata di sdegno verso i crimini di Daech contro la popolazione siriana e aver imbastito il circo mediatico dell’accoglienza e della generosità verso i profughi siriani, adesso il re é nudo.
Altrettanto mediaticamente, stavolta ai fini della campagna elettorale, la Merkel preme perchè 1.500 tunisini (numero modesto) venga rimpatriato.
La borghesia compradora tunisina non puo’ che essere d’accordo dato che gestirà questi 250 milioni di euro per questi fantomatici progetti di sviluppo che, come insegna il recente passato, saranno sicuramente destinati a speculazioni edilizie per ingossare le tasche degli uomini di regime con l’ulteriore effetto di ingigantire il debito estero del paese.
Tutto questo viene definito da Essebsi un accordo “gagnant-gagnant” non a caso, entrambe le parti hanno qualcosa da guadagnarci, sulla pelle degli immigrati per inciso che oltre ad essere merce di scambio vengono anche denigrati ed equiparati a criminali e potenziali terroristi.
Il giorno della visita, di fronte il parlamento tunisino si é riunito un sit-in convocato dal comitato No Border Tunisia e da quello delle mamme dei giovani migranti scomparsi che ha contestato la visita della cancelliera tedesca e invocato la libera circolazione delle persone, un punto di partenza per contrastare le politiche europee anti immigrazione sostenuta anche dai governi dell’altra sponda del mediterraneo come quello tunisino.
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