sabato 6 luglio 2019

pc 6 luglio - L'AQUILA PROCESSO A 3 FEMMINISTE (UNA DEL MFPR) PER DIFFAMAZIONE


Una ventina di donne provenienti da Roma, ma anche alcune compagne di L'Aquila, erano presenti in aula a portare la loro solidarietà alle imputate. Messaggi di solidarietà sono arrivati anche dalle compagne di Amazora di Bologna. Il processo si è svolto dopo 7 ore e mezza di attesa e in presenza di uno sproporzionato e "immotivato" schieramento di forze dell'ordine e digos (ne avevamo almeno 1 per ogni donna presente in aula).
Valentini era assente, ma era presente il giornalista del messaggero, che ha aperto il suo articolo come lui avrebbe voluto (e anche commettendo lo stesso errore del giornalista del centro, parlando di 3 donne, tutte romane).
Il PM onorario, Ilaria Prezzo, aveva derubricato la diffamazione aggravata in semplice e chiesto il minimo della pena, ossia 500 euro di multa a testa, ma il giudice Romano Gargarella ha deciso per una pena di 1000 euro di multa a testa, oltre al pagamento di 2000 euro ciascuna, come provvisionale del risarcimento complessivo, da determinarsi in sede civile. Risarcimento che l'avvocata di Valentini, Marzia Lombardo, ha quantificato in 250 mila euro complessivi, da devolvere a "Telefono rosa", una onlus istituzionale che gestisce il numero antiviolenza e stolking per conto del governo. L'avvocata ha poi commentato la richiesta di Valentini con una chiara provocazione: "così poi vi rientrano, no?"
Entrambi gli avvocati difensori, Flavio Rossi per le compagne di Roma e Caterina Calia per la compagna di L'Aquila, hanno fatto ottime arringhe, uscendo dallo steccato di un processo tecnico dove il giudice aveva costretto le imputate, escludendone gran parte dei testimoni e comprimendone il diritto di difesa. Presto sarà disponibile una sintesi delle stesse.
Comunque un passo avanti è stato fatto, è stato stralciato l'art. 81 c.p. - Concorso formale. Reato continuato - e derubricata la diffamazione aggravata a mezzo stampa. Il 31 luglio saranno depositate le motivazioni. Siamo state condannate ma non sconfitte. 

Contro questa sentenza, che punisce la solidarietà fra donne, quella vera, che parte dal basso, a vantaggio di quella finta, pietistica e vittimizzate "erogata" dalle istituzioni, ci batteremo e faremo ricorso, fino in fondo 

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