7 arresti domiciliari con restrizioni e 10 obblighi di firma, tutti per i fatti del settembre 2017 quando migliaia di persone per giorni manifestarono a Torino e Venaria contro il G7 del lavoro, kermesse e vetrina per i potenti del mondo riuniti per capire come continuare le politiche di sfruttamento e
precarietà con le quali dobbiamo fare i conti quotidianamente. Erano gli ultimi mesi del regno PD e del governo Renzi, Torino fu militarizzata con vere e proprie zone rosse per permettere allo staff dei potenti di potersi abbeverare e solllazzare in tutta tranquillità. Ci furono 3 giorni di assemblee, iniziative e infine una grande manifestazione a Venaria con in testa una ghigliottina e delle brioches che raggiunse la Reggia, dove i politici erano radunati, …più evocativo di così!
Una di queste giornate è quindi finita sotto la lente della zelante procura Torinese, guarda casa il pm Pedrotta nota alle cronache per la persecuzione al movimento No Tav e a quello antagonista che, rimasta orfana dei suoi due colleghi (uno in pensione, l’altro trasferito ed indagato a più riprese), cerca ancora qualche rivalsa nei confronti di chi si batte per i diritti sociali e ambientali (non sarà anche lei prossima allo trasferimento? lo scopriremo…).
La sua richiesta del carcere non è stata accolta, ma gli arresti domiciliari e qualche firma sì, il tutto basato su un’inchiesta che nella scala di “fuffa” da 0 a 10 raggiunge forse uno dei punteggi più alti mai collezionati dalla procura cittadina.
Siamo costretti a fare qualche esempio per rendere l’idea….perle su perle, la prosa è fiacca ma la fantasia galoppa.
“Le figure degli istigatori e coordinatori” se si trovano davanti è “a mo d’incitamento e garanzia” se si trovano “nelle retrovie” svolgono “un’opera di supervisione e controllo”.
“Nondimeno merita precisare che, trattandosi di figure di indubbia nonché riconosciuta caratura all’interno del contesto indagato la loro semplice presenza (…) fungeva da incentivo, da rassicurazione e, al contempo, da avvallo per gli altri manifestanti” e poi giù di condotte “formalmente contestate solo a taluni indagati” ma che hanno “finito per rafforzare gli altrui propositi di reato e le conseguenti azioni criminose non già meramente presenziando alla realizzazione ma piuttosto galvanizzando i materiali esecutori”…
Resa l’idea evidenziamo l’incredibile tempistica di questa operazione a quasi due anni dai fatti contestati, che cade oggi proprio a ridosso del campeggio estivo No Tav e del Festival ad alta Felicità. Esattamente la stessa cosa che la procura organizzò un anno fa arrestando il direttore artistico del festival ed altre figure organizzatrici. Esattamente lo stesso pm e lo stesso gip a firmare le misure…insomma, se pensano che così facendo potranno in qualche modo danneggiarci si sbagliano di grosso. Se pensano che questo giochino non sia chiaro e patetico forse dovrebbero ragionare con più lucidità.
C’eravamo, ci siamo e ci saremo sempre, questa è l’unica verità che conta e può fare la differenza.
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