pc 30 giugno - Ancora un suicidio a Poggioreale, il carcere assassino
Proprio questa mattina avevamo denunciato la situazione, attaccato il Ministro della Giustizia - vedi post allegato Ancora un suicidio in carcere a Poggioreale: 23esimo in Italia
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Ancora un suicidio in carcere a Poggioreale: 23esimo in Italia. Un uomo di 38 anni si è tolto la vita in una cella del padiglione Napoli
„Uno dei più affollati dell'istituto. A trovare il corpo senza vita è stato il cognato detenuto come lui.
“Si tratta del terzo suicidio nelle carceri campane quest'anno, il
23esimo in Italia nel 2019. Non si può morire di carcere e in carcere.
Il padiglione Napoli è uno dei più vecchi di Poggioreale e qui in nove
anni si sono verificati diversi suicidi. Ci sono fino a otto detenuti
per cella. Il sovraffollamento è una specie di pena accessoria e
questo non è accettabile per uno Stato di diritto". Il garante dei
detenuti per la Campania ha poi denunciato che “il ministero delle
Infrastrutture ha assegnato 12 milioni da tre anni per il rifacimento di quattro padiglioni ma il Provveditorato alle Opere Pubbliche ha fatto solo dei sopralluoghi ma non esiste alcun progetto esecutivo”
/NapoliTodayNoi siamo per un’estate calda nelle carceri. Le condizioni di sovraffollamento, la mancata cura della salute dei detenuti trasformano le celle in un attacco alla vita e alla salute che è ben al di là di quella che il sistema carcerario borghese chiama “pena”.
D’avanti a questo l’infame governo fascio-populista continua la politica dei precedenti senza alcun scrupolo.In occasione della recente rivolta a Poggioreale il Ministro della Giustizia, Bonafede/M5S, non ha trovato altre parole che: “Il detenuto morto di 58 anni - che ha innescato la protesta dei suoi compagni – era uno condannato all’ergastolo per omicidio”. Quindi, l’infame ministro ha introdotto la “pena di morte”? Per cui se uno è ergastolano non merita l’assistenza medica e può morire?
Certo, è il ministro che si dice attivamente impegnato a migliorare la giustizia, ma nessuno dei numerosi politici e industriali indagati per corruzione e strettamente legati a esponenti di questo governo, in particolare alla Lega di Salvini, rischierà l’ergastolo, anzi rischia al massimo i domiciliari.
Il carcere tortura, il carcere assassino è la faccia criminale dello Stato dei padroni.
La protesta, la rivolta dei detenuti è giustificata a prescindere e merita il sostegno di tutti i progressisti e democratici, oltre che dei proletari d’avanguardia e dei rivoluzionari.
I detenuti politici stanno opponendo una forte resistenza che ha doppiamente ragione per le infami condizioni di detenzione e per l’ingiustizia assoluta della loro carcerazione, colpevoli solo di difendere diritti sociali e azioni contro i padroni, i ricchi e lo Stato che li difende; colpevoli sono di combattere lo stato del carcere assassino e carcere tortura. Sono nostro compagni e fratelli di lotta, compagni e fratelli di classe.
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