***
Gibilterra
Iran, assalto dei marine
inglesi a una petroliera diretta in Siria
La nave batte bandiera panamense.
Avrebbe violato il doppio embargo di Usa e Ue
LONDRA —Non bastava lo scontro su
Hong Kong con Pechino, che ha rinfacciato al Regno Unito "ingerenze"
per le recenti proteste nell'ex colonia britannica tornata alla Cina nel 1997,
con Londra che mercoledì ha convocato l'ambasciatore cinese. Ieri un altro
pericoloso caso diplomatico è scoppiato dopo il sequestro di una petroliera
iraniana al largo di Gibilterra, tuttora territorio britannico. La nave si
chiama "Grace 1" ed era diretta verso lo strategico porto di Tartous,
l'unico sbocco sul mare del regime siriano di Bashar al Assad sostenuto da
Teheran e da Mosca.
Nella mattinata di ieri è
arrivata a Gibilterra una segnalazione degli Stati Uniti, che con Donald
Trump hanno criticato sempre più duramente l'Iran mettendo così a forte
rischio il patto di non proliferazione nucleare firmato nel 2015 dai
"5+1", Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti (quelli di
Obama) e la Germania, oltre all'Ue. «Fermate quella nave», hanno
intimato gli americani, perché secondo loro stava trasportando petrolio al
regime di Assad, ignorando così le sanzioni internazionali del 2014 contro il
dittatore siriano per la cruenta repressione degli oppositori durante la guerra
civile.
Così Gibilterra ha chiesto
rinforzi. Subito sono arrivati, dalla base di Plymouth, trenta marine
britannici del celebre Commando 42, che hanno aiutato le autorità locali a
sequestrare in acque spagnole la nave, molto probabilmente partita dal
Golfo persico e poi giunta al largo di Gibilterra dopo aver circumnavigato
l'Africa.
Tratto da La Repubblica 5 luglio
2019
Nessun commento:
Posta un commento