martedì 2 luglio 2019

pc 2 luglio - Da una nota interna di 'proletari comunisti' le indicazioni per i nostri compagni, per i comunisti autentici, per i proletari d'avanguardia

...Primo fra tutti la questione dei migranti, dato che il caso Sea Watch è in pieno svolgimento e in questi mesi vicende come queste si potranno ripetere.
La nostra posizione è netta e chiara. Noi come organizzazione comunista e organizzazione d’avanguardia proletaria e combattente contro il fascio-populismo appoggiamo il movimento “aprire i porti, solidarietà e accoglienza”, appoggiamo e diamo risalto agli atti di disobbedienza civile da chiunque vengano rispetto al decreto sicurezza e all’azione razzista e imperialista del governo, siamo quindi subito per la liberazione di Carola e il sostegno a Ong, associazioni che conducono azioni importanti di contrasto e che per questo vengono perseguitate, criminalizzate, represse;
in questo appoggio generale come partito proletario conduciamo un’azione d’avanguardia soprattutto verso la nostra classe e secondo il nostro stile di lotta che non è alla coda del movimento antirazzista. 

Anche all'interno del movimento comunista e proletario dobbiamo condurre una lotta verso compagni e organismi davvero poco attivi e reattivi su questo fronte di lotta e questo è sbagliato e inaccettabile 
Ogni sede, ogni compagno, ogni organismo di lotta deve e può fare quanto è nelle sue possibilità.
In questo importante e prioritaria è l’azione e la posizione autonoma e di classe.
Noi dobbiamo fare azioni d’avanguardia in prima persona secondo le possibilità.

Dobbiamo indicare l’esempio dei portuali di Genova, degli operai e delegati che hanno firmato la mozione solidale da noi pubblicata sul blog. All’interno delle fabbriche, dei posti di lavoro, del movimento di lotta sindacale e politico dei lavoratori dobbiamo lavorare per far schierare. 

Noi dobbiamo portare la denuncia, la propaganda e l’agitazione là dove non arrivano l’antirazzismo e le associazioni, dove è difficile e contrastato il rapporto con settori proletari, sottoproletari, disagiati. In questo senso è importare seguire l’esempio di TARANTO che oltre che partecipare alle manifestazioni antirazziste per aprire i porti, con una squadra di compagni con un pulmino itinerante, porta gli striscioni, i volantini, fa comizi volanti nei quartieri, alle fabbriche.
Questa prassi deve svilupparsi in forme semplici e creative.
Noi dobbiamo fare la nostra parte, rivendicarla, farci conoscere e farci riconoscere per questa impostazione.
Non è un problema di numeri. Anche con due compagni si può fare ovunque – certo, è sempre bene proporlo e associare il maggior numero di attivisti e altri compagni di altre associazioni, gruppi, che però vogliano fare questo lavoro difficile. Altre opportunità che vanno sfruttate sono le manifestazioni sui luoghi del conflitto, e  nei campeggi che abbiano uno stile di lotta.

proletari comunisti/PCmItalia
2 luglio 2019

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