Make America Burn Again
Il
comizio voluto da Trump, che arringava i suoi fans da dietro un
plexiglass antiproiettile, nonostante si tenesse in un recinto a
selezione limitata per cui egli stesso aveva mandato gli inviti, è stato finanziato con un’ingente spesa pubblica,
ricevendo soltanto una timida ammonizione da parte dei democratici a
non trasformarlo in un comizio di propaganda. Ma mentre i
cacciabombardieri fendevano il cielo a 140mila dollari orari e The
Donald accompagnava il suo elogio a Betsy Ross, la pia donna che per
prima cucì la bandiera a stelle e strisce, alla promessa che presto
quella bandiera sarebbe arrivata su Marte, fuori dalla Casa Bianca c’era
chi intonava lo slogan: «America was never great».
Un drappello di membri del Partito Comunista Rivoluzionario USA hanno deciso di rendere omaggio alla bandiera incendiandone due in mezzo alla folla
composta da sostenitori del Presidente nonché
da gruppi dell’estrema destra. A cercare di salvare il simbolo dalle fiamme si sono spesi veterani e forze dell’ordine, il cui grottesco intervento è stato incalzato dai contestatori che gli hanno lanciato addosso il drappo incendiario. Uno dei contestatori tratto in arresto è Gregory Johnson, noto militante che, con le sue azioni incendiarie, nel 1989 vinse la causa contro lo stato del Texas per abolire il reato di vilipendio alla bandiera in 48 stati americani. Significativo è che, nel 2016, Trump propose invece un anno di carcere o la revoca della cittadinanza americana a chiunque avesse osato sfregiare la stelle e strisce.
da gruppi dell’estrema destra. A cercare di salvare il simbolo dalle fiamme si sono spesi veterani e forze dell’ordine, il cui grottesco intervento è stato incalzato dai contestatori che gli hanno lanciato addosso il drappo incendiario. Uno dei contestatori tratto in arresto è Gregory Johnson, noto militante che, con le sue azioni incendiarie, nel 1989 vinse la causa contro lo stato del Texas per abolire il reato di vilipendio alla bandiera in 48 stati americani. Significativo è che, nel 2016, Trump propose invece un anno di carcere o la revoca della cittadinanza americana a chiunque avesse osato sfregiare la stelle e strisce.
Sembra
dunque che con la presidenza di Trump il riferimento all’identità
americana e ai suoi simboli per eccellenza siano diventate un campo di confronto fondamentale,
polarizzate da un dibattito sovranista pronto a giustificare ogni
propria posizione tramite il richiamo alla patria. E allora bruciare la
bandiera diviene l’espressione di un rifiuto radicale che eccede tanto
il campo repubblicano quanto quello democratico. Come si legge sulla
maglia indossata da Johnson in occasione del 4 luglio: «Revolution – Nothing Less».
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