I richiedenti asilo contestano l’allontanamento di 6 ragazzi che sono stati eletti come portavoce e chiedono di non tornare nel centro della KB srl. La protesta a Busto e a Varese, in stazione e in Prefettura
Nuova giornata di protesta da parte dei richiedenti asilo di via dei Mille a Busto Arsizio.
Un centinaio di ragazzi ospitati nella struttura gestita dalla KB srl
si è stabilita nel piazzale della stazione di Varese e si rifiuta di
tornare nel centro di accoglienza. La situazione è tranquilla e
i richiedenti asilo sono calmi e in attesa, mentre intorno si sono
registrati alcuni momenti di tensione.
L’INIZIO DELLA PROTESTA A BUSTO
Tutto è iniziato nella mattinata quando nel grande centro di accoglienza sono arrivati gli agenti dipolizia per procedere con l’allontanamento di una decina di loro. Un provvedimento contestato da quasi tutti gli ospiti dato che tra i ragazzi allontanati ci sono anche i loro rappresentanti. «Quando abbiamo iniziato la protesta per avere le carte d’identità -spiega uno di loro- ognuna delle sei nazionalità che è ospitata qui ha eletto un suo rappresentate» e sono stati proprio questi ragazzi «a fare da nostri portavoce con tutti».
L’allontanamento di tutti gli ambasciatori è stato quindi visto come un provvedimento punitivo nei confronti della loro protesta per avere le carte d’identità e ha fatto riaccendere gli animi. Proprio per questo i ragazzi hanno deciso di partire verso Varese per chiedere un incontro in Prefettura. Hanno così attraversato le vie della città fino alla stazione dove hanno preso un treno che li ha portati verso il capoluogo.
L’ARRIVO A VARESE
Poco prima delle 13 i profughi sono quindi arrivati alla stazione dello Stato a Varese dove ad attenderli c’erano alcuni agenti di polizia. I richiedenti asilo hanno insistito per poter andare tutti in prefettura ma, dopo una breve contrattazione, solo una delegazione composta dai rappresentanti delle varie etnie è stata accompagnata, con un mezzo delle forze dell’ordine, in Questura dove ha esposto le proprie ragioni. I profughi, un centinaio in tutto, sono arrivati con valigie e borsoni seriamente intenzionati a non far ritorno a Busto Arsizio nella struttura gestita dalla KB srl (posizione ribadita anche con alcuni striscioni).
L’incontro con il capo di gabinetto del Prefetto Giorgio Zanzi e il Questore Giovanni Pepè è finito intorno alle 15. Un colloquio durante il quale sono stati toccati tutti i nodi che con il tempo stanno venendo al pettine. Per diversi migranti è infatti scaduto il tempo acconsentito dalla legge per poter essere ospitati. Chi non ha ottenuto il permesso di soggiorno non può restare e questo, unito alle restrizioni operate da altri paesi Ue, toglie speranze di sviluppo positivo ai soggetti che sono qui da oltre due anni. L’incontro è durato oltre un’ora ed è stato interrotto solo quando uno dei ragazzi che fa parte della delegazione dei richiedenti asilo si è sentito male ed è stato portato via in ambulanza.
Alla
fine dell’incontro la delegazione è tornata in stazione per raccontare
agli altri ragazzi le promesse ricevute: la mediazione di Prefettura e
Questura per chi è al termine del periodo di accoglienza oltre a
controlli e ispezioni più accurate nei confronti della KB srl. Troppo poco, dicono i richiedenti asilo che
quindi non sono ancora saliti sul treno per tornare a Busto e che
chiedono invece di poter parlare con il Prefetto in persona.
I migranti decisi a non abbandonare la stazione di Varese criticano i
gestori del centro di accoglienza di Busto Arsizio e non si arrendono:
«Kb fa i soldi sulla pelle delle persone. Noi non siamo bestie, ma
persone. Loro guadagnano con i soldi degli italiani, perché nessuno fa
niente quando si dicono le cose?», dice un richiedente asilo che parla
italiano quando ormai è calata la sera sulla protesta, che prosegue
sotto gli occhi di numerosi agenti di polizia.
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