Questa manovra di Italia e
Francia si inserisce nel contesto di quello che negli editoriali di proletari
comunisti sul G20 di Amburgo è stato definito “Nuovo disordine mondiale”. “Il
G20 di Amburgo ha sancito il nuovo disordine mondiale conclamato, tutti contro
tutti. Alleanze asimmetriche per tema e scenari.” (http://proletaricomunisti.blogspot.it/2017/07/pc-10-luglio-g20-editoriale-1-il-nuovo.html)
L’accordo per i missili dice anche, sia detto di passaggio, la profondissima
ipocrisia congenita di Italia e Francia rispetto ai “diritti umani” visto
che la Turchia, per esempio sugli
immigrati, è considerato un paese “non sicuro” e Amnesty International su
questo punto ha definito l’accordo Europa-Turchia “sconsiderato e illegale”. E come
si deve considerare adesso che Erdogan, con la scusa del fallito golpe, sta
praticamente arrestando mezza Turchia?
L’articolo apparso sul Sole 24
Ore del 21 luglio, che commentiamo, conferma la difficoltà degli stessi “analisti”
borghesi rispetto al quadro delle “alleanze” attuali. La Turchia è vista qui
come un “nodo” da risolvere perché appartiene tuttora alla Nato, al “fianco sud”,
ma “nutre ancora ambizioni neo-ottomane ed è in rotta di collisione, oltre che
con l’Europa, anche con gli Stati Uniti per il sostegno americano ai curdi
siriani protagonisti dell’assedio di Raqqa.” E addirittura, “Il problema del
Medio Oriente non è più Assad, forse in prospettiva neppure l’Isis, ma Erdogan
che sostiene i Fratelli Musulmani”.
“Ecco perché – continua il giornalista - è interessante la notizia che il consorzio italo-francese Eurosam e le
industrie turche della difesa Roketsan e Aselsan hanno firmato un accordo per
lo sviluppo di un sistema di difesa
anti-missilistica. Erano almeno due anni che si era entrati nella fase
finale della trattativa ma la Turchia, in attrito con Usa e Nato, aveva persino
minacciato di rivolgersi ai cinesi: sarebbe stato uno schiaffo sonoro per
l’Alleanza Atlantica, di cui la Turchia è stata per oltre 50 anni un bastione
sul fianco sud." (Un "bastione" di fatto contro le rivolte del proprio popolo e
quelle dei popoli oppressi!)
quelle dei popoli oppressi!)
“Ma da tempo” dice il
giornalista, in questi due anni di cose ne sono cambiate. “Per salvare la
faccia e i confini, Ankara ha dovuto mettersi d’accordo con la Russia di Putin
e con l’Iran sciita degli ayatollah. I turchi, dopo avere fallito il rovesciamento
di Assad, manovrando anche i jihadisti
in alleanza con i sauditi e monarchie del Golfo, sono entrati in crisi. (sottolineatura
nostra. Vedere con quanta nonchalance
si parla delle manovre di Erdogan, di fatto sostenitore del “terrorismo
islamico”, lo stesso con cui si fanno poi affari che con la stessa indifferenza
vengono elogiati dal Sole 24 Ore!) Non solo gli americani appoggiano i curdi
siriani, che si stanno scavando una zona autonoma ai confini con la Turchia, un
altro tassello del temuto irredentismo curdo. Ma gli Stati Uniti, nonostante le
smentite del Cremlino, hanno deciso di fermare l’aiuto militare ai ribelli
siriani. Questo significa che Assad può restare in sella e consolidare il
regime.” (Che gli Stati Uniti abbiano deciso di fermare l’aiuto ai cosiddetti
ribelli siriani è tutto da vedere).
Insomma si tratta di “Una
sconfitta su tutta la linea per la Turchia che aspirava, con la disgregazione
della Siria e anche dell’Iraq, di estendere la sua influenza sull’area siriana
di Aleppo e quella irachena di Mosul, due gioielli della corona ottomana cui
aveva dovuto rinunciare con gli accordi successivi alla prima guerra mondiale e
la fine dell’impero della sublime Porta.”
E adesso viene la cosa
interessante secondo il giornalista: “Dietro a una notizia a volte c’è assai di
più di quanto i protagonisti non vogliano dire. ‘L’accordo risponde
all’esigenza di rafforzare la cooperazione per garantire la sicurezza dello
spazio aereo della Turchia e il fianco Sud della Nato’, ha commentato
l’ambasciatore italiano Luigi Mattiolo. Ma
è proprio questo il nodo della questione. L’intesa con Eurosam appare come
una sorta di puntello a un’Alleanza da queste parti sempre più fragile:
Germania e Turchia sono in rotta e minacciano ritorsioni reciproche, Ankara
aveva persino impedito la visita dei parlamentari tedeschi ai militari di stanza
in Turchia, ribadendo il suo veto alla partnership dell’Austria nella Nato. Dal
fallito golpe del 15 luglio 2016, Turchia e Stati Uniti sono ai ferri corti,
prima con l’amministrazione Obama ma ora anche con Donald Trump che
nell’incontro con Erdogan a Washington aveva confermato il sostegno militare
americano ai curdi siriani.”
Se l’alleanza si “indebolisce”
quindi, contro chi Erdogan dovrebbe utilizzare questi missili che Francia e
Italia vogliono costruire?
“Senza contare che per due anni
la Turchia ha negato la base di Incirlik per i raid contro l’Isis e l’ha concessa
solo dopo avere equiparato nella lista nera dei terroristi i jihadisti del
Califfato alla guerriglia curda del Pkk e dei curdi siriani dell’Ypg. Tanto per
avere le idee chiare Erdogan aveva
minacciato di togliere la commessa a Eurosam se l’Italia non avesse congelato
la concessione della cittadinanza onoraria da parte di alcune municipalità
locali ad Abdullah Ocalan.
“I turchi, per vendicarsi della
Nato e soprattutto degli Usa, in queste ore hanno diffuso attraverso l’agenzia
Anadolu le coordinate delle postazioni militari e delle basi aeree americane e
francesi in Siria. Erdogan per ottenere soddisfazione in Siria e in Iraq sta
usando la lama del coltello come gli uomini di rispetto facevano un tempo nel
suo quartiere istanbuliota di Kasimpasha. Ma questo non è un duello, è una
guerra persa e lui è diventato il nuovo problema del Medio Oriente.”
Ecco apparecchiato un altro
scenario da “tutti contro tutti”!
Nessun commento:
Posta un commento