LA STAMPA TORINO
Ipotesi Murazzi per il contro-vertice: invitati
i leader europei
L’ipotesi non è affatto peregrina: Jeremy Corbyn, il leader della sinistra
inglese, che spilla birre ai Murazzi, un po’ come un mese fa al Glastonbury
Festival, il più importante festival musicale d’Inghilterra. Fatte le dovute
proporzioni, qualcosa di simile potrebbe accadere a fine settembre a Torino. Il
nome del festival ancora non c’è. Tutto il resto si è messo precipitosamente in
moto qualche giorno fa e sta viaggiando spedito. Obiettivo: dare vita a un
contro G7 nei giorni in cui alla Reggia di Venaria si riuniranno i ministri di
Italia, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Canada e Giappone per
discutere di industria, lavoro e ricerca. Un vero contro summit. Con leader
politici, economisti, studiosi, sindacalisti, accademici.
I BIG DELLA SINISTRA
Per una volta, la sinistra si è mossa prima (e meglio) del Movimento 5 Stelle. E mentre da giorni i
grillini ragionano sull’opportunità di realizzare un appuntamento alternativo, proposta avanzata dal sindaco di Venaria Falcone, partiti, movimenti e associazioni della sinistra si sono già organizzati. Hanno fatto richiesta di poter avere a disposizione i Murazzi negli stessi giorni del G7. E hanno fatto partire gli inviti. Hanno contattato Corbyn, il capo del partito laburista inglese, tacciato di essere troppo estremista e invece capace di resuscitare il corpaccione parecchio fiacco del Labour britannico. Hanno chiamato Jean-Luc Mélenchon, l’uomo della sinistra francese - un altro accusato di essere un po’ troppo estremista - eppure capace di incassare il 19% dei voti al primo turno delle presidenziali francesi, spazzando via i socialisti. E sono in ballo per avere altri nomi della sinistra europea: l’economista ed ex ministro greco Yanis Varoufakis, la sindaca di Barcellona Ada Colau.
Insomma, mentre i ministri dei 7 Grandi si riuniranno alla Reggia, sulle rive del Po i big della sinistra europea potrebbero ritrovarsi a discutere di quale alternativa offrire a un modello di sviluppo che contestano ma cui spesso non sanno contrapporre un contro modello convincente. «La sfida è proprio questa», spiegano Andrea Aimar e Marco Grimaldi, segretario provinciale e regionale di Sinistra italiana. «Il G7 sarà dedicato a innovazione e industria 4.0. Noi accettiamo la sfida dell’innovazione, declinandola in un’ottica diversa. Quella dei tanti anziché dei pochi, di come la tecnologia anziché ridurre posti di lavoro e creare marginalità possa invece andare a vantaggio dei più, se è la politica sa guidare queste trasformazioni».
LE ARCATE SUL PO
Il treno si è messo in moto. Lo guidano Sinistra italiana e Possibile - i cui leader, Fratoianni e Civati, saranno tra gli ospiti del summit - ma insieme con la galassia di associazioni e movimenti della sinistra. L’idea è realizzare la manifestazione ai Murazzi, «così da assediare pacificamente un pezzo di città abbandonato». L’idea è anche organizzare una manifestazione. E spezzare la dinamica di cui si parla da giorni, l’idea che ci sia un G7 da una parte, un mondo antagonista pronto a scatenare la contestazione (anche violenta) dall’altra, e niente in mezzo.
I BIG DELLA SINISTRA
Per una volta, la sinistra si è mossa prima (e meglio) del Movimento 5 Stelle. E mentre da giorni i
grillini ragionano sull’opportunità di realizzare un appuntamento alternativo, proposta avanzata dal sindaco di Venaria Falcone, partiti, movimenti e associazioni della sinistra si sono già organizzati. Hanno fatto richiesta di poter avere a disposizione i Murazzi negli stessi giorni del G7. E hanno fatto partire gli inviti. Hanno contattato Corbyn, il capo del partito laburista inglese, tacciato di essere troppo estremista e invece capace di resuscitare il corpaccione parecchio fiacco del Labour britannico. Hanno chiamato Jean-Luc Mélenchon, l’uomo della sinistra francese - un altro accusato di essere un po’ troppo estremista - eppure capace di incassare il 19% dei voti al primo turno delle presidenziali francesi, spazzando via i socialisti. E sono in ballo per avere altri nomi della sinistra europea: l’economista ed ex ministro greco Yanis Varoufakis, la sindaca di Barcellona Ada Colau.
Insomma, mentre i ministri dei 7 Grandi si riuniranno alla Reggia, sulle rive del Po i big della sinistra europea potrebbero ritrovarsi a discutere di quale alternativa offrire a un modello di sviluppo che contestano ma cui spesso non sanno contrapporre un contro modello convincente. «La sfida è proprio questa», spiegano Andrea Aimar e Marco Grimaldi, segretario provinciale e regionale di Sinistra italiana. «Il G7 sarà dedicato a innovazione e industria 4.0. Noi accettiamo la sfida dell’innovazione, declinandola in un’ottica diversa. Quella dei tanti anziché dei pochi, di come la tecnologia anziché ridurre posti di lavoro e creare marginalità possa invece andare a vantaggio dei più, se è la politica sa guidare queste trasformazioni».
LE ARCATE SUL PO
Il treno si è messo in moto. Lo guidano Sinistra italiana e Possibile - i cui leader, Fratoianni e Civati, saranno tra gli ospiti del summit - ma insieme con la galassia di associazioni e movimenti della sinistra. L’idea è realizzare la manifestazione ai Murazzi, «così da assediare pacificamente un pezzo di città abbandonato». L’idea è anche organizzare una manifestazione. E spezzare la dinamica di cui si parla da giorni, l’idea che ci sia un G7 da una parte, un mondo antagonista pronto a scatenare la contestazione (anche violenta) dall’altra, e niente in mezzo.
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