Venerdi 28 luglio ore 10 presidio alla prefettura
Siamo
4 operai alle dipendenze della società interinale Quanta in servizio
presso lo stabilimento Hitachi di Via Argine a Napoli. Da un processo di
ristrutturazione in atto ne residua che solo per noi 4 non c’è una
ricollocazione. Tutti i nostri colleghi, 44 in totale,
sono stati riassorbiti da Hitachi o collocati presso Leonardo-Finmeccanica. Evidentemente a causa delle nostre condizioni soggettive e familiari per l’azienda eravamo una zavorra da eliminare.
sono stati riassorbiti da Hitachi o collocati presso Leonardo-Finmeccanica. Evidentemente a causa delle nostre condizioni soggettive e familiari per l’azienda eravamo una zavorra da eliminare.
Non
si tratta di aziende in crisi, tant’è che stanno avallando un nuovo
piano di assunzioni, circa 240 lavoratori interinali. Forse anche il
nostro vecchio contratto a tempo indeterminato era un problema per
loro.
Da
più di due settimane siamo in presidio giorno e notte all’ingresso
della fabbrica. Uno di noi è rimasto incatenato ai cancelli per giorni,
mentre una delle nostre mogli, in preda alla disperazione, è salita sul
tetto minacciando il suicidio. Stiamo lottando per mantenere il nostro
posto di lavoro e per garantire ancora una forma di sussistenza alle
nostre famiglie. Abbiamo ricevuto la solidarietà di molte realtà
associate e singoli, è stato redatto anche un appello per il nostro
reintegro che in pochi giorni ha raccolto tante adesioni, tra cui quella
del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
Il
primo agosto si terrà un vertice in Prefettura alla presenza delle
aziende Quanta e Fata, mentre Hitachi ha comunicato al Prefetto di non
essere disponibile, per il momento, a partecipare all’incontro. Noi
chiediamo che siano presenti tutte le società coinvolte, poiché per
diversi anni Hitachi si è avvalsa della nostra prestazione lavorativa,
arrivando perfino a chiederci di firmare, all’atto della procedura di
risoluzione contrattuale, un tombale “nulla a pretendere”.
Venerdì
28 luglio alle ore 10 torniamo in presidio alla prefettura di Napoli
affinché le istituzioni locali e governative mantengano alta
l’attenzione sulla nostra vicenda, chiederemo al Prefetto di essere
ricevuti e consegneremo tutta la documentazione afferente la nostra
condizione personale e familiare. Facciamo pertanto appello alla
partecipazione a tutte le realtà sindacali, politiche e associative che
stanno sostenendo il nostro presidio agli ingressi della fabbrica e a
tutti i firmatari dell’appello.
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