Sabato 22 luglio 2017
GENOVA - Nella tarda serata di ieri Ericsson ha iniziato ad inviare le mail di licenziamento. Sono 61 i dipendenti interessati a Genova.
La notizia arriva a poche ore dalla lettera di "smarcatura" della vertenza da parte del Governo che sul progetto della banda ultra larga investe 5 miliardi di soldi pubblici.
Solidarietà ai lavoratori Ericsson licenziati
22 luglio 2017
Nella serata di venerdì 21 luglio, alle ore 20, la multinazionale svedese Ericsson, che ha una sua sede genovese agli Erzelli, ha inviato 61 lettere (email) di licenziamento ad altrettanti dipendenti. Dal sito di Primo Canale apprendiamo che «la notizia arriva a poche ore dalla lettera di “smarcatura” della vertenza da parte del governo che sul progetto della banda ultra larga investe 5 miliardi di soldi pubblici».
«Un metodo che ancora una volta dimostra il totale disinteresse dell’azienda nei confronti dei suoi lavoratori; da lunedì prossimo, i dipendenti coinvolti in questa procedura potranno entrare nella sede Ericsson come “ospiti” per recuperare le proprie cose. Alcuni di loro sono via per le ferie: probabilmente neppure sanno di essere stati licenziati, visto quando, e come, è stata recapitata la lettera».
Questo comportamento di Ericsson non è una novità in quanto, fin dalla firma dell’accordo di programma su Erzellli, questa azienda ha dato diverse prove del proprio disinteresse per questo insediamento e per i suoi lavoratori. Appena 45 giorni dopo l’insediamento in questa sede venne, infatti, avviata una procedura di licenziamento. Oggi, ai 61 lavoratori licenziati e alle loro famiglie non vengono nemmeno garantiti gli ammortizzatori sociali, a causa delle scellerate politiche in materia di lavoro messe in atto dal governo Renzi e proseguite dalla sua fotocopia presieduta da Gentiloni.
Anche il governo – viste le recenti dichiarazioni dei ministri Calenda e Poletti – ha dimostrato la propria inefficacia di fronte alle multinazionali. Sempre secondo Gianni Pastorino è «impensabile che altri lavoratori altamente qualificati siano espulsi dal ciclo produttivo; peggio ancora se avviene in questo modo deplorevole».
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