Il fermo di LULA
L'operazione nell'ambito dell'inchiesta
sulla corruzione nella compagnia petrolifera di Stato Petrobras. Emessi 33 ordini di perquisizione e undici mandati di arresto. L'ex leader del Partito dei lavoratori è indagato per sospetto occultamento di beni e riciclaggio di denaro
Barack Obama aveva definito come il politico migliore al mondo, ci assomiglia molto. ....”.
Nelle prossime ore l’ex presidente del Brasile dovrà spiegare molte cose agli inquirenti, a cominciare dalla proprietà di un lussuoso appartamento vista mare su tre piani sul litorale paulista e di una villa con piscina. Lula nega che gli immobili siano suoi, chi indaga lo accusa invece di occultamento di patrimonio e, soprattutto, di riciclaggio di denaro. Inoltre i soldi spesi per favorirlo sarebbero stati frutto delle tangenti figlie del Petrolao, lo scandalo Petrobras che vede coinvolte le due maggiori multinazionali verde-oro delle costruzioni, la Odebrecht e la Oas.
L’ex presidente dei poveri è stato convocato assieme alla moglie Marisa ed al figlio Lulinha per ben due volte, lo scorso 17 febbraio e il 3 marzo, ma in entrambi i casi non si è presentato per rispondere all’interrogatorio che, per la prima volta, non lo vedeva più come semplice testimone bensì come indagato. A portare alla perquisizione della casa di Sao Bernardo do Campo, delle aziende dei figli e delle altre proprietà che si sospetta appartengano a Lula è stata la pubblicazione da parte della rivista Istoé degli interrogatori di Delcidio do Amaral, che sino al momento del suo arresto, lo scorso gennaio, era il leader del governo al Senato.
Questo potente senatore del Pt, il Partito dei lavoratori di Lula e dell’attuale presidente Dilma Rousseff, lasciato solo dai suoi e messo alle strette da prove che gli avrebbero fatto rischiare 30 anni di carcere, ha infatti deciso, un paio di settimane fa, di iniziare a collaborare con il giudice Sergio Moro che, dalla primavera 2014, guida la Mani Pulite che sta sconvolgendo il mondo politico ed imprenditoriale brasiliano.
Delcidio do Amaral nel corso dell’interrogatorio ha fatto alcune accuse specifiche. Ha detto ad esempio che il mondo dei bingo illegali avrebbe finanziato la campagna elettorale di Dilma Rousseff del 2010; che Lula ha comperato con 200 milioni di reais (circa 50 milioni di euro) il silenzio di Marcos Valerio, il pubblicitario condannato alla pena massima nello scandalo del Mensalao del 2005 e con cui il Pt comprava i voti in Parlamento; che Bumlai, l’amico del cuore di Lula, l’unico che aveva accesso libero al suo ufficio di presidenza senza neanche essere annunciato, ha finanziato l’Istituto Lula, oggi al centro delle inchieste;
L'operazione nell'ambito dell'inchiesta
sulla corruzione nella compagnia petrolifera di Stato Petrobras. Emessi 33 ordini di perquisizione e undici mandati di arresto. L'ex leader del Partito dei lavoratori è indagato per sospetto occultamento di beni e riciclaggio di denaro
Nelle prossime ore l’ex presidente del Brasile dovrà spiegare molte cose agli inquirenti, a cominciare dalla proprietà di un lussuoso appartamento vista mare su tre piani sul litorale paulista e di una villa con piscina. Lula nega che gli immobili siano suoi, chi indaga lo accusa invece di occultamento di patrimonio e, soprattutto, di riciclaggio di denaro. Inoltre i soldi spesi per favorirlo sarebbero stati frutto delle tangenti figlie del Petrolao, lo scandalo Petrobras che vede coinvolte le due maggiori multinazionali verde-oro delle costruzioni, la Odebrecht e la Oas.
L’ex presidente dei poveri è stato convocato assieme alla moglie Marisa ed al figlio Lulinha per ben due volte, lo scorso 17 febbraio e il 3 marzo, ma in entrambi i casi non si è presentato per rispondere all’interrogatorio che, per la prima volta, non lo vedeva più come semplice testimone bensì come indagato. A portare alla perquisizione della casa di Sao Bernardo do Campo, delle aziende dei figli e delle altre proprietà che si sospetta appartengano a Lula è stata la pubblicazione da parte della rivista Istoé degli interrogatori di Delcidio do Amaral, che sino al momento del suo arresto, lo scorso gennaio, era il leader del governo al Senato.
Questo potente senatore del Pt, il Partito dei lavoratori di Lula e dell’attuale presidente Dilma Rousseff, lasciato solo dai suoi e messo alle strette da prove che gli avrebbero fatto rischiare 30 anni di carcere, ha infatti deciso, un paio di settimane fa, di iniziare a collaborare con il giudice Sergio Moro che, dalla primavera 2014, guida la Mani Pulite che sta sconvolgendo il mondo politico ed imprenditoriale brasiliano.
Delcidio do Amaral nel corso dell’interrogatorio ha fatto alcune accuse specifiche. Ha detto ad esempio che il mondo dei bingo illegali avrebbe finanziato la campagna elettorale di Dilma Rousseff del 2010; che Lula ha comperato con 200 milioni di reais (circa 50 milioni di euro) il silenzio di Marcos Valerio, il pubblicitario condannato alla pena massima nello scandalo del Mensalao del 2005 e con cui il Pt comprava i voti in Parlamento; che Bumlai, l’amico del cuore di Lula, l’unico che aveva accesso libero al suo ufficio di presidenza senza neanche essere annunciato, ha finanziato l’Istituto Lula, oggi al centro delle inchieste;
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