Continuare la lotta, estendere la solidarietà!
Come Assemblea di lotta "Uniti contro la
repressione" esprimiamo solidarietà ai compagni/e del Comitato di lotta per la
casa di Padova accusati di associazione a delinquere.
Il 18 febbraio, all'alba, a Padova, Schio (Vi) e Cagliari vengono eseguite perquisizioni nelle abitazioni dei compagni del Comitato di lotta per la casa con il bilancio di 11 misure cautelari: 4 compagni sono ora sottoposti agli arresti domiciliari, a 2 è stato applicato il divieto di dimora da Padova e a 5 è stato disposto l'obbligo di firma per tre volte alla settimana. La sede dell'associazione Nicola Pasian, situata nel quartiere Palestro di Padova da circa 20 anni, è stata perquisita, messa sotto sequestro preventivo
e con essa anche la strumentazione della web radio di controinformazione "RadiAzione.info". Questo rappresenta la chiusura di un luogo storico per Padova, punto di riferimento e di agibilità non solo per tanti proletari di varie nazionalità, ma anche per tutti i compagni, in quanto sede di aggregazione e organizzazione della lotta e della solidarietà di classe.
I reati associativi, come il 270 bis e l'associazione a delinquere, creati ad hoc durante il ventennio fascista e rimodellati dalla democrazia borghese, servono a colpire ciò che fa più paura a lor signori: l'organizzazione di classe e la lotta dei proletari. Oggi vengono utilizzati indiscriminatamente per colpire: con l'associazione sovversiva le avanguardie di lotta che riescono a dare una prospettiva rivoluzionaria a chi si pone in maniera conflittuale; con l'associazione a delinquere tutti i compagni che con il loro agire quotidiano, riescono a incanalare la rabbia e il malessere sociale in lotta.
In questo caso l'utilizzo del reato di associazione a delinquere, oltre che a "depoliticizzare" le lotte tentando di inserirle in un ambito non politico ma criminale, è soprattutto utile agli apparati repressivi perché consente arresti preventivi, misure cautelari e l'allargamento del raggio d'azione repressivo a più persone, coinvolgendo anche luoghi fisici o strumenti di lotta e controinformazione, per creare terra bruciata attorno agli inquisiti. Questa indagine si inserisce in un filone di inchieste che negli anni a Padova, amministrata dalle diverse giunte sia di destra, come quella attuale, sia della lunga tradizione del centrosinistra, ha cercato ripetutamente, e in fasi diverse, di stroncare l'attività politica portata avanti dai compagni in città.
Questo rappresenta l'ennesimo attacco repressivo alla lotta per il diritto alla casa, che negli ultimi mesi è stata al centro di dure manovre, sia del governo con il piano casa, sia parallelamente con le forze del (dis)ordine, che hanno affiancato il decreto ad una politica di sgomberi e repressione.
Oggi, con l'aggravarsi delle condizioni di vita di milioni di proletari a causa della crisi economica capitalista, la classe dirigente difende i suoi interessi con il manganello e si scaglia con violenza contro chi lotta fuori dalla compatibilità dei padroni per opporsi alle riforme di lacrime e sangue fatte per rendere i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Con la repressione si vorrebbero stroncare esperienze reali di lotta e opposizione di fronte a questo presente fatto di sfruttamento, precarietà e privazione dei diritti più basilari come quello della casa, dell'istruzione e sanità garantite a tutti e tutte. Contemporaneamente vengono invece rifinanziate le missioni militari all'estero, manifestando così la tendenza alla guerra imperialista sul fronte esterno, ormai sempre più concreta e causando delle ricadute in termini repressivi sul fronte interno.
Alla repressione rispondiamo con l'unità, la solidarietà e rilanciando le lotte.
La vasta solidarietà che si è sviluppata sin da subito, sia nel quartiere popolare di Padova che ha visto la propria sede blindata, sia a livello nazionale, è segno di come la via della lotta sia l'unica alternativa reale per una trasformazione di questo stato di cose presenti. Linfa vitale che consente di andare avanti a testa alta sul sentiero tortuoso intrapreso, consapevoli di essere dalla parte giusta della barricata.
Libertà per tutti i compagne e le compagne!
Il 18 febbraio, all'alba, a Padova, Schio (Vi) e Cagliari vengono eseguite perquisizioni nelle abitazioni dei compagni del Comitato di lotta per la casa con il bilancio di 11 misure cautelari: 4 compagni sono ora sottoposti agli arresti domiciliari, a 2 è stato applicato il divieto di dimora da Padova e a 5 è stato disposto l'obbligo di firma per tre volte alla settimana. La sede dell'associazione Nicola Pasian, situata nel quartiere Palestro di Padova da circa 20 anni, è stata perquisita, messa sotto sequestro preventivo
e con essa anche la strumentazione della web radio di controinformazione "RadiAzione.info". Questo rappresenta la chiusura di un luogo storico per Padova, punto di riferimento e di agibilità non solo per tanti proletari di varie nazionalità, ma anche per tutti i compagni, in quanto sede di aggregazione e organizzazione della lotta e della solidarietà di classe.
I reati associativi, come il 270 bis e l'associazione a delinquere, creati ad hoc durante il ventennio fascista e rimodellati dalla democrazia borghese, servono a colpire ciò che fa più paura a lor signori: l'organizzazione di classe e la lotta dei proletari. Oggi vengono utilizzati indiscriminatamente per colpire: con l'associazione sovversiva le avanguardie di lotta che riescono a dare una prospettiva rivoluzionaria a chi si pone in maniera conflittuale; con l'associazione a delinquere tutti i compagni che con il loro agire quotidiano, riescono a incanalare la rabbia e il malessere sociale in lotta.
In questo caso l'utilizzo del reato di associazione a delinquere, oltre che a "depoliticizzare" le lotte tentando di inserirle in un ambito non politico ma criminale, è soprattutto utile agli apparati repressivi perché consente arresti preventivi, misure cautelari e l'allargamento del raggio d'azione repressivo a più persone, coinvolgendo anche luoghi fisici o strumenti di lotta e controinformazione, per creare terra bruciata attorno agli inquisiti. Questa indagine si inserisce in un filone di inchieste che negli anni a Padova, amministrata dalle diverse giunte sia di destra, come quella attuale, sia della lunga tradizione del centrosinistra, ha cercato ripetutamente, e in fasi diverse, di stroncare l'attività politica portata avanti dai compagni in città.
Questo rappresenta l'ennesimo attacco repressivo alla lotta per il diritto alla casa, che negli ultimi mesi è stata al centro di dure manovre, sia del governo con il piano casa, sia parallelamente con le forze del (dis)ordine, che hanno affiancato il decreto ad una politica di sgomberi e repressione.
Oggi, con l'aggravarsi delle condizioni di vita di milioni di proletari a causa della crisi economica capitalista, la classe dirigente difende i suoi interessi con il manganello e si scaglia con violenza contro chi lotta fuori dalla compatibilità dei padroni per opporsi alle riforme di lacrime e sangue fatte per rendere i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Con la repressione si vorrebbero stroncare esperienze reali di lotta e opposizione di fronte a questo presente fatto di sfruttamento, precarietà e privazione dei diritti più basilari come quello della casa, dell'istruzione e sanità garantite a tutti e tutte. Contemporaneamente vengono invece rifinanziate le missioni militari all'estero, manifestando così la tendenza alla guerra imperialista sul fronte esterno, ormai sempre più concreta e causando delle ricadute in termini repressivi sul fronte interno.
Alla repressione rispondiamo con l'unità, la solidarietà e rilanciando le lotte.
La vasta solidarietà che si è sviluppata sin da subito, sia nel quartiere popolare di Padova che ha visto la propria sede blindata, sia a livello nazionale, è segno di come la via della lotta sia l'unica alternativa reale per una trasformazione di questo stato di cose presenti. Linfa vitale che consente di andare avanti a testa alta sul sentiero tortuoso intrapreso, consapevoli di essere dalla parte giusta della barricata.
Libertà per tutti i compagne e le compagne!
Assemblea di lotta "Uniti contro la repressione"
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